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Il movimento Conscious Planet fa tappa a Roma: non c’è vita senza un suolo sano
Il mondo musicale esprime solidarietà al movimento di rivitalizzazione del suolo, ma per la campagna “Save Soil” l’impegno deve coinvolgere anche la politica e adottare oggi provvedimenti tempestivi e duraturi. 12/4/22
Che cosa accomuna Londra, Amsterdam, Berlino, Praga, Vienna, Lubiana e Roma? Queste città sono diventate le prime tappe di un lungo viaggio per sensibilizzare pubblico e governi contro la desertificazione del suolo.
L’iniziativa. Si tratta di un’iniziativa promossa dalla campagna globale Conscious Planet che nel 2022 ha lanciato il movimento “Save Soil” per avviare un approccio consapevole al suolo e al pianeta. Il progetto prevede un viaggio in moto per oltre 30mila km da Londra al Sud dell'India guidato dal fondatore di Conscious Planet, Sadhguru, il maestro di yoga più seguito al mondo con oltre 1 miliardo di visualizzazioni su YouTube e più di 20 milioni di follower sui social. La risonanza mediatica, infatti, è una delle leve principali del movimento “Save Soil” che coinvolge moltissimi media e influencer per far sì che durante il viaggio di cento giorni, avviato il 21 marzo 2022, si parli su larga scala del suolo. L’obiettivo è attraversare 25 Paesi, organizzando 25 eventi con influencer internazionali, per raggiungere 3,5 miliardi di persone. Lo yogi Sadhguru lungo il suo percorso sta incontrando molti leader internazionali e rappresentanti dei governi nazionali per convincerli a stabilire politiche durature che rivitalizzino il suolo e l’ecologia.
La tappa romana e il contributo di artisti e del Wfp. Il 2 aprile il fondatore è arrivato a Roma e per l’occasione Conscious Planet ha organizzato un grande evento presso l’Auditorium Parco della Musica. La prima parte della manifestazione ha visto alternarsi sul palco celebri cantanti che, a seguito della propria performance, hanno espresso vicinanza alla campagna. Ad aprire l’evento Malika Ayane che, dopo alcuni suoi brani tra cui “Tempesta” e “Peccato originale”, ha ribadito l’importanza di adottare piccoli gesti quotidiani attenti all’ambiente, condividendo l’immagine che “non ci sono città con dentro parchi, ma che le città sono degli agglomerati dentro degli enormi spazi di natura” in cui ognuno deve fare la sua parte. Giovanni Caccamo è partito, invece, dal testo de “Il cambiamento” in cui canta che “nessuno si salva da solo, è il momento di trovare un equilibrio”. Caccamo al riguardo ha avviato un nuovo progetto che prevede di dare voce a giovani di varie università al fine di creare con loro un “Manifesto sul cambiamento” che il cantante vorrebbe portare all’attenzione di Papa Francesco e del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Noemi, che tra i brani ha eseguito “Vuoto a perdere” e “Guardare giù”, ha ribadito l’importanza di sentirsi parte di un ambiente in cui ciascuno svolga sì il suo ruolo, ma in un’ottica collettiva perché solo così si può dar vita a grandi e duraturi cambiamenti. Analogamente Brunori Sas, riprendendo alcuni concetti cari al fondatore di Conscious Planet, ha evidenziato che tutti i conflitti interiori hanno poi una loro manifestazione nel macro: “vale per ciò che stiamo vivendo adesso con la guerra, vale per ciò che facciamo al nostro pianeta e si può tradurre in una sorta di inconsapevolezza. Prendere consapevolezza fa sì che poi ci si senta sensibili”.
È arrivato quindi il turno di Elisa, in veste sia di cantante che di intervistatrice dello yogi Sadhguru. Elisa ha interpretato due sue canzoni legate al rapporto con la natura, “Redemption song” e “Broken”, e ha poi illustrato il suo prossimo tour all’insegna della salvaguardia del pianeta. La cantautrice è stata nominata dall’Onu Alleata della SDG Action Campaign sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile, il cui slogan sarà #FlipTheScript. Il tour è organizzato in collaborazione con Music Innovation Hub, partner dell’ASviS, e vedrà tra l’altro il coinvolgimento dell’Alleanza stessa durante il Festival Heroes 2022 a Verona. Per la prima volta la cantante ha evidenziato che avrà al seguito, anziché sette camion, solamente un mezzo e il tour sarà accompagnato dall’allestimento di un green village per dare spazio a brand selezionati che faranno conoscere alternative sostenibili in vari ambiti, dal cibo alla moda. Prima del confronto con Sadhguru, ha preso la parola Manoj Juneja, Chief Financial Officer e vicedirettore esecutivo del Wfp, che ha sottolineato come il “food system” dipenda strettamente dal suolo e che quest’ultimo è in crisi, dunque occorre reagire.
L’intervista di Elisa a Sadhguru. Durante il confronto con la cantante Elisa, Sadhguru ha posto all’attenzione del pubblico l’importanza dell’attività di fotosintesi che negli ultimi 100 anni si è ridotta dell’85%. Secondo lui, è bene preoccuparsi dell’anidride carbonica, ma è fondamentale porre l’accento soprattutto sull’ossigeno, alla base della vita sulla terra. L’ossigeno è prodotto da microorganismi tramite la fotosintesi che oggi, appunto, è sensibilmente diminuita: “No healthy soil no life” (no suolo sano, no vita) ha sottolineato il fondatore, aggiungendo anche che un suolo sano è il presupposto per persone sane. Lo yogi, di origini indiane, ha ricordato poi che il suolo dell’India è coltivabile da oltre 12mila anni, ma negli ultimi 45 la qualità del suolo coltivabile è scesa a tal punto che il terreno è prossimo alla desertificazione. Per questo ha deciso di creare un movimento di opinione che convinca i governi democratici a intervenire a favore del suolo: “Save Soil” crede che in ogni democrazia le persone siano il valore principale e l’obiettivo della campagna è mobilitare i cittadini affinché spingano i governi a promuovere politiche di lunga durata per il bene del pianeta.
Fabio Volo in dialogo con lo yogi. Lo scrittore e conduttore radiofonico e tv Fabio Volo, ospite anche del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2021, è un grande sostenitore dello yogi conosciuto in rete durante il lockdown, e ha condotto la seconda parte dell’intervista. In quest’occasione, Sadhguru ha sottolineato un ulteriore aspetto importante della campagna “Save Soil” e cioè che il movimento non ha nemici e non è contro nessuno. La generazione attuale, evidenzia il fondatore della campagna, è l’ultima che può opporsi al disastro ambientale: ognuno di noi è direttamente o indirettamente responsabile del suolo, ma allo stesso tempo, ha ricordato Sadhguru, siamo anche tutti parte della soluzione e pertanto è nostro compito collaborare. Non un movimento di protesta, dunque, ma un modo di agire adesso per non pentirci quando non sarà più possibile farlo. Per ribadire l’importanza della rivitalizzazione del suolo e gli effetti devastanti degli ultimi decenni, lo yogi ha messo in luce il fatto che per assimilare le stesse sostanze nutritive che erano presenti in un’arancia vent’anni fa, oggigiorno occorre mangiare otto arance. Questo esempio offre un’immagine chiara dell’impoverimento del suolo per cui è necessario fare il possibile per invertire la tendenza. Per dirla con le parole dello yogi fondatore di “Save Soil”: “Dobbiamo essere consapevoli che se uccidiamo il suolo, uccidiamo il pianeta. Tutte le altre questioni sono rilevanti solo se abbiamo un pianeta”. Il viaggio di Conscious Planet continua.
È possibile rivedere l’evento a questo link.
di Elisa Capobianco