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Al via il “Museo dei futuri” su Radio3 Scienza, prima puntata a tema antropocene

Oggetti, soluzioni e visioni per un domani sostenibile al centro del programma di Rai Radio3, in onda dal 2 febbraio, in collaborazione con ASviS. Giovannini: “Un modo per ragionare di futuro e metterlo al centro del dibattito del Paese”.  2/2/24

venerdì 2 febbraio 2024
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Trasmessa oggi la prima puntata del “Museo dei futuri”, la trasmissione nata da un’idea di Rai Radio3 in collaborazione con l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS). Il programma, in onda tutti i venerdì dalle 11.30 a 12 all’interno di Radio3 Scienza, metterà al centro oggetti, soluzioni e visioni per un futuro sostenibile. Sarà composto di 20 puntate, a cura di Marco Motta con la redazione di Radio3 Scienza, riascoltabili in formato podcast su RaiPlay Sound e rilanciate in una pagina dedicata su FUTURAnetwork.

A introduzione del primo episodio un’intervista di Marco Motta a Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS. Motta ha sottolineato: “Con Enrico Giovannini, Luca De Biase e Michele Lanzinger avevamo ragionato al Festival “Futuradio” di Bolzano condividendo una diagnosi di partenza: il fatto che nel nostro Paese si fatica spesso a immaginare, a ragionare di futuro. Di qui la necessità di creare spazi come il Museo dei futuri”. Ma perché, chiede Motta, “futuri al plurale e non futuro?

Perché non si tratta di fare un esercizio di previsione del futuro”, ha risposto Giovannini, “ma di immaginare quali futuri potrebbero realizzarsi e quale vorremmo che fosse il futuro da realizzare per l’Italia, per noi, per la nostra società”.  

Nella puntata i giornalisti Elisabetta Tola e Luca De Biase dialogano con Michele Lanzinger, direttore del Muse, sul tema “Antropocene”. A partire da un “oggetto simbolo”, la sfera della National oceanic and atmospheric administration (Noaa) esposta al Museo di Trento, si provano a fornire scenari e traiettorie dei prossimi anni. Nelle settimane successive si terranno approfondimenti su intelligenza artificiale, spazio, corpo, bambini e molto altro.

Ma cos’è, esattamente, il “Museo dei futuri”?

Sarà un luogo, per ora non fisico, in cui proveremo a far entrare in contatto gli ascoltatori con i ricercatori che stanno lavorando a nuove soluzioni per il futuro” ha spiegato Enrico Giovannini a Bolzano durante il Festival “Futuradio”. “Il museo”, ha proseguito Giovannini, “è un importantissimo tassello di un progetto più ampio che vorremmo realizzare nei prossimi anni, ovvero la creazione di un Istituto sul futuro”.

Di fronte alle sfide significative che il nostro Paese (e non solo) si troverà ad affrontare nei prossimi anni, è infatti indispensabile migliorare la capacità di visione, anticipazione e programmazione di lungo termine da parte di attori pubblici e privati, alimentando al contempo il dibattito su rischi e opportunità che il futuro comporta per l’Italia. Per perseguire questo obiettivo è fondamentale realizzare iniziative, come la creazione di un Istituto o un “Museo dei futuri”, che possano andare a comporre insieme un vero e proprio “Ecosistema Futuro”, in grado di porre il futuro, o meglio ancora “i futuri”, al centro del dibattito culturale e politico del nostro Paese, superando lo shortermismo dominante nella politica, nelle strategie di molte imprese e nei comportamenti di ampi strati della società.

Il Museo dei futuri può essere una strada per l’alfabetizzazione allo studio dei futuri” ha aggiunto De Biase, sempre a Bolzano. Per Roberto Poli, professore dell’Università di Trento, si tratta di “uno strumento che serve per documentare e conoscere i futuri verso cui stiamo andando. Sviluppando conoscenza forse potremmo prendere decisioni migliori”. Strumento che, tra l’altro, viene già applicato in altri contesti: a livello europeo, ad esempio, c’è un Commissario dedicato al settore dello strategic foresight (previsione strategica), mentre il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha pubblicato nel corso del 2023 una serie di policy brief per arrivare preparati al Summit del Futuro, vertice che si terrà a settembre 2024 con l’obiettivo di rafforzare le strutture delle Nazioni Unite per affrontare con più consapevolezza le “nuove e vecchie sfide” dei prossimi anni.

Coinvolti nell’iniziativa del “Museo dei futuri” anche diversi musei del territorio nazionale, che hanno risposto con entusiasmo all’appello per dialogare sulle scelte da compiere per un domani sostenibile.

Leggi il comunicato stampa

 

di Flavio Natale

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