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Alta sostenibilità: finalmente non è reato riportare a terra i rifiuti marini

Dall’inquinamento alla perdita di biodiversità, siamo in un’epoca in cui dobbiamo “gestire l’inevitabile ed evitare l’ingestibile”. Se ne è discusso su Radio Radicale nella rubrica ASviS condotta da Manieri e Viettone, ospiti Atzori, Bologna, Muroni. [VIDEO]     24/5/22

Con l’approvazione l’11 maggio da parte del Senato della legge Salvamare, i pescatori possono finalmente riportare a terra i rifiuti recuperati in mare in modo “accidentale” senza essere accusati di “traffico illecito”. Il marine litter è un grosso problema per i nostri ecosistemi marini, basti pensare che l’indagine sul tema di Legambiente ha mostrato che ogni 100 metri lineari di spiaggia sono stati rinvenuti 834 rifiuti, di cui l’84% in plastica. Dell’argomento si è discusso durante la puntata di Alta sostenibilità dal titolo “Salvare i mari, difendere le coste”, andata in onda su Radio Radicale il 23 maggio e condotta da Valeria Manieri ed Elis Viettone. Ospiti della puntata: Rossella Muroni (deputata, capogruppo di Facciamo-eco e vicepresidente commissione Ambiente della Camera), Gianfranco Bologna (presidente onorario del comitato scientifico del Wwf), Fabrizio Atzori (direttore dell'area marina protetta di Capo Carbonara). 

Rossella Muroni, deputata, capogruppo di “Facciamo-Eco” e vicepresidente commissione Ambiente della Camera

“Siamo in ritardo su questi temi e si può sempre fare meglio, ma voglio leggere anche i segnali positivi”, ha esordito Muroni, “sette anni fa durante la trasmissione ‘Di martedì’ su La7 dissi che la plastica era uno dei principali nemici del mare rischiando quasi di beccarmi una denuncia di diffamazione. Il fatto che invece dopo anni ci sia una discussione sulle modifiche a consumi e stili di vita è positivo. Il mare è una cartina di tornasole che mostra quello che facciamo al Pianeta. Le microplastiche ce le ritroviamo nei nostri piatti, una recentissima ricerca ha mostrato che sono state ritrovate nei nostri organi e persino nelle placente materne. La natura dunque in qualche modo processa i nostri rifiuti e poi ce li restituisce. La legge Salvamare istituisce dei principi: adesso i rifiuti possono essere riportati a terra per trattarli e renderli nuove risorse; il mare non può essere usato come una pattumiera, in questo crea equilibrio anche l’istituzione di aree marine protette. In sostanza siamo in presenza di una legge che poteva essere più ambiziosa, ma non va dimenticato che è trasversale ed è femminile: ci abbiamo lavorato in tante, da relatrici a deputate sono tutte donne. Certo, poteva passare anche l’emendamento sull’etichettatura dei vestiti che prevedeva la possibilità dell’utente di scegliere tessuti che non rilasciavano particelle che poi finivano in mare, ma su questo ci lavoreremo anche in futuro. Per il momento abbiamo una legge che dice che non è reato portare i rifiuti marini a terra, mi sembra molto importante. Voglio poi ricordare che le coste e il mare sono beni comuni, non sono di proprietà di nessuno. Se parliamo della direttiva Bolkestein, che deve essere recepita dall’Italia e che disciplina la gestione delle coste, dobbiamo dare un punteggio più elevato nei bandi a chi aiuta a tenere pulita la costa e a chi risparmia energia. In Italia abbiamo tantissimi esempi, dobbiamo favorire la qualità attraverso la concorrenza in maniera trasparente”. 

Fabrizio Atzori, direttore dell'Area marina protetta di capo Carbonara

“La Salvamare è una legge di fondamentale importanza per chi si occupa di ambiente marino e costiero”, ha poi proseguito sulla stessa linea Atzori, “voglio sottolineare tre aspetti: i pescatori diventano ora gli attori principali per promuovere lo smaltimento dei rifuti; noi gestori di aree marine, che abbiamo nel nostro dna la divulgazione, possiamo fare affidamento sulla legge Salvamare che mette in risalto l’educazione ambientale, fornendo la possibilità di far parlare del rispetto dell’ambiente e del mare con i più giovani; il terzo elemento riguarda la pianta marina dal nome Poseidonia oceanica: mentre prima per come la trattavamo potevamo incorrere in un reato ambientale, adesso, al netto di dove vada stoccata e perché, l’equiparazione a rifiuto domestico salva i comuni costieri da una gestione complicata. Per me è importante che la Poseidonia stia sul litorale ma, dove questi sono altamente fruiti, è giusto spostarla per tre o quattro mesi per poi riportala nel posto dove è stata prelevata. Inoltre la Poseidonia può essere riutilizzata anche in altri settori, come quello della bioedilizia e della cosmesi. Con questa legge sarà più facile utilizzarla per le aziende interessate”. 

Gianfranco Bologna, presidente onorario della Comunità scientifica Wwf e coordinatore dei Gruppi di lavoro ASviS sui Goal ambientali: 6 (acqua pulita), 14,(vita sott'acqua) e 15 (vita sulla terra)

È stato poi toccato il tema della perdita di biodiversità: come mai ci riguarda tutti così da vicino? Alla domanda di Viettone ha risposto Bologna: “Noi siamo natura e senza la natura non possiamo vivere, forse è un fatto che si inizia a comprendere. Un po’ tutti iniziamo a capire che senza una natura sana e resiliente non siamo, banalmente, in grado di respirare, mangiare e bere. È questo il nocciolo del problema. Abbiamo un tasso di estinzione che è stato analizzato a livello scientifico ed è estremamente elevato, e somiglia ai tassi di estinzione che ci sono stati nel corso della storia della vita sul nostro Pianeta. Alcune delle grandi estinzioni di massa hanno portato alla scomparsa fino al 90% e oltre delle specie. Pensiamo all’ultima, la quinta, che ha visto coinvolti i dinosauri 95 milioni di anni fa. Questo per dire che la Terra ne ha viste di tutti i colori e continuerà a essere così, il problema drammatico della situazione che stiamo vivendo è che stavolta siamo noi gli attori del cambiamento globale. Una consapevolezza che è andata consolidandosi negli ultimi decenni grazie ai passi avanti compiuti dalla scienza del sistema Terra che mette insieme biosfera, idrosfera, atmosfera e pedosfera, per capire come tutti questi elementi interagiscono tra loro rispetto al passato e all’oggi. Un oggi drammatico, stiamo per raggiungere gli otto miliardi di abitanti in una situazione totalmente insostenibile aggravata da questa tragedia dell’aggressione russa in Ucraina, che ci fa arretrare di decenni. Dobbiamo essere molto chiari: noi dobbiamo gestire l’inevitabile ed evitare l’ingestibile. Vorrei che questo diventasse un po’ il mantra della cultura della sostenibilità. Non si tratta più di proteggere solo gli ecosistemi naturali ma di svolgere attività per ripristinare la natura, un obiettivo che si sono date persino le Nazioni unite dedicando questo decennio all’ecosystem restoration. Inutile aggiungere che ripristinare costa più che prevenire, però purtroppo il nostro cervello vive drammaticamente di un modello economico fatto di crescita e mercato, senza rendersi conto di cosa sia il benessere.  Per chiudere, l’economia del benessere oggi è portata avanti soprattutto dalle donne, si pensi alla Nuova Zelanda, alla Finlandia e alla Scozia. Abbiamo dunque bisogno di questa sensibilità femminile”. 

 

di Ivan Manzo

 

 

RIASCOLTA L’ULTIMA PUNTATA  -  Alta Sostenibilità - Salvare i mari, difendere le coste

 

Vai all'archivio delle puntate di Alta sostenibilità, la trasmissione di ASviS a cura di Valeria Manieri, Ruggero Po ed Elis Viettone, in onda il lunedì dalle 12:30 alle 13:00 su Radio Radicale.

martedì 24 maggio 2022

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