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Vertice sociale di Porto: gli impegni dell’Ue per le politiche sociali al 2030
Settimana 3-9 maggio 2021: Vertice sociale di Porto, Festa dell’Ue e avvio conferenza sul futuro dell’Europa, aggiornamento strategia industriale, sessione plenaria del Comitato delle Regioni. 10/05/21
Vertice sociale di Porto del 7-8 maggio
Annunciato dal presidente portoghese António Costa quale appuntamento centrale del suo semestre di presidenza del Consiglio dell’Unione europea, il 7 e l’8 maggio si è tenuto il vertice sociale di Porto delle istituzioni dell’Ue.
Con l’obiettivo di definire l’agenda europea per le politiche sociali al 2030, il vertice si richiama al Pilastro europeo dei diritti sociali e al suo piano d’azione recentemente adottato dalla Commissione lo scorso 4 marzo 2021.
La Commissione, il Parlamento e il Consiglio hanno sottoscritto una dichiarazione d’impegno a perseguire il piano d’azione inclusivo di una serie di iniziative e in particolare i tre obiettivi principali da raggiungere in tutta Europa entro il 2030:
- un tasso di occupazione di almeno il 78% nell'Unione europea;
- una partecipazione di almeno il 60% degli adulti a corsi di formazione ogni anno;
- la riduzione del numero di persone a rischio di esclusione sociale o povertà di almeno 15 milioni, di cui 5 milioni di bambini.
Il testo della dichiarazione richiama in premessa l’obiettivo guida dell’Agenda 2030: senza lasciare indietro nessuno.
Il contesto della Covid-19 e la necessità di una risposta urgente e adeguata è un tema di particolare attenzione della dichiarazione che sottolinea l’importanza d’intervenire prioritariamente a sostegno delle attività - comunità - persone particolarmente colpite dalla crisi.
Si richiama la garanzia per l’infanzia recentemente adottata, quale misura attuativa dell’obiettivo di contenere entro massimo 5 milioni in tutta l’Ue le/i bambine/i a rischio povertà.
La dichiarazione evidenzia poi la necessità di rafforzare la coesione sociale e territoriale con il coinvolgimento multilivello delle istituzioni, dal livello europeo al livello locale, mettendo a fuoco le misure necessarie per intervenire tra i gruppi sociali e i territori che presentano le più profonde e persistenti condizioni di criticità sociale in Ue, attraverso il rinforzo dei servizi essenziali e delle infrastrutture.
Tra i punti messi in evidenza, troviamo la promozione del dialogo sociale, la parità di genere, il contrasto alle discriminazioni di ogni tipo e la garanzia di pari opportunità anche nei confronti delle categorie sociali più vulnerabili.
Queste priorità confermano che le azioni del piano per attuare il Pilastro europeo dei diritti sociali saranno monitorate nel semestre europeo e nei suoi diversi strumenti.
Inoltre, evidenziano la necessità d’investire per l’attuazione del Piano a partire dalle straordinarie risorse messe a disposizione per sostenere la ripresa dell'Europa quale occasione da non perdere per progredire verso una migliore attuazione delle riforme necessarie a livello nazionale.
Infine, richiamano l’attenzione sull’apertura della Conferenza sul futuro dell’Europa per favorire il dibattito con le/i cittadine/i per rafforzare ulteriormente la dimensione sociale dell’Europa.
Il presidente del Parlamento David Sassoli, durante la conferenza stampa nella prospettiva futura, ha aggiunto anche la necessità di trarre le lezioni della pandemia, con le seguenti considerazioni:
per non tornare indietro e per ridurre le disuguaglianze dovremo anche lavorare sui debiti contratti per proteggere i nostri cittadini in questi tempi di pandemia. Non vogliamo che i nostri cittadini più vulnerabili e fragili, le donne e i giovani, portino domani il peso della crisi.
Ecco il motivo per cui dobbiamo avviare oggi un grande dibattito sulle regole dopo il Covid e riformare il Patto di Stabilità e Crescita. Anche la nuova politica di stampo europeo, avviata dal Presidente Biden, ci invita a non avere tabù.
Indietro non vogliamo tornare, indietro non sarà possibile tornare.
Festa dell’Europa e inaugurazione della conferenza sul futuro dell’Europa
In occasione dell’anniversario della dichiarazione di Schuman del 9 maggio 1950, considerato l’evento storico all’origine della costituzione dell’attuale Unione europea e per cui ogni anno è celebrata la festa dell’Europa, è stato dato l’avvio all’attesa Conferenza sul futuro dell’Europa.
Il processo della conferenza si svilupperà nell’arco di circa un anno e sarà partecipato dalla società civile europea con particolare riguardo ai giovani, offrendo ai cittadini la possibilità di esprimersi sulle questioni che li riguardano. La conferenza avrà una guida congiunta con una presidenza condivisa tra il presidente del Parlamento europeo, il presidente del Consiglio dell’Unione e la presidente della Commissione europea.
Le modalità di svolgimento sono indicate nella dichiarazione comune sulla Conferenza sul futuro dell’Europa e le informazioni sono raccolte sulla piattaforma web della Conferenza.
L’evento inaugurale della conferenza si è tenuto al Parlamento di Strasburgo aperto dal Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, che ha insistito sulla centralità della solidarietà e della democrazia come valori irrinunciabili dell’Europa, e della necessità di recuperare un’autonomia strategica nella produzione di beni nell’Ue.
Nel suo intervento, il presidente del Parlamento David Sassoli ha auspicato che, attraverso il processo della conferenza, si affronterà il tema della scelta del candidato leader da parte dei cittadini per un loro maggiore coinvolgimento. Allo stesso modo ha evidenziato come fondamentale riesaminare la questione dell’obbligatorietà dell’unanimità in Consiglio nell’assunzione delle decisioni. Ha poi auspicato una riflessione su come rafforzare il ruolo centrale del Parlamento europeo, in particolare per quanto riguarda i suoi poteri di iniziativa migliorando così il processo democratico, rappresentando il Parlamento il pluralismo delle diverse democrazie europee.
Il primo ministro portoghese e presidente dell’Unione europea António Costa ha rimarcato che la Conferenza sull’Europa non è una conferenza tra Stati, ma dei cittadini per i cittadini. Ha citato i risultati del recente rapporto sul futuro dell’Europa dell’Eurobarometro, sottolineando il fatto che il sondaggio indica che 9 europei su 10 vogliono un’Europa sociale. Ha evidenziato la necessità che tutti gli Stati e tutti gli enti locali si attivino per il dialogo con i cittadini sul futuro dell’Europa, per disegnare assieme ai cittadini il futuro dell’Europa.
L’intervento della presidente Ursula von der Leyen ha indicato che la funzione della conferenza sta nel dibattere e condividere una visione di ciò che vogliamo dalla nostra Unione. Ha sottolineato poi l’opportunità di costruire una nuova proposta comune per tutti gli europei, che rappresenta un momento importante per i giovani di poter esprimere le loro idee sul loro futuro. Inoltre, la presidente ha evidenziato come sia fondamentale integrare la giustizia sociale tra generazioni, quale tema collegato alle questioni ambientali e al cambiamento climatico che può avere la stessa forza distruttiva di una guerra. Ha sostenuto dunque l’idea della conferenza come dialogo strutturato tra generazioni.
I giovani ci danno la speranza e la responsabilità di costruire un mondo migliore.
Ha chiuso infine il discorso citando Antoine de Saint-Exupéry: il più bel mestiere dell’uomo è il mestiere di unire gli uomini. Sta a noi continuare a farlo.
Aggiornamento della strategia industriale europea
Nella seduta del 5 maggio la Commissione europea ha adottato l’aggiornamento della strategia industriale: costruire un mercato unico più forte per la ripresa dell’Europa come annunciato dalla presidente von der Leyen nel suo discorso sullo stato dell'Unione europea pronunciato il 16 settembre 2020.
L’aggiornamento della strategia industriale già adottata dalla Commissione il 10 marzo 2020, alla vigilia della dichiarazione dell’Oms del Covid-19 come pandemia, cogliendo gl’insegnamenti dell’ultimo anno, risponde alla necessità di rafforzare la resilienza del sistema industriale europeo.
Introduce a tal fine uno strumento per le emergenze del mercato unico, ossia una soluzione strutturale per garantire la libera circolazione delle persone, delle merci e dei servizi in caso di crisi future, la messa a punto e attuazione di sistemi di supporto finanziario alle Pmi, e in particolare la gestione delle dipendenze strategiche dell’Unione dai mercati esteri.
La Commissione ha condotto a tal fine, come rappresentato dai documenti di lavoro che accompagnano l’aggiornamento della strategia, un’analisi "bottom-up" basata su dati commerciali sulle criticità della dipendenza strategica dell’Ue dalle importazioni, individuando:
- un'analisi iniziale di 5.200 prodotti importati nell'Ue, che ha permesso di individuare 137 prodotti (i quali rappresentano il 6% del valore totale delle importazioni di beni nell'Ue) in ecosistemi sensibili nei quali l'Ue si trova in condizioni di forte dipendenza, soprattutto nei settori ad alta intensità energetica (come quello delle materie prime) e negli ecosistemi sanitari (come quello delle sostanze attive farmaceutiche), così come in relazione ad altri prodotti importanti per sostenere la duplice transizione verde e digitale;
- 34 prodotti (che rappresentano lo 0,6% del valore totale delle importazioni di beni nell'Ue) che sono potenzialmente più vulnerabili, dato che vi sono scarse possibilità di ulteriore diversificazione e di sostituirli con prodotti dell’Ue, mettendo in luce criticità e dipendenze anche nel settore delle tecnologie avanzate;
- 6 analisi approfondite sulle materie prime, le batterie, le sostanze attive farmaceutiche, l'idrogeno, i semiconduttori e le tecnologie cloud e edge, che offrono maggiori indicazioni sull'origine delle dipendenze strategiche e sui relativi effetti;
Per affrontare le criticità, il programma prevede:
- l’avvio di una seconda fase di analisi delle potenziali dipendenze in settori fondamentali, tra cui quelli dei prodotti, servizi o tecnologie essenziali per la duplice transizione, come le energie rinnovabili, lo stoccaggio di energia e la cybersicurezza, e lo sviluppo di un sistema di monitoraggio tramite l'Osservatorio sulle tecnologie critiche della Commissione;
- la promozione di partenariati internazionali per aumentare la capacità di risposta per diversificare le catene di approvvigionamento;
- l’incoraggiamento di nuove alleanze industriali nei settori strategici incluso il lancio dell'alleanza per i processori e le tecnologie a semiconduttori e dell'alleanza per i dati industriali e le tecnologie edge e cloud, un'alleanza per i lanciatori spaziali nonché un'alleanza per un settore dell'aviazione ad emissioni zero;
- sostegno agli sforzi degli Stati membri per mettere in comune risorse pubbliche attraverso progetti comuni d’interesse europeo, avvalendosi eventualmente di risorse del bilancio Ue;
- una strategia per possibili riforme normative al fine di una maggiore leadership nella definizione delle norme.
Una parte importante del programma è dedicata alle rinnovate misure di sostegno alla duplice transizione verde e digitale, impegnandosi a definire:
- percorsi di transizione in collaborazione con l'industria, le autorità pubbliche, le parti sociali e altri portatori di interessi, ove necessario, a cominciare dal turismo e dalle industrie ad alta intensità energetica;
- un quadro normativo coerente diretto all’industria per conseguire gli obiettivi della decade del digitale e le ambizioni climatiche del pacchetto “pronti per il 55%” di sviluppo della legge europea sul clima;
- strumenti per la consulenza diretta alle Pmi in materia di sostenibilità e per promuovere modelli commerciali basati sui dati al fine di sfruttare al meglio la duplice transizione verde e digitale;
- integrazione con l’agenda europea per le competenze.
Nella stessa seduta è stato adottato, come atto correlato all’aggiornamento della strategia industriale, anche la proposta di regolamento relativo alle sovvenzioni estere distorsive del mercato unico, quale strumento per creare condizioni di parità ed equità nella concorrenza.
Come dichiarato dal Commissario per il mercato interno, Thierry Breton, la finalità del Regolamento è colmare una lacuna nel nostro corpus normativo in modo da garantire che tutte le imprese competano su un piano di parità e che nessuno possa compromettere la parità di condizioni e la competitività dell'Europa con sovvenzioni estere distorsive. Questo rafforzerà la resilienza dell'Europa.
Il regolamento conferisce alla Commissione il potere di controllare i contributi finanziari concessi dalle autorità pubbliche di un Paese terzo che vanno a vantaggio delle imprese che svolgono un'attività economica nell'Ue e, se del caso, di porvi rimedio. Vengono introdotti due obblighi di notifica:
- per controllare le concentrazioni che comportano un contributo finanziario da parte di un governo non Ue, in cui il fatturato Ue della società da acquisire (o di almeno una delle parti partecipanti alla fusione) è pari o superiore a 500 milioni di euro e il contributo finanziario estero è di almeno 50 milioni di euro;
- uno strumento basato sulla notifica per controllare le offerte nel quadro di appalti pubblici che comportano un contributo finanziario da parte di un governo non Ue, se il valore stimato dell'appalto è pari o superiore a 250 milioni di euro.
A questo si aggiunge la facoltà di azione della Commissione d’intervenire con controlli anche ad hoc su situazioni di mercato anche sotto le suddette soglie.
Sessione plenaria del Comitato delle Regioni
Si è tenuta tra il 5 e il 7 maggio la 144esima sessione plenaria del Comitato delle Regioni.
Il Comitato ha espresso pareri su importati processi politici in corso quali la strategia per l’integrazione del sistema energetico, il piano per l’educazione digitale e un parere d’iniziativa sul ruolo dei media nel decennio digitale, il piano per il contrasto al razzismo e la strategia per i diritti delle persone disabili, sull’Unione della salute e la strategia farmaceutica.
Nel parere intitolato a esperienze e insegnamenti tratti dalle regioni e dalle città durante la crisi della Covid-19, si insiste nell’invito alle istituzioni europee e ai governi nazionali a coinvolgere gli enti locali e regionali nella preparazione dei piani nazionali e a livello dell'Ue per la ripresa e la resilienza nel contesto della Covid-19 e di possibili future pandemie; è convinto che tali misure necessitino di una dimensione locale per essere efficaci.
Correlato al vertice sociale di Porto ed elaborato in vista dello stesso, è il parere sull’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali da una prospettiva locale e regionale, in cui approvando gli elementi del piano d’azione per l’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali, si sottolinea in diversi punti il ruolo fondamentale degli enti regionali e locali e la necessità di migliore il coordinamento dei diversi livelli di governo: ribadisce la richiesta di migliorare il coordinamento delle politiche economiche e sociali tra i livelli di governo europeo e nazionale nel contesto del semestre europeo, e chiede un più stretto coinvolgimento degli enti locali e regionali in tale coordinamento, attraverso una gestione concorrente basata sul principio di sussidiarietà.
Si evidenzia inoltre che un'attuazione chiara, coordinata e ambiziosa del pilastro europeo dei diritti sociali accrescerà il coinvolgimento dell'Ue nell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite e nei suoi 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, e promuoverà un'attuazione socialmente equa del Green Deal europeo
di Luigi Di Marco