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PARTNERSHIP PER GLI OBIETTIVI

Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile

Nel 2021 l’aiuto allo sviluppo (Aps) è aumentato del 4,4% in rispetto al 2020, per via degli aiuti ai Paesi ricchi hanno fornito ai Paesi fragili per fronteggiare il Covid-19. Anche in Italia nel 2021 l’Aps è cresciuto dallo 0,22% allo 0,28%, ma si tratta in parte di “aiuto gonfiato” ovvero di risorse spese nei Paesi donatori e si è ancora molto lontani dall’obiettivo dello 0,70% del Reddito nazionale lordo (Rnl).

Notizie

La statistica al servizio degli SDG's: da Eurostat un rapporto sull'importanza dei dati

“Più ne sappiamo, meglio possiamo agire”: solo con informazioni accurate è possibile fornire aiuti ai Paesi in via di sviluppo dove maggiormente servono. A sottolinearlo è Eurostat nel rapporto “We can do better if we know better. Statistics for Development 2016”.

“Più ne sappiamo, meglio possiamo agire”, è questo il senso del rapporto “We can do better if we know better. Statistics for Development 2016" pubblicato il 20 giugno da Eurostat, l'ufficio statistico dell'Unione europea, nel quale viene sottolineata l'importanza della statistica a servizio dello sviluppo sostenibile, per meglio affrontare le emergenze legate al cambiamento climatico, allo sfruttamento delle risorse ambientali, agli aspetti negativi della globalizzazione e dei fenomeni migratori.

L'impegno comune degli stati membri, delle istituzioni e della Commissione europea forniscono ai Paesi in via di sviluppo circa la metà degli aiuti internazionali ed è per questo, puntualizza Eurostat, che è fondamentale tenere conto di come vengono impiegate e che impatto hanno le risorse stanziate per quei Paesi.
Se, ad esempio, i finanziamenti finiscono dove occorrono maggiormente, oppure se vengono impiegati secondo gli accordi per i quali erano stati trasferiti. E ancora: si può riscontrare al termine di questi progetti un effettivo miglioramento nelle condizioni di vita dei più bisognosi? A queste domande il rapporto cerca di dare risposte, mostrando come una sistematica raccolta ed elaborazione di dati possa poi anche fare la differenza nella programmazione di futuri interventi e soluzioni. Un importante passo è stato compiuto negli ultimi anni, quando la raccolta di queste informazioni è stata demandata anche agli attori stessi protagonisti dei finanziamenti, producendo  un quadro più completo della povertà nel loro Paese.
L'aiuto che a questo punto la statistica può offrire è quello di trasformare gli obiettivi di sviluppo in risultati che possono essere misurati. In questo senso Eurostat invoca una “rivoluzione nei dati” per ottenere più velocemente e facilmente un maggior numero di informazioni disaggregate, dalle quali partire per ridurre la povertà e perseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile. 

E' il caso della Tanzania, dove il governo ha istituito un sistema di monitoraggio della povertà basato su cifre credibili e aggiornate periodicamente, utilizzate poi per migliorare il suo programma di riduzione della povertà, il Poverty Reduction Strategy, e agire su sicurezza alimentare e miseria nelle campagne.
O ancora in Burkina Faso, dove la cooperazione tra Ue e governo locale ha dato vita a un piano per il periodo compreso tra il 2014 e il 2020 concentrato su tre settori: governance, salute e sicurezza alimentare. La chiave della riuscita del progetto è che gli aiuti da parte dell'Ue dipendono dai risultati che il Paese riesce a ottenere, per questo risulta cruciale il monitoraggio e la possibilità di misurare e quantificare i progressi raggiunti.

di Elis Viettone

mercoledì 6 luglio 2016

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