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VITA SULLA TERRA

Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell'ecosistema terrestre, gestire sostenibilmente le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno, e fermare la perdita di diversità biologica

Dagli ultimi dati aggiornati al 2021, risulta che sulle otto milioni conosciute, un milione di specie animali e vegetali è a rischio estinzione. L'attività antropica ha velocizzato di mille volte il tasso naturale di estinzione. Continua il declino della biodiversità italiana a causa di problemi irrisolti, come il degrado e il consumo del suolo. 

Notizie

L’ASviS in audizione alla Camera per commentare il Piano transizione ecologica

Aggiornare la Strategia nazionale di sviluppo sostenibile, predisporre una Legge per lo sviluppo sostenibile, assumere gli impegni climatici come guida delle politiche nazionali. Sono alcune delle proposte dell’Alleanza. 5/11/21

“L’ASviS accoglie con grande favore l’iniziativa di un Piano nazionale per la transizione ecologica (Pte). Auspichiamo che questo Piano sia efficacemente integrato nel quadro di sistema delle politiche nazionali, come indicato dalla stessa Alleanza nel Rapporto 2021”. Così Luigi Di Marco, membro del Segretariato ASviS e curatore della rubrica “Europa e Agenda 2030”, ha esordito durante l’audizione dell’Alleanza presso la Commissione Ambiente della Camera, nell’ambito dell’esame per la proposta di un Piano per la transizione ecologica.

Di Marco ha elencato, rispetto a questo Piano, alcuni suggerimenti di integrazione da parte dell’ASviS: 

  • Aggiornare la Strategia nazionale di sviluppo sostenibile (SNSvS) come quadro di sistema delle politiche di governo (con il Pte che dovrà esserne parte integrante).

  • Predisporre una Legge annuale per lo sviluppo sostenibile che coincida con il Programma nazionale di riforme.

  • Assumere gli impegni internazionali sul contrasto ai cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità come linee guida per le politiche nazionali, allineandosi alle raccomandazioni della migliore scienza disponibile (secondo quanto illustrato dai rapporti dell’Ipcc e Ipbes). Per percorrere questa strada, bisognerà inoltre valutare le scelte politiche necessarie a superare le inerzie di sistema – economiche, sociali, culturali – che ne ostacoleranno il perseguimento.

  • Permettere che la Relazione annuale sul capitale naturale – approfondita e integrata con elementi qualitativi e quantitativi – divenga strumento di guida per le politiche di riforma.

Una direzione economica sostenibile. “Auspichiamo inoltre un’efficace integrazione del Pte nel quadro di sistema degli Obiettivi di sviluppo sostenibile e delle politiche europee all’interno dell’Ottavo programma di azione per l'ambiente dell’Unione Europea al 2030”, ha proseguito Di Marco. Tra i mezzi per favorire questo cambiamento, l’assunzione di una direzione economica che garantisca il benessere entro i limiti del pianeta, con una crescita rigenerativa, assicurando allo stesso tempo che la transizione ambientale e climatica sia realizzata in maniera giusta e inclusiva, contribuendo a ridurre le disuguaglianze.

Per l’ASviS, inoltre, è fondamentale che siano individuati con chiarezza gli strumenti attuativi e le interrelazioni sinergiche tra i vari Piani (come ad esempio il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima, il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, la Strategia per la biodiversità, quella per la tutela dell’ambiente marino, il Piano per l’economia circolare e altri).

Il diritto alla salute, alla vita e a un futuro dignitoso. Tra le raccomandazioni riportate dall’ASviS, Di Marco ha sottolineato poi che il “realismo” delle proposte politiche deve tenere in considerazione i benefici sociali ed economici determinati da un più alto livello d’ambizione delle politiche ambientali, considerando i costi esterni, quelli dell’inazione e gli effetti a medio e lungo termine. “Tendendo conto che il diritto alla salute e il diritto alla vita e a un futuro dignitoso per le prossime generazioni non hanno prezzo”.   

Gli strumenti partecipativi. Di Marco, a nome dell’ASviS, ha richiesto inoltre che gli strumenti partecipativi e consultivi dei cittadini e della società civile siano integrati efficacemente; per un’efficace governance multilivello è inoltre utile definire gli strumenti di consultazione degli enti locali, quantificando i bisogni formativi e i quadri occupazionali della pubblica amministrazione e della ricerca.

“Attuando il principio di giusta transizione”, ha concluso Di Marco, “è importante che siano messi a sistema i bisogni di formazione, qualificazione e riqualificazione della forza lavoro, nonché le misure di sostegno sociale, incentivazione e accompagnamento del sistema produttivo, integrandole nel quadro della SNSvS e nei piani settoriali”. Il Pte, infine, dovrà quantificare i bisogni finanziari necessari al suo conseguimento – considerando le misure di fiscalità ecologica e le sinergie con la finanza verde – identificando le carenze e inefficienze strutturali che, indipendenti dalla volontà politica nazionale, dovranno essere risolte a livello europeo o internazionale.

Pubblica amministrazione e finanza verde. Dopo un giro di domande della Commissione Ambiente, Di Marco ha ribadito l’importanza di sviluppare capacità adeguate all’interno della pubblica amministrazione. “Sono tematiche molto critiche: noi dobbiamo correre. Ma non riusciamo a correre se non abbiamo le competenze giuste. Per la pubblica amministrazione c’è molto spazio per lavorare”. Inoltre, ha ragguagliato la Commissione sulla necessità di strutturare una finanza verde dinamica (e non solo fornire i finanziamenti), perché “I soldi sono solo una parte del problema: il sistema va costruito”.

di Flavio Natale  

 

venerdì 5 novembre 2021

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