Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Altre iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Luisa Leonzi
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Meno incontri e relazioni più deboli: cresce la solitudine nei Paesi Ocse

Il 10% delle persone si sente privo di sostegno, il 6% si dichiara spesso solo e l’8% non ha amici intimi. Uomini e giovani i più esposti. Servono più infrastrutture sociali e spazi digitali sicuri. 29/10/25

mercoledì 29 ottobre 2025
Tempo di lettura: min

La qualità e la quantità dei legami sociali sono determinanti per il benessere individuale e collettivo, oltre che incidere su salute, istruzione e lavoro. È quanto emerge dal nuovo rapporto “Social connections and loneliness in Oecd countries” pubblicato il 16 ottobre dall’Ocse, che misura lo stato delle relazioni sociali nei Paesi membri. Il documento si basa sull’analisi comparata di fonti statistiche dedicate ad indicatori di benessere sociale, qualità delle relazioni, frequenza dei contatti e percezione di sostegno sociale. Quello che emerge è che più dei due terzi delle persone nei Paesi Ocse hanno interagito con amici o familiari almeno una volta al giorno nella settimana precedente e il 90% dichiara di poter contare su qualcuno in caso di bisogno. Tuttavia, una persona su dieci non si sente supportata, l’8% dichiara di non avere amici intimi e il 6% afferma di essersi sentita sola per la maggior parte del tempo nelle ultime quattro settimane.

Qualità delle relazioni

Il report sottolinea che frequentare amici o familiari non implica necessariamente relazioni di buona qualità. Le relazioni positive sono associate a migliori condizioni di salute, maggiore soddisfazione lavorativa e migliori performance scolastiche, mentre la solitudine e la disconnessione sociale aumentano il rischio di mortalità precoce, fino a 871mila decessi globali ogni anno, e incidono negativamente sulla salute mentale e fisica.

Meno incontri

Negli ultimi quindici anni, le interazioni faccia a faccia sono diminuite in modo costante: nei 21 Paesi europei membri dell’Ocse, la quota di persone che vedono quotidianamente amici o familiari, è calata tra il 2006 e il 2022 in modo costante, mentre sono aumentati i contatti a distanza. Tra il 2018 e il 2022 si registra un calo nella percezione del sostegno sociale e della soddisfazione relazionale, in particolare dopo la pandemia.

Più poveri e più soli

Le disuguaglianze restano marcate: le persone disoccupate o con redditi bassi hanno il doppio delle probabilità di sentirsi sole rispetto alla media, e chi vive da solo è 1,5 volte più insoddisfatto delle proprie relazioni. Gli anziani sono il gruppo più esposto all’isolamento: l’11% di loro non incontra mai amici nel corso dell’anno, più del doppio rispetto alla media generale.

Uomini e giovani a rischio

 Il Rapporto segnala anche un cambiamento nei gruppi più a rischio. Mentre in passato gli uomini tendevano a dichiararsi meno soli e più soddisfatti delle proprie relazioni rispetto alle donne, tra il 2018 e il 2022 questi due indicatori registrano un peggioramento. Anche i giovani tra i 16 e i 24 anni mostrano un aumento marcato del senso di solitudine, una riduzione della soddisfazione relazionale e del sostegno percepito, e meno incontri in presenza con gli amici. Un mutamento che secondo gli esperti è dipeso dal cambiamento nei modelli di socialità e dalla digitalizzazione delle relazioni.

Ministri della solitudine

L’Ocse osserva che la consapevolezza politica sul tema è cresciuta rapidamente. Dopo la pandemia, Regno Unito e Giappone hanno nominato ministri dedicati alla solitudine; Germania, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Svezia e Spagna hanno adottato strategie nazionali e nel maggio 2025 l’Assemblea mondiale della sanità ha approvato una risoluzione che riconosce la connessione sociale come una priorità di salute globale. Le politiche pubbliche, continua il Rapporto, sono in una fase iniziale. La maggior parte delle iniziative riguarda individui isolati o soli, ma servono interventi a livello comunitario, come lo sviluppo di infrastrutture sociali (biblioteche, parchi, centri civici) che favoriscano l’incontro, e la creazione di spazi digitali sicuri, soprattutto per i giovani. Per progettare soluzioni efficaci, conclude il Rapporto, è essenziale una conoscenza dettagliata delle comunità più vulnerabili e un monitoraggio continuo dei risultati. Solo in questo modo sarà possibile valutare se le connessioni sociali stiano migliorando o deteriorando nel tempo e trasformare l’attenzione politica in risultati misurabili per la salute e il benessere collettivo.

Scarica il Rapporto

 

Copertina: Unsplash

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