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Attualmente nel mondo 828 milioni di persone vivono in baraccopoli, e il numero è in continuo aumento. In Italia la precarietà abitativa ha assunto ulteriore rilievo a causa dell’acuirsi della crisi sociale: la condizione di sovraffollamento nel 2021 riguarda il 28% della popolazione contro una media europea del 17,1%.

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Trasporti più green produrrebbero fino a 15 milioni di posti di lavoro

Secondo un rapporto congiunto Oil e Unece la ripresa dalla crisi è un’opportunità per riconvertire il settore in chiave sostenibile, stimolando l’uso di trasporti pubblici e gratuiti e puntando sull’elettrificazione dei veicoli. 9/6/20

 

La riconversione sostenibile del settore dei trasporti potrebbe creare fino a 15 milioni di nuovi posti di lavoro. È la stima contenuta nel Rapporto “Jobs in green and healthy transport: making the green shift” pubblicato il 19 maggio dall’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) e dall’Unece, la Commissione economica per l’Europa delle Nazioni unite. Il trasporto terrestre è un settore importante in termini di posti di lavoro e sviluppo economico: impiega più di 60 milioni di lavoratori in tutto il mondo, oltre il 2% dell'occupazione globale. Allo stesso tempo, a causa delle risorse consumate e all’inquinamento, il settore contribuisce anche al degrado ambientale e ai problemi di salute.

“Il settore dei trasporti terrestri è fondamentale nelle economie della nostra regione, sia per quanto riguarda la sua quota di Pil che per l'occupazione” ha dichiarato il segretario esecutivo dell'Unece Olga Algayerova. “Questo studio evidenzia alcune delle opportunità chiave per trasformare il settore e renderlo più verde, più sano e più sostenibile”.

Per realizzare lo studio è stato utilizzato un modello macroeconomico multiregionale in grado di analizzare gli impatti sull'occupazione di quattro scenari di “trasporto verde” in 56 paesi del Nord America, Europa, Caucaso e Asia centrale, che sono membri dell’Unece: raddoppio degli investimenti nel trasporto pubblico, trasporto pubblico gratuito, introduzione di un obiettivo volontario o obbligatorio del 50% di veicoli elettrici rispetto ai veicoli fabbricati e stop ai motori a combustione interna per i veicoli commerciali leggeri. Secondo lo studio la riconversione green del settore potrebbe avere diversi impatti positivi sul lavoro in tutta la regione Unece. Le proiezioni al 2030 evidenziano che stimolare l'uso del trasporto pubblico raddoppiando gli investimenti e rendendolo gratuito potrebbe creare almeno 2,5 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo, legati direttamente alla realizzazione delle infrastrutture e produzione dei veicoli per il trasporto pubblico. Posti di lavoro che arriverebbero a 5 milioni considerando l'impatto a cascata su altri settori dell'economia collegati ai trasporti.

Tra le best practices di città che hanno riconvertito il sistema dei trasporti si annoverano Tallinn, la più grande città della regione Unece a rendere gratuito nel 2013 il trasporto pubblico. Ad un anno dal lancio, la capitale dell’Estonia ha visto aumentare del 14% l’uso del trasporto pubblico. Nei Paesi Bassi, l'implementazione del trasporto pubblico gratuito su due linee di autobus nel 2004 ha triplicato il numero di passeggeri giornalieri. In Francia, nella regione della Ile-de-France, uno studio del 2018 ha dimostrato che un’ottima alternativa alla possibilità di rendere il trasporto pubblico gratuito è aumentarne l’efficienza, migliorando la quota intermodale attraverso un uso più razionale dell'auto, sviluppando il car sharing, introducendo veicoli a basso impatto ambientale inquinamento, espandendo le zone a traffico limitato di Parigi e introducendo il divieto di tutti i veicoli diesel entro il 2024. In questo modo si ridurrà l'inquinamento atmosferico e la congestione causata dal trasporto su strada, contribuendo a raggiungere gli obiettivi del piano di trasporto urbano dell’intera regione e rendendo il sistema dei trasporti più sostenibile.

L'introduzione di un obiettivo volontario o obbligatorio di elettrificare il 50% di tutti i veicoli fabbricati comporterebbe un aumento di quasi 10 milioni di posti di lavoro nel settore, di cui 2,9 milioni solo nella regione Unece. Mentre il divieto dei motori a combustione interna per veicoli commerciali leggeri porterebbe a 400 mila nuovi posti di lavoro nel settore dei trasporti, che diventerebbe 8,5 milioni considerando l'impatto su altri settori.

La creazione di nuovi posti di lavoro, evidenzia il Rapporto, sarà guidata da uno spostamento strutturale dal consumo e dalla produzione di combustibili fossili, dall'aumento dell'utilizzo dei servizi di trasporto pubblico e dall'elettrificazione dei trasporti. La riduzione del consumo di carburante potrebbe avere effetti particolarmente forti sull'occupazione nei Paesi importatori di petrolio. È auspicabile anche una riduzione dell'occupazione nella catena del valore del carburante e nell'industria automobilistica tradizionale. Per questo è fondamentale che i Paesi con una solida base produttiva nel settore automobilistico colgano l’opportunità per passare alla produzione di veicoli elettrici.
Per trarre vantaggio dalla riconversione del settore, garantendo una transizione equa per lavoratori, imprese, regioni e Paesi, conclude il Report, è necessario attuare una serie di politiche di sviluppo delle competenze, protezione sociale, mercato del lavoro e azioni per promuovere il dialogo sociale e i diritti fondamentali dei lavoratori. È importante, infine, attuare una politica industriale che aiuti le aziende a crescere in uno scenario di trasporto sostenibile.

Scarica il Rapporto


di Tommaso Tautonico

martedì 9 giugno 2020

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