Rinnovabili al 49%, ma le emissioni crescono: Italia tra progresso e resistenze
Relazione sullo stato della Green economy: il nostro Paese leader in economia circolare, ma in ritardo su clima, energia e mobilità. Ronchi: la transizione ecologica è una necessità economica e sociale. 20/11/25
Da un lato i progressi su energia rinnovabile, circolarità e agricoltura biologica; dall’altro, emissioni ancora elevate, consumo di suolo e mobilità ferma. È una fotografia dell’Italia bivalente quella offerta dalla Relazione sullo Stato della Green Economy 2025, presentata a Rimini, durante Ecomondo, nel corso della 14ª edizione degli Stati Generali della Green Economy. Un appuntamento annuale che monitora l’evoluzione della green economy nazionale, individuando trend, criticità e opportunità per le politiche pubbliche e per le imprese. Tema centrale dell’edizione 2025: conviene o meno all’Italia tornare indietro nella transizione verde?
“Il clima non aspetta: ogni rinvio aumenta il prezzo da pagare”, ha ricordato Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, commentando il segnale negativo giunto dal Consiglio Ambiente dell’Ue, che ha introdotto una doppia flessibilità nel target di riduzione delle emissioni al 2040. Secondo Ronchi, l’Italia ha oggi tutte le carte per guidare la transizione grazie a imprese innovative e primati europei in economia circolare, ma deve evitare frenate politiche e operative.
Anche il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin ha ribadito come la green economy italiana sia “un esempio da seguire per l’economia del futuro”, sottolineando l’importanza di investire in innovazione, sicurezza energetica e crescita sostenibile.
Emissioni e clima: troppo lenti i progressi
Dal 1990 al 2024, le emissioni di gas serra in Italia sono diminuite del 28%, ma il taglio del solo 2024 è stato solo del 2%, quattro volte inferiore rispetto al 2023. Per rispettare l’obiettivo del -43% al 2030, servirà un’ulteriore riduzione del 15% nei prossimi sei anni.
Il 2024 è stato l’anno più caldo di sempre, con oltre 3.600 eventi climatici estremi registrati, un dato quadruplicato rispetto al 2018 (Ispra). L’aumento delle temperature in Italia procede al doppio della media mondiale, confermando la vulnerabilità del Paese, al centro dell’hot spot climatico mediterraneo.

Energia e rinnovabili: crescita solida, ma non basta
Dal 2005 al 2024 i consumi di energia per unità di Pil si sono ridotti del 28%, ma restano inferiori alla media europea (-35%). Nel 2024 la produzione elettrica da fonti rinnovabili è stata pari al 49% della generazione nazionale. Un risultato coerente con il target Pniec del 70% al 2030, ma minacciato da un rallentamento delle nuove installazioni: nel primo semestre 2025, eolico e fotovoltaico sono calati del 17% rispetto al 2024, complice la fine del Superbonus e le restrizioni introdotte da alcune Regioni.
Economia circolare: l’Italia guida l’Europa
L’Italia importa il 46,6% dei materiali che utilizza, ma resta leader europeo in circolarità. La produttività delle risorse è cresciuta del 32% dal 2020 al 2024; il tasso di riciclo dei rifiuti ha raggiunto l’86%, e quello degli imballaggi il 75,6%. Il tasso di utilizzo circolare dei materiali è pari al 20,8%, più del doppio della media Ue. Il mercato delle materie prime seconde, soprattutto della plastica riciclata, resta però in crisi profonda, con effetti potenzialmente negativi sulla filiera della raccolta differenziata.

Mobilità e industria: auto elettrica in stallo
Con 701 auto ogni mille abitanti, l’Italia detiene il primato europeo per densità di veicoli. Nel 2024, la produzione nazionale di automobili ha rappresentato il 2,1% della produzione europea. La quota di auto elettriche sulle nuove immatricolazioni è scesa dal 8,6% al 7,6%, contro una media Ue del 22,7%. Il parco auto italiano resta alimentato per l’82,5% da benzina e diesel. Ritardo che pesa su competitività e obiettivi di decarbonizzazione del settore trasporti.

Agricoltura, consumo di suolo e città: adattarsi al clima che cambia. Tra il 1980 e il 2023 l’agricoltura italiana ha subito 135 miliardi di euro di danni dovuti a eventi climatici estremi.
Le superfici agricole biologiche e in conversione nel 2024 sono salite al 20,2% della Sau (Superficie agricola utilizzata), +81% rispetto al 2014 (Ismea). Sicilia, Puglia e Toscana concentrano il 38% della superficie bio nazionale.
Il consumo di suolo continua a crescere: 78,5 km² nel 2024, il valore più alto degli ultimi 12 anni. Le città italiane restano esposte agli impatti climatici: nel 2024, il 90,6% della popolazione urbana ha sperimentato temperature medie estive oltre i 40°C.

Le buone ragioni per non tornare indietro. Nella sua relazione introduttiva, Edo Ronchi ha ribadito che la green economy non è una scelta ideologica, ma una necessità economica e sociale.
In Europa, la transizione verde ha già prodotto risultati concreti: -37% di emissioni dal 1990 al 2023, 47% di energia elettrica da rinnovabili, e benefici crescenti in termini di risparmio e competitività (Agenzia europea dell’ambiente, 2025).
L’85% dei cittadini europei considera il cambiamento climatico un problema grave (Eurobarometro, giugno 2025).
“Il successo della transizione ecologica rafforzerebbe la fiducia nell’Europa, evitando retromarce che indebolirebbero non solo le politiche ambientali, ma l’intero modello di sviluppo europeo”, ha concluso Ronchi.
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