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Il nostro Paese deve dare continuità agli interventi sull’efficienza energetica

Il Forum disuguaglianze e diversità chiede di allineare l’Italia alla direttiva europea sugli edifici green e difende il Superbonus: “Unica politica strutturale che ha ridotto alcune delle cause della povertà energetica”.  21/7/23

L’Europa negli scorsi mesi ha approvato la direttiva sugli edifici green per contrastare i rincari energetici e ridurre le emissioni climalteranti in atmosfera in ambito residenziale. Per gli edifici, responsabili di circa il 38% dei gas serra dell’Unione, l’obiettivo è quello di diventare a emissioni zero entro il 2028.

Fino a un po’ di tempo fa l’unica misura italiana che andava nella direzione dell’efficientamento energetico era il “Superbonus 110%”, uno strumento diventato argomento di scontro tra i vari partiti politici e abolito dal governo in carica, anche se nelle ultime ore l’esecutivo sembrerebbe intenzionato a ripresentare il Superbonus, seppure in versione ridotta e destinato solo alle famiglie a basso reddito, nell’ambito della revisione del Pnrr con il RepowerEU, il piano aggiuntivo dedicato all’energia.

Ma è sulla progressiva cancellazione del Superbonus avviata negli scorsi mesi che si concentra la prima parte dello studio “La sfida dell’efficienza energetica alla prova delle disuguaglianze” pubblicato il 15 luglio dal Forum disuguaglianze e diversità. Una decisione, si sottolinea, “sbagliata anche dal punto di vista della giustizia sociale”. A partire dall’analisi delle politiche italiane in materia di efficientamento energetico del patrimonio edilizio, il Forum con questo lavoro formula una proposta di tipo strutturale sull’efficienza e il risparmio energetico: due elementi di risposta alla povertà e al cambiamento climatico.

L’analisi sul Superbonus

Il lavoro del Forum parte da lontano. Dallo studio si evince che delle misure in tema di efficienza energetica messe in campo dal 1998 hanno beneficiato soprattutto i contribuenti con un patrimonio immobiliare e un reddito medio-alto. In sostanza, è stato più facile usufruire degli incentivi per chi disponeva di una liquidità maggiore. Tutto questo fino all’introduzione del Superbonus che “ha rappresentato un elemento di discontinuità per due motivi: l’obbligo di aumento della classe energetica dell’abitazione di almeno due classi e la possibilità di cedere il credito a terzi. Questi due elementi hanno fatto sì che anche gli incapienti abbiano avuto accesso all’incentivo, si legge nello studio.

Ne è testimonianza la stima di Nomisma: 1,7 milioni il numero di italiani con redditi medio-bassi che ha beneficiato del provvedimento e la distribuzione geografica è risultata più omogenea rispetto a quella registrata con le misure precedenti. L’unico gap sociale rimasto ha riguardato le difficoltà di accesso alle informazioni per usufruire della misura. E sempre Nomisma ha stimato un risparmio in bolletta del 30,9% per un salto di due classi e del 46,4% per un salto di tre classi, registrando (su stime che riguardano cantieri già conclusi) un risparmio complessivo di circa 29 miliardi, corrispondente a un risparmio medio in bolletta di 964 euro all’anno. A tali miglioramenti di classe energetica corrisponde inoltre un incremento del valore immobiliare, stimato attorno ai sette miliardi nel caso in cui tutte le unità riqualificate rientrassero precedentemente nelle classi energetiche inferiori”.


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Per questo motivo il Forum sostiene che non bisognava chiudere a fine 2023 qualsiasi possibilità di utilizzo di una misura “che ha sostenuto la ripresa di un settore in crisi e la crescita dell’occupazione”, piuttosto andava modificata per intervenire sulle sue mancanze. Per esempio, lo strumento andava migliorato attraverso la rimodulazione di incentivi che tenessero conto delle condizioni economiche del territorio e dei valori patrimoniali degli edifici privati. Al contempo, occorreva integrare agli interventi di riqualificazione l’introduzione di misure per promuovere l’uso del bonus. Inoltre, è stato un grave errore quello di incentivare anche l’installazione di caldaie a gas, un elemento in contrasto con l’obiettivo del taglio delle emissioni che si era prefissato il Superbonus.

Le proposte del Forum disuguaglianze e diversità

Sul tema viviamo un momento di “grande frammentazione delle misure”. Il Forum conta infatti oltre 20 possibili combinazioni di bonus con detrazioni variabili che partono da 36% e arrivano fino al 110%. Alcune misure sono poi permanenti, altre temporanee e in genere “occorre attendere ogni anno il testo della legge di bilancio per poter conoscere nel dettaglio come la materia dell’efficientamento energetico sarà regolata nei successivi 12 mesi”. Un fattore che scoraggia la pianificazione di ammodernamento degli edifici da parte dei cittadini.

Sulla base di queste considerazioni, il Forum dd avanza una serie di proposte sull’efficienza energetica, tra cui:

  • stabilizzare degli strumenti legati all’efficienza energetica;
  • incentivare alla ristrutturazione per garantire come minimo il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla direttiva europea;
  • escludere le caldaie a combustibili fossili dalle misure e incentivare l’elettrificazione;
  • garantire l’accesso agli interventi a partire dalle fasce di reddito più basso;
  • dare la possibilità di cedere il credito per chi non ha la capienza fiscale sufficiente ad assorbire l’importo incentivato;
  • concentrare le risorse pubbliche sull’edilizia residenziale pubblica;
  • integrare alle politiche che agiscono sulle singole abitazioni interventi a scala di comunità e di quartiere, anche al fine di migliorare la coesione sociale attraverso processi di riqualificazione.

 

di Ivan Manzo

 

Fonte copertina: thodonal, da 123rf.com

venerdì 21 luglio 2023

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