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Nel 2021, la quota di energia primaria da fonti rinnovabili a livello mondiale è arrivata al 13,5%, mentre la quota di produzione mondiale di energia elettrica rinnovabile al 25%. In Italia, al 2020, la media nazionale delle fonti rinnovabili sui consumi lordi finali ha raggiunto il 19%. La produzione elettrica rinnovabile registrata nel 2021 si è attestata al 36% (ma dovrà superare l'80% entro il 2030).

Notizie

Giornata spreco alimentare: più aumenta l’insicurezza, più cibo viene sprecato

Con i prezzi dei beni di consumo più alti gli italiani acquistano alimenti più deperibili, dice Waste Watcher International. Nel 2024 si getteranno 4 tonnellate di cibo, per 13 miliardi di euro. Metà dello spreco avviene a casa. [VIDEO5/2/24

lunedì 5 febbraio 2024
Tempo di lettura: min

Nel 2024 si prevede un incremento dell'8% dello spreco alimentare in Italia rispetto all'anno precedente, un dato sorprendente considerando le sfide economiche affrontate dalle famiglie italiane. E nonostante la crescente consapevolezza e le iniziative per ridurre lo spreco, la quantità di cibo non consumato continua a crescere, evidenziando la necessità di rafforzare ulteriormente le strategie di sensibilizzazione e intervento in questo ambito. Ma come mai?

Il 5 febbraio, Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, è l’occasione giusta per rispondere alla domanda attraverso la presentazione del rapporto “Il caso Italia” dell’Osservatorio Waste Watcher International, in base a un monitoraggio Ipsoa-Università di Bologna Distal, e richiamare l’attenzione sull'urgenza di affrontare il problema dello spreco alimentare in Italia.

Food Waste Index: quasi un quinto del cibo nel mondo finisce nel cestino

Diminuire i rifiuti alimentari offre molteplici vantaggi: migliora la sicurezza nutrizionale, combatte il cambiamento climatico e preserva la biodiversità, dice l’Unep. Eppure questo potenziale è stato finora sotto-sfruttato.  23/03/21

Ogni cittadino italiano, secondo le stime, sprecherà quotidianamente circa 80,9 grammi di cibo, arrivando a 566,3 grammi a settimana, con un incremento di 42,2 grammi rispetto al 2023. 4 tonnellate di cibo sprecate per un valore di 13 miliardi (quasi l'1% del Pil), di cui 7,5 miliardi derivanti dalle abitazioni, quasi quattro dalla distribuzione e il restante, molto più contenuto, in campo e nell’industria.

Con un approccio focalizzato sulla sensibilizzazione, l’Osservatorio mira a evidenziare non solo l’entità dello spreco, ma anche le sue implicazioni socioeconomiche e ambientali, offrendo spunti per azioni concrete volte a promuovere un consumo più consapevole e sostenibile.

Cause e conseguenze dello spreco alimentare

Il contesto socioeconomico influisce significativamente sullo spreco alimentare, con un marcato aumento dell’insicurezza alimentare tra i ceti più poveri (+280%). Questo aspetto sottolinea come le disparità economiche contribuiscano a modellare i comportamenti di consumo e di spreco.

Le cause dell'aumento dello spreco alimentare includono la ricerca di prodotti a basso costo, che spesso si traduce nell'acquisto di alimenti più deperibili e quindi più soggetti a essere scartati. Questa tendenza ha ripercussioni significative non solo sull'economia, a causa dell'incremento dei costi legati alla gestione dello spreco, ma anche sull'ambiente, con l'aumento delle emissioni di gas serra, e sulla salute, data la riduzione della qualità dell'alimentazione.



Disparità regionali e demografiche

L’Osservatorio rileva importanti disparità e variazioni significative tra Nord e Sud, così come tra le aree urbane e quelle rurali, con le città che tendono a registrare livelli di spreco più elevati rispetto ai piccoli centri. Anche la composizione familiare incide, con le famiglie con bambini che spesso mostrano tassi di spreco diversi da quelle senza.

Nel contesto delle disparità regionali e demografiche, il Rapporto mostra come lo spreco alimentare sia più elevato nelle città e nei grandi comuni, con un incremento dell'8%, rispetto ai piccoli centri. Inoltre, le famiglie senza figli tendono a sprecare più cibo, con un aumento del 3%, mentre i consumatori a basso potere d'acquisto sprecano significativamente di più, con un aumento del 17%. Questo fenomeno è più accentuato al Sud, dove lo spreco supera del 4% la media nazionale, mentre al Nord si registra una riduzione del 6%.

Gli alimenti più soggetti a spreco

Tra i prodotti più sprecati si annoverano la frutta fresca, con un incremento del 15% nello spreco, il pane, che vede un aumento del 12%, e le verdure, con un incremento dell'11%. Questi dati evidenziano come gli alimenti deperibili siano particolarmente soggetti a spreco, sollecitando l'adozione di pratiche di consumo più consapevoli.

Le soluzioni per combattere lo spreco

Il Rapporto suggerisce diverse strategie per ridurre il fenomeno, tra cui puntare sull'educazione alimentare per promuovere comportamenti di consumo responsabile, il miglioramento delle etichette per estendere la vita utile dei prodotti, e l'adozione di politiche pubbliche mirate a incentivare la riduzione dello spreco sia a livello di consumatori che di produttori. Queste iniziative sono cruciali per affrontare il problema in modo efficace e sostenibile.

L'approccio integrato, che coinvolge cittadini, istituzioni e imprese, è fondamentale per affrontare efficacemente il problema dello spreco alimentare. Solo attraverso la collaborazione tra tutti i livelli della società è possibile implementare soluzioni sostenibili che portino a una significativa riduzione dello spreco, contribuendo così alla salvaguardia delle risorse ambientali e alla promozione di un 'economia più circolare e responsabile.

 

Fonte copertina: jchizhe, da 123rf.com

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