Rubrica: #UnescoSostenibile
Matera, da paesaggio scavato nella roccia a modello di resilienza climatica e innovazione sociale
Un gemello digitale per simulare scenari di rischio e orientare le politiche, coppi fotovoltaici integrati e soluzioni “invisibili” a impatto zero, una strategia comunale per la resilienza idrica. Matera all’insegna della sostenibilità.
Intervista al sindaco Antonio Nicoletti e a Lucia Gaudiano, assessora comunale e Site Manager del Sito patrimonio mondiale Unesco “Sassi e Altopiano Murgico” – Comune di Matera. A cura di Annateresa Rondinella, Cattedra Unesco in Comunità energetiche sostenibili – Università di Pisa.
“Il patrimonio culturale non deve essere percepito come un vincolo alla transizione: è il nostro alleato strategico. Le città antiche come Matera possono guidare una nuova diplomazia del clima, in cui la storia non è solo da preservare, ma diventa motore di innovazione e giustizia ambientale”, dichiara il sindaco di Matera Antonio Nicoletti, tracciando una visione che supera la mera conservazione per proiettare la città nel cuore delle politiche europee per il clima.

Iscritta nel 1993 nella Lista del patrimonio mondiale Unesco come primo paesaggio culturale riconosciuto in Italia, Matera è il simbolo vivente di un equilibrio millenario tra essere umano e ambiente, dove l’adattamento naturale ha generato uno dei più antichi esempi di architettura sostenibile al mondo. Una città che, nel Dopoguerra, era stata definita “vergogna nazionale” per le condizioni di povertà e degrado, e che nel giro di pochi decenni ha compiuto una trasformazione radicale fino a diventare Capitale europea della Cultura nel 2019, assumendo un ruolo guida nel dialogo tra patrimonio, innovazione e comunità. “Il nostro obiettivo non è introdurre tecnologie invasive, ma generare una nuova compatibilità tra tutela del paesaggio e uso intelligente dell’energia. Con il progetto del Gemello digitale e le comunità energetiche vogliamo dimostrare che il patrimonio può diventare generatore di valore ambientale e sociale”, sottolinea Lucia Gaudiano, assessore comunale e site manager del sito Unesco.
Il sito Unesco dei Sassi di Matera, insieme all’altopiano murgico, è soggetto a uno dei più alti livelli di tutela paesaggistica e archeologica d’Europa. Ogni intervento tecnologico deve misurarsi con la responsabilità di preservare un equilibrio millenario tra morfologia naturale, architettura rupestre e identità culturale. Questo implica che l’installazione di impianti fotovoltaici o soluzioni energetiche tradizionali non è consentita all’interno del perimetro Unesco. Le coperture degli edifici storici non possono ospitare pannelli visibili, né sono possibili scavi per reti energetiche invasive, a causa dei vincoli archeologici e paesaggistici. Tuttavia, questa apparente limitazione si sta trasformando in un’opportunità di innovazione culturale e tecnologica. L’amministrazione comunale ha avviato un confronto con la Soprintendenza per esplorare l’introduzione di coppi fotovoltaici integrati e soluzioni “invisibili” a impatto zero, progettate specificamente per il sito Unesco.
Parallelamente, la città sta puntando sull’adesione a Comunità energetiche rinnovabili (Cer) localizzate al di fuori del perimetro Unesco, con l’obiettivo di redistribuire i benefici energetici e sociali anche ai/alle residenti del centro storico, generando un modello di equità climatica. Nonostante i limiti all’installazione di rinnovabili, sono già stati realizzati interventi strutturali di riduzione del consumo energetico: Relamping Led nell’intero centro storico e nei Rioni Sassi, Studio illuminotecnico avanzato che ha permesso di valorizzare elementi architettonici invisibili prima d’ora, Microclima naturale dei Sassi, che riduce il fabbisogno energetico grazie alla natura ipogea degli ambienti scavati nella calcarenite. Queste soluzioni dimostrano che la transizione energetica nel sito Unesco non passa solo dall’installazione di nuove tecnologie, ma dalla riattivazione di intelligenze ambientali antiche e dalla rigenerazione del paesaggio culturale come risorsa energetica naturale.
Il cambiamento climatico non è una prospettiva astratta per Matera, ma una realtà tangibile che investe direttamente il suo paesaggio culturale. Le precipitazioni improvvise e sempre più intense hanno reso evidente la necessità di ripensare le infrastrutture di protezione non come elementi aggiunti al Sito, ma come parte integrante della sua storia evolutiva. Nei Sassi, l’acqua è da millenni un elemento strutturale della vita cittadina: i sistemi di raccolta, convogliamento e stoccaggio – cisterne, cunicoli, palombari – rappresentano non soltanto un capolavoro di ingegneria idraulica arcaica, ma un modello contemporaneo di adattamento alla scarsità e alle oscillazioni climatiche. È da questa eredità che nasce la nuova strategia comunale per la resilienza idrica, che punta a integrare le antiche infrastrutture sotterranee con interventi di messa in sicurezza del perimetro urbano e sistemi di captazione delle acque meteoriche in grado di prevenire il rischio idrogeologico. “Non stiamo soltanto proteggendo i Sassi: stiamo dimostrando che la storia è un dispositivo di resilienza. Il nostro compito è trasformare l’eredità idrica e ambientale di Matera in una piattaforma intelligente per la gestione del futuro”, afferma l’assessora Lucia Gaudiano, evidenziando come la tutela del patrimonio sia strettamente legata alla capacità di innovare.
In questa visione, la transizione digitale diventa strumento essenziale per garantire la sopravvivenza e la competitività del sito Unesco. Il progetto del Gemello digitale, sviluppato in collaborazione con il Cnr nell’ambito della Casa delle tecnologie emergenti, rappresenta un salto di paradigma: per la prima volta il patrimonio mondiale non viene semplicemente monitorato, ma trasformato in un organismo cognitivo, in grado di generare dati predittivi, simulare scenari di rischio e orientare in modo dinamico le politiche pubbliche. Matera non si limita a conservare, ma inaugura un nuovo modello di urban intelligence applicata al patrimonio culturale, rendendo visibile la stretta connessione tra identità storica, sostenibilità energetica e sicurezza climatica.

Nel pieno della sua traiettoria evolutiva, Matera dimostra che il patrimonio non è una reliquia del passato, ma un motore di trasformazione sociale ed energetica. La città dei Sassi si propone oggi come piattaforma internazionale di sperimentazione, capace di coniugare tutela paesaggistica, innovazione tecnologica e giustizia ambientale, aprendo la strada a un nuovo modello di governance dei Siti Unesco. In un contesto globale in cui le città storiche si confrontano con le sfide dell’emergenza climatica, Matera non si limita a resistere: guida, interpreta, anticipa.
La visione strategica dell’amministrazione è chiara: costruire una transizione energetica che generi valore culturale, coesione sociale ed equità territoriale, facendo del patrimonio un attore centrale delle politiche europee sul clima. L’obiettivo non è solo adeguarsi alle normative, ma contribuire a ridefinirle dal punto di vista dei territori culturali, proponendo una nuova diplomazia del patrimonio come leva geopolitica per la sostenibilità.
“Il patrimonio storico e l’ambiente non rappresentano solo un’eredità del passato, ma una responsabilità verso l’umanità. Se per millenni Matera ha saputo vivere in equilibrio con il suo territorio, oggi quel patto deve diventare un impegno globale. La transizione energetica non è una rinuncia, ma un’occasione per riaffermare che i luoghi dell’identità possono essere anche i luoghi del futuro”, afferma il sindaco Antonio Nicoletti. Una visione che sembra rispondere alle parole di Carlo Levi, quando nel 1945 scriveva che «i Sassi sono la capitale contadina del mondo»: oggi quella capitale non chiede solo di essere ricordata, ma si propone come città che insegna al mondo come abitare il pianeta, trasformando la roccia in energia e la memoria in futuro.
Fonte foto: Sergio Palomba
