Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Progetti e iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Niccolò Gori Sassoli.
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Rubrica: Europa e Agenda 2030

I quattro pilastri dell’accordo Brexit

Settimana dell’Ue 21-27/12: presentato l’accordo per la Brexit. Un accordo di libero scambio basato su equità e parità di condizioni, per lo sviluppo sostenibile e il contrasto ai cambiamenti climatici. 28/12/20

Guarda la rassegna dal 21 al 27 dicembre 2020

Lo scorso 24 dicembre, Michel Barnier - capo negoziatore per l’Ue dell’accordo per la Brexit, ha introdotto una sintetica presentazione del nuovo partenariato Ue - Uk,  con questa premessa: il Regno unito ha scelto di lasciare l’Unione europea e il mercato unico, di rinunciare ai diritti e ai vantaggi di uno Stato membro Ue. Il nostro accordo non replica questi diritti e questi vantaggi. Ci saranno dunque, malgrado l’accordo, dei veri cambiamenti dal 1 gennaio - tra otto giorni - per molti cittadini e imprese. Ma abbiamo comunque costruito un nuovo partenariato per l’avvenire.

L’accordo si basa su quattro pilastri:

  1. Un accordo di libero scambio ambizioso ed equo, senza nè tariffe nè quote, con al cuore nuove regole del gioco economico basate su parità di condizioni (level playing field), che segneranno l’avvio di una nuova generazione di accordi di libero scambio per l’Unione europea.

  2. Un partenariato economico e sociale senza precedenti che coprirà: a) trasporti aeri e su strada, b) l’energia, c) la lotta contro i cambiamenti climatici, d) la pesca, e) ricerca e innovazione, f) una clausola di non discriminazione tra cittadini europei che si applica ai visti, ai servizi e al coordinamento della sicurezza sociale. Su questo punto Barnier evidenzia, esprimendo il proprio dispiacere, che il governo britannico ha deciso di non partecipare al programma Erasmus e che l’ambizione in materia di mobilità dei cittadini non è al livello dei legami storici Ue-Uk.

  3. Sicurezza dei cittadini: stretta cooperazione per la lotta contro il terrorismo e la criminalità, rispetto e protezione dei diritti fondamentali e protezione dei dati personali. Resta ancora da negoziare un accordo per una politica estera comune, la difesa e lo sviluppo.

  4. Una governance dell’accordo fondata sul dialogo e la consultazione, definizione di meccanismi di risoluzione delle controversie vincolanti, una messa in opera credibile in ciascun ordine giuridico, rimedi o sanzioni, anche unilaterali, rapidi ed efficaci, da mettere in pratica quando necessario.

Il testo dell’accordo richiama specificamente lo sviluppo sostenibile (cfr. Parte 2 - titolo XI) l’Agenda 2030 (specificamente al capitolo 8) nell’ambito delle regole di parità per la competizione commerciale, indicando che:

  • gli attuali standard elevati applicabili nei settori del lavoro e degli standard sociali, dell’ambiente, e del contrasto ai cambiamenti climatici non possono essere abbassati in modo tale da influire sugli scambi o sugli investimenti;
  • regole solide e complete eviteranno distorsioni create da sussidi, pratiche anticoncorrenziali o comportamenti discriminatori e abusivi da parte di imprese statali.
  • norme e regole specifiche e una dichiarazione politica comune nel settore della tassazione contribuiranno alla trasparenza fiscale e a contrastare l'elusione fiscale e regimi e pratiche fiscali dannose;
  • una serie di impegni ad ampio raggio basati sui precedenti impegni più ambiziosi dell’Ue, garantirà che il commercio sostenga lo sviluppo sostenibile, anche cooperando al livello internazionale.

In base all'accordo, entrambe le parti hanno convenuto che la lotta al cambiamento climatico e in particolare l'accordo di Parigi del 2015 sul clima costituisce un elemento essenziale del partenariato. Qualsiasi violazione di questo elemento essenziale da una Parte conferisce all'altra Parte il diritto di terminare o sospendere tutti o parti dell'Accordo. La lotta al cambiamento climatico è riportato già dal preambolo come elemento fondamentale con altri elementi essenziali: riaffermando l’impegno a favore dei principi democratici, dello Stato di diritto, dei diritti umani, della lotta alla proliferazione delle armi di distruzione di massa e della lotta ai cambiamenti climatici, che costituiscono elementi essenziali di questo accordo. E l’obiettivo della neutralità climatica al 2050 è specificamente richiamata.

Tra le diverse tematiche contemplate dalle oltre 1200 pagine del testo dell’accordo, troviamo anche una quarta sezione dedicata alla cooperazione tematica sulla sicurezza sanitaria e sulla cybersecurity.

L’accordo sarà presentato al Consiglio per raccogliere il consenso dei 27 Stati membri, e ciascuno avrà la possibilità e la responsabilità di pronunciarsi in merito, così come dovrà fare il Parlamento europeo. 
Come indicato dalla Commissione nelle “domande e risposte” sull’accordo divulgate lo stesso 24 dicembre,  considerate le circostanze, la proposta prevede una fase applicativa provvisoria fino al 28 febbraio 2021, nelle more dell’approvazione da parte del Consiglio e del Parlamento.

L’indomani, 25 dicembre, la Commissione ha adottato anche la proposta per uno stanziamento di 5 miliardi quale fondo di aggiustamento, destinato all’assistenza delle attività economiche e dei lavoratori, comunità locali e pubblica amministrazione, affetti dalle ricadute della brexit . L’operativà del fondo sarà successiva alla scadenza del periodo transitorio fissato al 31 dicembre 2020 e dovrà coprire nell’arco di 30 mesi le spese necessarie in cui incorreranno gli Stati membri.

Il fondo è oggetto di un regolamento che dovrà essere approvato dal Consiglio e dal Parlamento.


di Luigi Di Marco

Guarda la rassegna dal 21 al 27 dicembre 2020 

Altre informazioni sull'accordo commerciale e di cooperazione tra l’Unione europea e il Regno Unito

 

lunedì 28 dicembre 2020

Aderenti