Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Altre iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Luisa Leonzi
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Notizie

Rapporto Eea: improbabile che gli obiettivi Ue ambientali vengano raggiunti

Il Rapporto dell’Agenzia per l’ambiente evidenzia il declino della biodiversità, lo stress idrico e il rapido riscaldamento dell’Ue. Occorre decarbonizzare l’economia e ripristinare gli ecosistemi. 27/10/25

La biodiversità europea continua a scomparire, gli ecosistemi si degradano e la crisi climatica avanza più rapidamente che in qualsiasi altra parte del mondo. È l’allarme lanciato dall’Agenzia europea per l’ambiente (Eea) nel nuovo rapporto “Europe’s Environment 2025”, che offre una panoramica aggiornata sullo stato dell’ambiente, del clima e della sostenibilità nel Continente.

Secondo l’Eea, le cause di questa crisi sono radicate nei modelli di produzione e consumo non sostenibili che alimentano il degrado del suolo, l’inquinamento e la perdita di biodiversità. In particolare, il sistema alimentare europeo continua a esercitare forti pressioni sugli ecosistemi terrestri, d’acqua dolce e marini. Un terzo della popolazione vive già in aree soggette a stress idrico. Le prospettive al 2030 restano preoccupanti: è improbabile che gli obiettivi ambientali e climatici concordati a livello europeo vengano raggiunti.

 

Europa sempre più calda

Il Rapporto sottolinea come l’Europa sia oggi il Continente che si riscalda più rapidamente, con un clima che si trasforma a “ritmo allarmante” e con effetti diretti su sicurezza, salute pubblica ed economia. L’aumento di eventi meteorologici estremi impone di accelerare l’adattamento di società e infrastrutture, garantendo allo stesso tempo che “nessuno sia lasciato indietro”.

Ma la crisi ambientale non è solo una questione ecologica: rappresenta una minaccia per la competitività economica europea, fortemente dipendente dalle risorse naturali. La neutralità climatica al 2050 - obiettivo cardine del Green Deal - potrà essere raggiunta solo con una gestione più responsabile di suolo, acqua e materie prime. In questa direzione, la protezione delle risorse naturali, l’adattamento ai cambiamenti climatici e la riduzione dell’inquinamento diventano condizioni essenziali per rafforzare la resilienza delle funzioni sociali vitali, dalla sicurezza alimentare alla disponibilità di acqua potabile.

Nonostante le criticità, l’Eea riconosce anche i progressi compiuti: dal 2005 l’Unione europea ha ridotto l’uso di combustibili fossili e raddoppiato la quota di energie rinnovabili, migliorando la qualità dell’aria e l’efficienza nell’uso delle risorse. Innovazione, lavoro verde e finanza sostenibile emergono come settori in crescita, a conferma che la transizione è possibile e può diventare motore di sviluppo.

Il documento invita tuttavia a un cambio di paradigma profondo: occorre decarbonizzare l’economia, accelerare la transizione verso la circolarità e ripristinare gli ecosistemi attraverso soluzioni basate sulla natura. Fondamentale sarà anche la riduzione delle emissioni dei trasporti e dell’agricoltura, mentre una maggiore circolarità potrà diminuire la dipendenza europea dalle importazioni energetiche e di materie prime critiche.

Non possiamo permetterci di ridimensionare le nostre ambizioni in materia di clima, ambiente e sostenibilità. Il nostro Rapporto sullo stato dell’ambiente, realizzato in collaborazione con 38 paesi, illustra chiaramente le conoscenze scientifiche e dimostra perché dobbiamo agire. Nell’Unione europea disponiamo di politiche, strumenti, conoscenze e decenni di esperienza di collaborazione per conseguire i nostri obiettivi di sostenibilità. Quello che facciamo oggi plasmerà il nostro futuro”, ha dichiarato Leena Ylä-Mononen, direttore esecutivo dell’Eea.

 

Il quadro italiano: tra progressi e nodi irrisolti

L’Italia, nel contesto europeo, mostra alcuni segnali incoraggianti ma resta chiamata ad affrontare sfide complesse. Cresce l’agricoltura biologica, aumenta la quota di energie rinnovabili e si riducono le emissioni di gas serra. Il Paese può contare su un’estesa rete di aree protette e su un’economia circolare tra le più avanzate d’Europa. Tuttavia, persistono criticità nella gestione dei rifiuti, nell’adattamento ai cambiamenti climatici e nella dipendenza da materie prime importate. Le disuguaglianze sociali e territoriali, la povertà energetica e la scarsa mobilità sociale restano ostacoli strutturali a una transizione equa. Per l’Eea “sarà essenziale integrare le politiche ambientali con quelle sociali ed economiche, rafforzando strumenti come il Piano nazionale di ripresa e resilienza e la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile”.

 

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lunedì 27 ottobre 2025

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