per dare un futuro alla vita   
e valore al futuro

ISTRUZIONE DI QUALITA'

Assicurare un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva, e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti

In Italia la dispersione scolastica passa dal 14,7% nel 2018 al 13,1% nel 2021, a fronte di una media Ue del 9,7%. Permangono divari di genere più forti che negli altri Paesi europei e allarmanti disparità sociali e territoriali con riferimento alla qualità degli apprendimenti.

Notizie

Italia penultima per numero di laureati e più di un giovane su quattro è Neet

Secondo l’Ocse, soltanto il 18% degli italiani possiede una laurea, con prevalenza nelle discipline umanistiche. Ma l’orientamento dei neolaureati non risponde ai bisogni di un’economia sempre più in cerca di competenze scientifiche.

Ogni anno l’Ocse analizza lo stato dell’educazione nel mondo con il Rapporto “Education at a glance”. L’edizione del 2017 è la prima a dedicare un intero capitolo al quarto Obiettivo di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, su un’istruzione di qualità, equa e inclusiva, e opportunità di apprendimento permanente per tutti.

I dati relativi all’istruzione in Italia sono stati presentati il 12 settembre a Roma da Francesco Avvisati e Giovanni Maria Semeraro, economisti dell’Ocse.

Secondo l’analisi, soltanto il 18% degli italiani tra i 25 e i 64 anni è laureato, cifra che rappresenta la metà della media Ocse. Di tutti gli adulti con un’istruzione superiore, inoltre, il 30% è laureato in discipline umanistiche. Si tratta della percentuale più alta tra tutti i Paesi esaminati, ma non è molto incoraggiante se si considera che il mercato del lavoro non premia l’orientamento dei neolaureati. I tassi di occupazione più bassi, infatti, sono proprio associati alle discipline umanistiche (74%), mentre i più alti sono nelle discipline scientifiche quali Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica (82%), riflettendo la domanda di un’economia sempre più improntata all’innovazione.

Le ripercussioni di titoli di studio poco legati ai bisogni emergenti dell’economia sono più forti per le donne, più spesso laureate in discipline a basso tasso di occupazione. Infatti, le donne rappresentano il 71% dei neolaureati in Lettere e il 63% di quelli in Scienze politiche, Sociologia o Scienze della comunicazione, mentre sono una minoranza tra i neolaureati in Ingegneria (31%) e in Tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni (21%).

C’è poi l’elevata percentuale di persone tra i 15 e i 29 anni che non sono occupate o iscritte a un percorso di formazione (Neet): in Italia sono il 26% , quasi il doppio della media Ocse (14%). Presenta un dato peggiore soltanto la Turchia, con il 28%.

"Personalmente”, ha spiegato Francesco Avvisati, “non direi mai che ci sono troppi laureati: la cultura non è mai troppa. Ci sono troppi laureati in Lettere e faticano a trovare un impiego che corrisponda alle loro qualifiche. D'altro canto, nel sistema universitario non trovano passerelle per riorientarsi verso discipline dove gli sbocchi occupazionali sono migliori".

A tutto questo si aggiungono i persistenti divari regionali, con il Sud e le isole in fondo alla classifica dei tassi di istruzione e in vetta per numero di Neet: soltanto il 15% dei giovani del Mezzogiorno possiede un livello di istruzione superiore, a fronte del 20% nelle Regioni del Centro (con livelli più alti nel Lazio, 23%, in Umbria, 21%, e in Emilia-Romagna, 21%) e un giovane su tre non è occupato o in formazione.

Il Rapporto Ocse “Education at a glance 2017
La sintesi in italiano

di Lucilla Persichetti

giovedì 14 settembre 2017

Aderenti

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile - ASviS
Via Farini 17, 00185 Roma C.F. 97893090585 P.IVA 14610671001

Licenza Creative Commons
This work is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale