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RIDURRE LE DISUGUAGLIANZE

Ridurre l'ineguaglianza all'interno di e fra le Nazioni

Pandemia e inflazione acuiscono le disparità all’interno del Paese: dal 2019 al 2021 è peggiorato l’indice di disuguaglianza del reddito disponibile e permangono elevate differenze territoriali e di genere. Anche nel resto del mondo si amplia il divario tra ricchi e poveri: il 10% di popolazione più abbiente possiede il 76% della ricchezza globale.

Notizie

Dal Parlamento nuove proposte per il piano d’azione sociale nell’Ue

Settimana 8-14 maggio. Al via l’anno europeo delle competenze. Parlamento Ue: piano d’azione del pilastro sociale a due a anni dall’avvio, convenzione di Istanbul per prevenire e contrastare la violenza sulle donne.

Guarda la rassegna dall’8 al 14 maggio

Il 9 maggio, festa dell’Europa, è stato formalmente avviato l’Anno europeo delle competenze. Nel relativo sito web allestito dalla Commissione europea è possibile avere informazioni sulle attività avviate nei diversi Stati membri e partecipare attivamente registrando iniziative ed eventi.

Gli obiettivi e le misure indicate dalla Commissione europea sono anche state illustrate nell’articolo presente nella sezione approfondimenti del nostro sito.

 

Sessione plenaria del Parlamento europeo

Dal 9 all’11 maggio si è tenuta la sessione plenaria del Parlamento.

Tra gli atti adottati di particolare rilievo strategico c’è la risoluzione sulla tabella di marcia per un'Europa sociale: a due anni dal vertice sociale di Porto.

Richiamando gli obiettivi concordati nel piano d’azione del Pilastro europeo dei diritti sociali (Peds) durante il vertice sociale di Porto, concordato da Parlamento, Consiglio e Commissione l’8 maggio 2021, il Parlamento valuta la situazione a due anni di distanza e propone nuove misure migliorative del quadro delle politiche sociali nell’Ue.

In particolare, richiamando il primo target del piano d’azione del Peds, che almeno il 78% della popolazione di età compresa tra i 20 e i 64 anni dovrebbe essere occupata entro il 2030, il Parlamento evidenzia che metà degli Stati membri ha superato l'obiettivo del 78% in materia di occupazione; che secondo le proiezioni, tuttavia, non tutti gli Stati membri raggiungeranno l'obiettivo occupazionale entro il 2030. Evidenzia comunque che la qualità dei lavori e le condizioni lavorative non rientrano nell'ambito di tale obiettivo.

In particolare pone l’attenzione sul fatto che l'inflazione a livello dell'Ue ha fatto lievitare il costo della vita per le famiglie mediane di circa il 10%, l'incidenza delle privazioni materiali e sociali di circa il 2 % e il tasso di povertà energetica e di povertà reddituale assoluta di circa il 5%.

In particolare, il Parlamento chiede di affrontare il problema della povertà lavorativa garantendo salari dignitosi, richiama la proposta di direttiva sui salari minimi rilevandone il ruolo strategico nel contesto, e insiste sul fatto che il dialogo sociale, la democrazia sul lavoro e la contrattazione collettiva sono indispensabili per l'attuazione del Peds e per conseguire una convergenza verso l'alto delle condizioni di vita e di lavoro in tutta Europa. 

Richiamando lo strumento dell’Ue di sostegno per attenuare i rischi di disoccupazione nello stato di emergenza (Sure), introdotto per rispondere alle criticità occupazionali determinate dalla pandemia Covid-19, il Parlamento osserva che lo strumento dovrebbe continuare a essere utilizzato per la durata dell'attuale situazione eccezionale, continuare a basarsi su prestiti ed essere attivato rapidamente in caso di nuovi shock finanziari o economici esterni. 

Per quanto riguarda il secondo target che almeno il 60% di tutti gli adulti dovrebbe partecipare ogni anno ad attività formative ogni anno, citando i dati di Eurofound (Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro), l'obiettivo nei corsi di formazione (pagati dal datore di lavoro) non è stato conseguito in nessuno Stato membro nel 2021. Ed evidenzia inoltre che dai dati emerge che le persone più bisognose di formazione (i giovani, i soggetti con un livello di istruzione inferiore e le professioni scarsamente qualificate) sono quelle ad averne beneficiato di meno.

Il Parlamento sottolinea il ruolo delle parti sociali nelle strategie di qualificazione per l'economia verde a tutti i livelli, onde garantire che tale formazione venga erogata senza tagli salariali e che venga considerata come tempo di lavoro.

Chiede inoltre che siano adottate azioni specifiche per assicurare il rispetto del diritto all'istruzione e alla formazione per tutti, garantendo a tutti i lavoratori una formazione di qualità e congedi formativi retribuiti. 

Sul terzo target del piano d’azione del Peds per la riduzione di almeno 15 milioni di poveri nell’Ue di cui 5 milioni minori, il Parlamento evidenzia il dato che nel 2021 il 21,7 % della popolazione dell'Ue (95,4 milioni di persone) era a rischio di povertà o di esclusione sociale, e dunque insiste sulla necessità di strumenti per ridurre la sperequazione di reddito.

Ricordando il principio 14 del Peds, secondo il quale chiunque non disponga di risorse sufficienti ha diritto a un reddito minimo adeguato che garantisca una vita dignitosa in tutte le fasi della vita, richiama i punti delineati nella precedente risoluzione del 15 marzo 2023 relativa a un adeguato reddito minimo che garantisca l'inclusione attiva.

Rinnova inoltre specificamente l'invito rivolto al vertice sociale di Porto alla Commissione e agli Stati membri affinché adottino misure intese a rafforzare i sistemi nazionali di protezione sociale per garantire una vita dignitosa a tutti, preservando nel contempo la sostenibilità di tali sistemi.

Il Parlamento chiede che il piano d’azione del Peds sia riesaminato periodicamente.

In particolare evidenzia la necessità di ulteriori azioni legislative da parte della Commissione e degli Stati membri per garantire la piena attuazione del Peds, con particolare riferimento all'attuazione dei principi 11(assistenza all'infanzia), 12 (protezione sociale), 19 (alloggio) e 20 (servizi essenziali), sottolineando la necessità che il prossimo piano d'azione del Peds sia sostenuto da una strategia integrata dell'Ue contro la povertà che affronti il problema pluridimensionale dell'esclusione sociale.

Entrando in maggior dettaglio, il Parlamento chiede l’adozione della direttiva orizzontale sulla non discriminazione, attesa dal 2008. Chiede inoltre una maggiore integrazione tra il piano d'azione del Peds e le diverse strategie correlate, quali la strategia dell'Ue per l'inclusione dei rom, la strategia per la parità di genere, la strategia per i senzatetto e la strategia contro il razzismo.

Sulla cura dell'infanzia e il sostegno ai minori, il Parlamento evidenzia la necessità di ulteriori interventi per spezzare il circolo vizioso della povertà generazionale e aumentare la mobilità sociale; ritiene che tutti i bambini dovrebbero avere accesso a servizi di istruzione e assistenza di qualità e a prezzi abbordabili, in particolare all'educazione della prima infanzia.

Il Parlamento chiede dunque di stanziare maggiori risorse per la Garanzia europea per l’infanzia, e invita gli Stati membri a presentare i loro piani d'azione nazionali e a garantire che siano attuati efficacemente e rispondano ai principi fondamentali della raccomandazione (Ue) 2021/1004 del Consiglio che istituisce una garanzia europea per l’infanzia.

Sul tema della carenza abitativa, il Parlamento chiede l’adozione del principio de "la casa innanzitutto” ed esorta la Commissione a elaborare un ambizioso piano d'azione, in linea con il principio di sussidiarietà, per realizzare alloggi popolari accessibili, verdi e abbordabili per soddisfare le esigenze abitative di tutti i cittadini dell'Ue ed eliminare il fenomeno dei senzatetto entro il 2030.

Tornando sui temi del lavoro e della formazione, il Parlamento invita la Commissione a presentare un quadro giuridico per anticipare e gestire i cambiamenti relativi alla transizione verde e digitale nel mondo del lavoro, accompagnando i lavoratori attraverso le trasformazioni del mercato del lavoro e offrendo l'accesso a una formazione adeguata con il coinvolgimento delle parti sociali nei processi decisionali, anche promuovendo la contrattazione collettiva in materia di anticipazione e gestione del cambiamento.

Invita inoltre la Commissione a presentare una proposta legislativa sull’intelligenza artificiale (Ia) sul posto di lavoro incorporando ulteriormente il principio cardine del controllo umano sull’Ia, con particolare riferimento al mondo del lavoro.

Nel contesto evidenzia l'importanza di un’autorità europea del lavoro (Ela) ben funzionante ed efficiente, invitando la Commissione a presentare una proposta legislativa intesa a riesaminare le relative competenze e capacità d’azione per realizzarne appieno il potenziale.

Infine, richiamando le conclusioni della Conferenza sul futuro dell'Europa e la sua risoluzione del 9 giugno 2022 sulla richiesta di convocare una convenzione per la revisione dei trattati, chiede l'inclusione nei trattati di un protocollo sul progresso sociale per garantire la piena tutela e salvaguardia dei diritti dei lavoratori, dei diritti sindacali e dei diritti sociali.

  

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Tra gli altri atti adottati dal Parlamento europeo, si segnalano in particolare le due risoluzioni sull’adesione alla Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica per quanto riguarda le istituzioni e l'amministrazione pubblica dell’Unione, e sulla cooperazione giudiziaria in materia penale, asilo e non respingimento relativa alla stessa Convenzione (nota come Convenzione di Istanbul).

La firma della Convenzione di Istanbul da parte dell'Unione europea era di fatto già avvenuta nel 2017 ma ancora nella sua risoluzione del 15 febbraio 2023, il Parlamento deplorava il fatto che sei anni dopo l'Ue non aveva ancora ratificato la convenzione a causa del rifiuto di alcuni Stati membri in seno al Consiglio dell’Ue. 

Il Parlamento ha adottato queste ultime risoluzioni legislative, nella prospettiva del parere della Corte di giustizia dell'Ue del 6 ottobre 2021 che indica la possibilità di ratificare la Convenzione di Istanbul senza l'accordo di tutti gli Stati membri con un voto a maggioranza qualificata. Il Consiglio potrà ora procedere alla conclusione della procedura di adesione dell'Ue alla Convenzione.

di Luigi Di Marco

 

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martedì 16 maggio 2023

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