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SALUTE E BENESSERE

Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età

In Italia, gli infermieri sono 5,49 per mille abitanti, contro un valore medio del 9,42 per mille di Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna. Inoltre, si registra un incremento delle patologie dell’area psichiatrica e psicologica, tra le criticità accentuate dalla pandemia in Italia, che è nell’ordine del 25-30%. 

 

Notizie

Il prezzo dell’inquinamento: 1,7 milioni di bambini morti ogni anno

Più di un quarto dei decessi di bambini sotto i cinque anni è dovuto a un ambiente nocivo per la salute, dice l’Oms. Tra i principali fattori di rischio l’inquinamento e il fumo passivo, ma anche scarti elettronici e residui chimici.

Il 26% dei decessi infantili dovuti alle cause più comuni (diarrea, malaria e polmonite) potrebbero essere prevenuti con interventi volti alla riduzione dei fattori di rischio ambientale. A rivelarlo è il nuovo Rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), “Inheriting a Sustainable World: Atlas on Children’s Health and the Environment”, lanciato il 6 marzo, che spiega che il legame tra ambiente e salute dei bambini riguarda tutti gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, ma in particolare il terzo, che stabilisce la necessità di “assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età”.

Il periodo prenatale e la prima infanzia sono momenti di particolare vulnerabilità nella vita di ogni individuo. L’esposizione a fattori nocivi comincia già nel grembo materno, aumentando il rischio di nascita prematura e altre complicazioni. Quando, poi, neonati e bambini vengono esposti a inquinamento e fumo passivo, aumenta per loro il rischio di sviluppare la polmonite in età infantile, così come il rischio a vita di sviluppare malattie respiratorie croniche come l’asma, o malattie cardiache, infarti e tumori.

Tra i fattori ambientali che incidono maggiormente sulla salute infantile, il Rapporto parla di problemi tradizionali, oggi più presenti nei Paesi in via di sviluppo, e problemi emergenti, più rilevanti nei Paesi industrializzati. I pericoli tradizionali includono l’inquinamento dell’aria e dell’acqua e le malattie trasmesse da vettori (organismi viventi, per lo più insetti). I fattori di rischio emergenti sono invece rappresentati dai residui chimici che contaminano l’ambiente e il cibo, dai rifiuti elettronici scartati inadeguatamente, e dal cambiamento climatico. Quest’ultimo, causando un innalzamento delle temperature, condiziona la diffusione dei pollini (incidendo su patologie quali l’asma), la resa dei raccolti (con possibili effetti in termini di malnutrizione) e la trasmissione delle malattie.

C’è poi il Rapporto “Don’t pollute my future! The impact of the environment on children’s health”, lanciato anch’esso il 6 marzo, in cui l’Oms fornisce un quadro degli impatti delle condizioni ambientali sulla salute infantile quantificandoli per tipo di malattia. Dal documento emerge che ogni anno 1,7 milioni di bambini muoiono per cause attribuibili a fattori ambientali. Di questi:

  • 570mila muoiono a seguito di infezioni respiratorie quali la polmonite. Nei Paesi a basso e medio reddito, più della metà di queste malattie è riconducibile all’inquinamento atmosferico e domestico;
  • 360mila muoiono a causa della diarrea. Si stima che il 57% delle malattie di questo tipo siano dovute a fattori ambientali come l’acqua contaminata;
  • 270mila muoiono nel loro primo mese di vita a causa di condizioni che potrebbero essere prevenute garantendo accesso ad acqua pulita e servizi igienico-sanitari adeguati, o riducendo l’inquinamento atmosferico;
  • 200mila decessi infantili per malaria potrebbero essere prevenuti attraverso misure di gestione ambientale rivolte alle fonti di acqua potabile;
  • 200mila muoiono a causa di danni non intenzionali attribuibili a fattori ambientali, come l’avvelenamento, le cadute o l’annegamento.

In entrambi i Rapporti, l’Oms raccomanda ai Governi di sviluppare una serie di politiche per salvaguardare la salute infantile e rendere più sicuri gli ambienti domestici e urbani. Queste politiche dovrebbero essere volte a ridurre le emissioni dovute ai trasporti, garantire l’accesso a servizi igienico-sanitari adeguati nelle scuole, ridurre l’utilizzo di pesticidi e sostanze chimiche nell’agricoltura e nei processi industriali, monitorare lo stato di salute delle popolazioni, e sviluppare programmi educativi sugli effetti delle condizioni ambientali sulla salute.

 

  di Lucilla Persichetti

mercoledì 8 marzo 2017

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