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Assicurare a tutti l'accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni

Nel 2021, la quota di energia primaria da fonti rinnovabili a livello mondiale è arrivata al 13,5%, mentre la quota di produzione mondiale di energia elettrica rinnovabile al 25%. In Italia, al 2020, la media nazionale delle fonti rinnovabili sui consumi lordi finali ha raggiunto il 19%. La produzione elettrica rinnovabile registrata nel 2021 si è attestata al 36% (ma dovrà superare l'80% entro il 2030).

Notizie

La società civile chiede un ruolo più forte dell’Ue nell’attuazione degli SDGs

Settimana 23-29 ottobre. Cese: raccomandazioni per accelerare i progressi verso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Consiglio europeo: crisi Medio Oriente, priorità per l’economia in Ue. Stato dell’Unione dell’energia. Vertice sociale trilaterale.

Consulta la rassegna dal 23 al 29 ottobre

martedì 31 ottobre 2023
Tempo di lettura: min

Parere del Comitato economico sociale europeo: rafforzare l’attuazione degli SDGs

Durante la sessione plenaria del Comitato economico sociale europeo (Cese) del 25-26 ottobre è stato adottato un parere esplorativo richiesto dalla presidenza spagnola intitolato “L'Ue e l'Agenda 2030: rafforzare l'attuazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile”.

Il Cese evidenzia le posizioni espresse dalla società civile che hanno rilevato la carenza di alcune politiche strategiche dell'Ue, come il piano d'azione sul pilastro europeo dei diritti sociali e il Green Deal europeo nel rispondere adeguatamente agli SDGs. Tra le relazioni richiamate è presente anche il Civil Society Spotlight Report curato da Sdg Watch Europe, “How far is Europe from achieving the SDGs?” [Quanto manca all'Europa per conseguire gli SDGs?], alla cui redazione ha partecipato anche ASviS.

I messaggi chiave del parere del Cese indicano:

  • la necessità di una strategia integrata e completa con obiettivi e piani ambiziosi a lungo termine, al fine di accelerare i progressi sugli SDGs a livello europeo e globale, con specifici obiettivi, calendari e tabelle di marcia, basati su di un approccio più operativo, come il cosiddetto "approccio delle sei trasformazioni”, (vedi in proposito i “sei punti d’ingresso” evidenziati nel nostro articolo di approfondimento del 5 ottobre 2023);
  • che gli obiettivi non devono essere affrontati separatamente, e che l'Ue dovrebbe adottare un approccio olistico per ridurre la complessità delle sue politiche e dei suoi strumenti per lo sviluppo sostenibile;
  • che la Commissione deve assumere un impegno politico a lungo termine, che deve andare oltre l’attuale mandato, assicurando una partecipazione significativa e inclusiva delle organizzazioni della società civile, e considerando gli SDGs stessi come un impegno a lungo termine, anche oltre il 2030;
  • che la Commissione costruisca con il Cese uno spazio di convocazione per un dialogo regolare e strutturato con la società civile, con la partecipazione delle imprese, dei sindacati e delle organizzazioni della società civile che lavorano sul campo, sottolineando la necessità di coinvolgere il mondo accademico e le organizzazioni giovanili e femminili nell'attuazione degli SDGs;
  • costi e benefici della transizione devono essere condivisi proporzionalmente, considerando strumentale l'allineamento degli SDGs con il semestre europeo e la messa a disposizione di ulteriori investimenti, affinché il costo della transizione non sia insostenibile per le imprese, i lavoratori o il resto della società.
  • la necessità di adottare una strategia di comunicazione proattiva contro l'agenda anti-2030;
  • impegnarsi per il multilateralismo attraverso la costruzione di una forte diplomazia europea per gli SDGs e il Green Deal, già in vista della Cop 28 e del vertice Onu sul futuro del 2024. In particolare il Cese precisa che adottando azioni coraggiose per rafforzare il finanziamento internazionale degli SDGs e i sistemi Onu, l'Ue può indurre altri paesi ad abbracciare i suoi valori incentrati sulla dignità umana, la libertà, la democrazia e lo Stato di diritto.

 

Conclusioni del Consiglio europeo del 26-27 ottobre

Durante la riunione del Consiglio europeo del 26-27 ottobre, è stato discusso tra gli argomenti la situazione in Medio Oriente. Nelle conclusioni adottate, il Consiglio ha sottolineato con forza il diritto di Israele di difendersi in linea con il diritto internazionale e il diritto internazionale umanitario deplorando nel contempo ogni perdita di vita umana tra la popolazione civile e mettendo in evidenza l'importanza di garantire, in ogni momento, la protezione di tutti i civili in linea con il diritto internazionale umanitario.

Il Consiglio s’impegna affinché l'Unione europea lavori a stretto contatto con i partner della regione per proteggere i civili, per fornire assistenza e per agevolare l'accesso a cibo, acqua, cure mediche, combustibili e rifugi.

Il Consiglio sostiene lo svolgimento, a breve, di una conferenza di pace internazionale, ove trattare anche il conflitto in Ucraina e gli altri conflitti in corso sul pianeta. Le conclusioni del Consiglio esprimono preoccupazione per le altre situazioni di conflitto, le crisi umanitarie e l’instabilità politica, nel Sahel, nel nord del Kosovo, tra Armenia e Azerbaigian.

Nella sezione delle conclusioni dedicata all’economia, il Consiglio ribadendo la necessità di rispondere alle sfide sempre più complesse, tra cui l'evoluzione del panorama demografico e la crescente concorrenza mondiale, indica in priorità necessario raggiungere rapidamente un accordo per quanto riguarda il regolamento sulle materie prime critiche, il regolamento sull'industria a zero emissioni nette e la riforma dell'assetto del mercato dell'energia elettrica (vedi nostra rubrica del 21.3.2023) e dar seguito alla appena pubblicata comunicazione della Commissione sulla risposta alle carenze di medicinali nell'Unione europea.

Insiste in particolare sulla necessità di ridurre gli oneri amministrativi superflui, compresi gli obblighi di informazione, con particolare riferimento a Pmi e start-up.

In vista della Cop 28 di Dubai, il Consiglio richiama le conclusioni del Consiglio dell’Ue del 16 e 17 ottobre 2023 (vedi nostra ultima rubrica del 24.10.2023), chiedendo un’azione per il clima più intensa e maggiore ambizione a livello mondiale nella diffusione delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica.

Evidenzia inoltre come gli sforzi di adattamento ai cambiamenti climatici e di mitigazione degli stessi siano fondamentali per rafforzare la resilienza e la capacità di risposta alle stesse crisi dell'Ue.

 

Stato dell’Unione dell’energia e altri atti sui temi clima ed energia adottati dalla Commissione

La Commissione europea ha presentato il 24 ottobre la relazione sullo stato dell'Unione dell'energia 2023, esaminando la risposta dell'Ue alla crisi energetica degli ultimi due anni, valutando lo stato di avanzamento della transizione energetica a livello di singoli Stati membri, dell’Ue e mondiale. La relazione giunge in tempo utile offrendo dati ed elementi di riflessione in vista della Cop 28 di Dubai che si aprirà il prossimo 30 novembre. A tal fine la relazione sullo Stato dell’energia è integrata nel quadro più ampio della relazione sui progressi nell’azione per il clima dell’Ue adottata in pari data.

Dallo Stato dell’Unione dell’energia, tra i dati principali emerge che:

  • le emissioni nette di gas a effetto serra dell'Ue sono diminuite di circa il 3% nel 2022, raggiungendo una riduzione del 32,5% rispetto ai livelli del 1990;
  • nel 2022 il 39% dell'energia elettrica è stato generato da fonti rinnovabili e a maggio eolico e solare hanno superato il fossile per la prima volta nella produzione di energia elettrica dell’Ue;
  • il 2022 è stato un anno record per la nuova capacità solare fotovoltaica (+ 41 GW), ossia il 60% in più rispetto al 2021 (+ 26 GW). La nuova capacità eolica a terra e in mare è stata superiore del 45% rispetto al 2021;
  • l'Ue ha drasticamente ridotto la dipendenza dai combustibili fossili russi: riduzione del 90% delle importazioni di petrolio; riduzione delle importazioni di gas da 155 miliardi di metri cubi nel 2021 a circa 40-45 miliardi di metri cubi nel 2023.

I risultati complessivi sono incoraggianti, ma la Commissione indica necessario accelerare sensibilmente il passo, poiché il nuovo obiettivo Ue del 42,5% di rinnovabili al 2030 richiederà una crescita molto più rapida nei prossimi anni. Così le emissioni di gas a effetto serra continuano a scendere ogni anno, ma il ritmo deve aumentare, e quasi triplicare le riduzioni annuali per arrivare ai traguardi fissati per il 2030. Fondamentale, precisa la Commissione, è che gli Stati membri diano seguito agli impegni condivisi attraverso i propri piani nazionali per l'energia e il clima

Sugli stessi temi, in pari data, la Commissione ha adottato il piano d’azione europeo per l’energia eolica, un quadro d’azioni specifico per l’energia rinnovabile offshore, una relazione sui progressi nella competitività tecnologie pulite, la relazione relativa allattuazione della direttiva sullo stoccaggio geologico di biossido di carboniorelazione 2023 sui sussidi all’energia inclusiva di dati aggiornati sui sussidi alle fonti fossili e alle rinnovabili per Paese e alle misure straordinarie introdotte per rispondere alla crisi energetica.

 

Vertice sociale trilaterale 

Il 25 ottobre, si è tenuto a Bruxelles il vertice sociale trilaterale tra i leader europei - presidente del Consiglio europeo Charles Michel, presidente della Commissione Ursula von der Leyen, presidente di turno del Consiglio dell’Ue Pedro Sánchez - e parti sociali. Il tema guida del vertice è stato intitolato "Gettare le basi di un'economia europea di successo per i lavoratori e le imprese".

A fronte degli impegni europei in corso per rispondere alla carenza di forza lavoro, per una politica industriale ed energetica all’altezza delle sfide che risponda anche competitivamente alla legge statunitense sulla riduzione dell’inflazione, i vertici di BusinessEurope e della Confederazione europea dei sindacati (Ces), condividendo la necessità di adattarsi alle transizioni verde e digitale, cogliendone le opportunità, hanno espresso:

  • Fredrik Persson (presidente di BusinessEurope): dopo cinque anni di crisi successive, siamo in ritardo rispetto ai principali concorrenti mondiali (…) le questioni prioritarie da affrontare nel prossimo anno sono l'accesso all'energia a prezzi abbordabili, gli obblighi di comunicazione superflui e altri oneri amministrativi, nonché le carenze di forza lavoro e di competenze. I datori di lavoro europei attendono con interesse di cooperare con la Commissione, il Consiglio e la Ces in vista della pubblicazione, nel 2024, di un piano d'azione dell'Ue per far fronte a tali carenze;
  • Esther Lynch (segretaria generale della Ces): l'Europa deve dotarsi di una forte politica industriale per garantire un futuro verde e inclusivo. A tal fine è essenziale porre l'accento sul rafforzamento della qualità dell'occupazione. Una prosperità condivisa e una forza lavoro dotata delle giuste competenze possono essere garantite solo se le persone hanno molta voce in capitolo nella contrattazione collettiva. È fondamentale allineare a questo obiettivo le azioni delle nostre istituzioni pubbliche.

di Luigi Di Marco

 

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