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Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile

Nel 2021 l’aiuto allo sviluppo (Aps) è aumentato del 4,4% in rispetto al 2020, per via degli aiuti ai Paesi ricchi hanno fornito ai Paesi fragili per fronteggiare il Covid-19. Anche in Italia nel 2021 l’Aps è cresciuto dallo 0,22% allo 0,28%, ma si tratta in parte di “aiuto gonfiato” ovvero di risorse spese nei Paesi donatori e si è ancora molto lontani dall’obiettivo dello 0,70% del Reddito nazionale lordo (Rnl).

Notizie

Meglio negli ultimi anni, ma la performance politica italiana rimane insostenibile

Dal 2014 la performance politica dell’Italia è notevolmente migliorata in termini di sostenibilità, ma è ancora insufficiente rispetto alla media Ocse. Punteggi sufficienti invece per democrazia e governance, secondo la Fondazione Bertelsmann.

Il "Sustainable Governance Indicators 2017" (Sgi), gestito dalla Bertelsmann Foundation, è una piattaforma basata su un’indagine sulle governance nazionali di 41 Paesi dell’Ue e dell’Ocse per identificare le riforme necessarie per i Paesi in termini di sostenibilità. Il Sgi mette a disposizione un database interamente accessibile a tutti, riunendo una vasta rete di esperti e professionisti interessati a comprendere quali aspetti funzionano meglio in una governance sostenibile, per permettere agli utenti di realizzare un confronto tra Paesi, promuovere lo scambio di buone pratiche e generare innovazione.

Il Sgi valuta la sostenibilità dei Paesi rispetto a tre aree: la performance politica (a livello economico, sociale e ambientale), basata su dati qualitativi e quantitativi per 16 aree, tra cui mercato del lavoro, inclusione sociale e difesa dell’ambiente a livello globale; la democrazia, che include aree come l’accesso all’informazione e il rispetto di libertà e diritti, presa in esame perché per rispondere tempestivamente alle sfide servono il supporto e la fiducia dei cittadini; la governance, analizzata per valutare la presenza o meno di meccanismi istituzionali che rafforzano la capacità di agire del settore pubblico (“capacità esecutiva”) e la misura in cui cittadini, Ong e altre organizzazioni sono dotati della competenza partecipativa necessaria a rendere il governo responsabile delle sue azioni ("responsabilità esecutiva"), al fine di favorire l’adozione di politiche di lungo termine che salvaguardino gli interessi delle future generazioni.

Rispetto ai Paesi Ocse, l’Italia presenta punteggi sufficienti per la sfera della democrazia (7,3 punti, in linea con la media Ocse) e quella della governance (6,6 punti per la capacità esecutiva, in linea con la media Ocse, e 6,0 per la responsabilità esecutiva, di alcuni punto sotto rispetto alla media Ocse di 6,5). Per contro, l’Italia è carente rispetto alla performance politica: 5,5 punti per le politiche economiche, 5,7 quelle sociali e 5,5 quelle ambientali, rispetto alle rispettive medie Ocse di 6,3 per le prime, 6,3 per le seconde e 6,0 per le terze. Così, rispetto ai 41 Paesi analizzati, l’Italia si colloca in 27esima posizione per la performance politica dopo Paesi come Corea del Sud, Slovenia e Repubblica Ceca. 

La performance politica italiana è notevolmente migliorata rispetto al 2014, facendo collocare il Paese terzo in classifica tra i 41 Paesi analizzati per il livello di crescita degli ultimi anni (+0,57 rispetto al 2014) della performance politica dopo Spagna (+0,61) e Irlanda (+0,60). Nonostante i progressi, però, la performance politica registra importanti criticità che richiedono nuovi interventi, in particolare:

  • l’aumento degli ultimi anni del tasso di disoccupazione, con una situazione grave soprattutto per i più giovani, e un elevato numero di Neet (giovani che non studiano e non lavorano);
  • la rete di sicurezza sociale presenta gravi carenze, i programmi sociali non riescono a sostenere una fascia molto ampia dei più deboli e le politiche fiscali redistributive non riescono a supportare le famiglie a basso reddito;
  • sebbene la qualità del servizio sanitario sia buona, persistono forti disuguaglianze regionali e i tassi di partecipazione della forza lavoro tra le donne sono bassi, così come i tassi di natalità;
  • maggiore attenzione è stata data alla prevenzione dell'immigrazione clandestina e all'accoglienza dei rifugiati anziché all'integrazione;
  • l'approvvigionamento idrico e la gestione dei rifiuti continuano a rappresentare un grave problema per il contesto italiano, in particolare al Sud;
  • l’inquinamento da traffico è un problema anche nelle città più piccole, considerato che l’Italia è tra i Paesi con il più alto numero di automobili pro capite al mondo.

Di Flavia Belladonna

 

Visita il Sustainable Governance Indicators 2017

Consulta il Report sull’Italia

venerdì 13 ottobre 2017

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