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L'allarme Wwf: entro il 2020 le specie animali e vegetali possono crollare del 67%
Nella pubblicazione del Living Planet Report, il Wwf analizza 14mila popolazioni di vertebrati di oltre 3.700 specie: tra il 1970 e il 2012 il numero di pesci, uccelli, mammiferi, anfibi e rettili si è ridotto del 58%.
Non a caso gli esperti lo chiamano Antropocene: l'era geologica in cui l'influsso dell'uomo sulla Terra è stato così rilevante da cambiare il corso naturale della sua evoluzione. Così tra il 1970 e il 2012 gli esemplari di pesci, uccelli, mammiferi, anfibi e rettili si sono ridotti del 58% e la previsione è che entro il 2020 la popolazione globale di specie animali e vegetali potrebbe crollare del 67%.
Dati allarmanti che il Wwf ha presentato nella relazione che pubblica ogni due anni e diffonde su scala globale, a proposito della salute del Pianeta. Il Living Planet Report analizza infatti oltre 14mila popolazioni di vertebrati di oltre 3.700 specie nel periodo compreso tra il 1970 al 2012.
"Il mondo selvaggio sta scomparendo a un ritmo senza precedenti", ha dichiarato Marco Lambertini, Direttore Generale di WWF Internazionale - "Ma la biodiversità rappresenta la base stessa del buono stato di salute delle foreste, dei fiumi e degli oceani. Senza le specie animali, gli ecosistemi crolleranno e con loro i ‘servizi’ che la natura ci fornisce quotidianamente come la purificazione dell’aria, dell’acqua, il cibo e la difesa dai cambiamenti climatici”.
Nel Report si segnala con forza la necessità di mettere in atto gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, ritenendoli una guida essenziale al quel processo decisionale in grado di assicurare che l'ambiente sia tenuto in conto al pari di altri interessi economici e sociali. “La buona notizia”, sottolinea infatti Lambertini, ”è che abbiamo gli strumenti per risolvere questo problema e dobbiamo usarli subito se vogliamo seriamente preservare un Pianeta vivente che sostenga la nostra sopravvivenza e il nostro sviluppo".
E dal Wwf arrivano anche quattro proposte in materia:
- il 4 novembre entrerà in vigore l’Accordo di Parigi sul cambiamento climatico. Da quel giorno l’Italia deve essere pronta a mantenere le proprie promesse e a incrementare l'impegno nel campo delle energie rinnovabili, l’efficienza ed il risparmio energetico, eliminando progressivamente l'uso di combustibili fossili;
- l’Italia deve provvedere in fretta alla realizzazione della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile in armonia con l’Agenda 2030;
- è stato formalizzato il 25 ottobre il Comitato nazionale per il capitale naturale che dovrà realizzare il primo rapporto sullo stato del capitale naturale dell'Italia entro il febbraio 2017. Il documento dovrà essere integrato nel Def e nella legge di bilancio;
- è necessaria la volontà politica per prendere in considerazione il valore del capitale naturale del Paese, elemento fondamentale per benessere e sviluppo.
Secondo il Rapporto Wwf, la produzione alimentare per sfamare una popolazione umana in aumento sta distruggendo gli habitat e sfruttando in modo insostenibile la fauna selvatica: l'agricoltura occupa circa un terzo della superficie totale della Terra e utilizza qusi il 70% dell'acqua, mentre almeno 50 Paesi hanno sofferto la sete. Inoltre più del 30% degli stock di pesce sono sovrasfruttati. Nella relazione vengono dunque presentate alcune soluzioni per giungere a processi produttivi che portino cibo per per tutti ma in maniera sostenibile.
Alla presentazione del Rapporto, che si è tenuta alla Camera dei deputati, sono intervenuti la Presidente della Camera, Laura Boldrini, il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, l’economista Enrico Giovannini e la Presidente di Wwf Italia, Donatella Bianchi.
di Elis Viettone