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VITA SULLA TERRA

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Dagli ultimi dati aggiornati al 2021, risulta che sulle otto milioni conosciute, un milione di specie animali e vegetali è a rischio estinzione. L'attività antropica ha velocizzato di mille volte il tasso naturale di estinzione. Continua il declino della biodiversità italiana a causa di problemi irrisolti, come il degrado e il consumo del suolo. 

Approfondimenti

L’unicità della Terra nella bandiera di James Cadle

di Niccolò Gori-Sassoli, responsabile Relazioni con i media

Storia e utilizzi di un simbolo originale che rappresenta l’unicità del pianeta azzurro e della vita umana nel loro insieme: il vessillo dei passeggeri dell’astronave Terra.

22 aprile 2022

C’è una bandiera che rappresenta la Terra, la Luna e il Sole nell’universo. Al centro della bandiera c’è un disco azzurro che simboleggia il nostro pianeta, con accanto un disco bianco più piccolo, la Luna; sullo sfondo si vede una porzione di un grande disco giallo, il Sole, la cui curva si staglia sul nero dello spazio. E’ la bandiera della Terra di James Cadle.

Come nasce l’idea

L’idea di Cadle scaturisce dai dibattiti avvenuti nel periodo dello sbarco sulla luna, un’impresa che ha segnato l’immaginario dell’umanità. L’astronauta che per primo mise piede sul suolo lunare il 21 luglio 1969, Neil Armstrong, descrisse in mondovisione quello che stava compiendo come “un piccolo passo per un uomo ma un grande balzo per l’umanità”. Una vera e propria conquista - scientifica, tecnologica, politica e culturale - che contribuì all’affermazione dell’immagine vincente della superpotenza statunitense.

Un passaggio epocale per la nostra civiltà, che gli Stati Uniti marcarono piantando dopo l’allunaggio la bandiera a stelle e strisce: un’azione regolamentata da una legge specifica del Congresso Usa che la definiva un “gesto simbolico di orgoglio nazionale, da non interpretare come una dichiarazione di appropriazione o come pretesa di sovranità”.

Una vita per la bandiera

Contrariato da questo approccio “nazionalista / colonialista” James Cadle, agricoltore dell’Illinois dotato di un’originale e creativa intraprendenza, disegnò una bandiera che rappresentasse l’umanità nel suo insieme, senza alcun riferimento a nazioni, organizzazioni o individui. Un vessillo per gli umani che si considerano i passeggeri dell’astronave Terra. Un simbolo da usare liberamente, e magari modificare, senza preoccuparsi dei protocolli che di solito formalizzano l’uso delle bandiere.

Cadle fece sventolare per la prima volta la bandiera il 17 maggio del 1970, pochi mesi dopo lo sbarco, su un palo della luce nella sua fattoria. Negli anni seguenti si dedicò con la moglie Judy a promuoverne la diffusione: ne registrò i diritti d’autore e fondò la Flag of Earth Company International con cui realizzò centinaia di esemplari, inizialmente fatti in casa e poi commissionati alla Paramount Flag Co di San Francisco, che fece distribuire in tutto il mondo a costi di produzione, senza fini di lucro.

La popolarità, grazie a Sagan

La bandiera di Cadle iniziò a diffondersi dapprima negli ambienti pacifisti e ambientalisti statunitensi ma presto si estese a livello globale, dopo essere stata “adottata” da astronomi e astrofili che la conobbero e apprezzarono grazie soprattutto all’azione del celebre astrofisico, autore di fantascienza e divulgatore Carl Sagan (1934-1996).

Popolarissimo negli Usa per le sue trasmissioni televisive, autorevole presso le istituzioni e la comunità scientifica internazionale per i ruoli ricoperti nei progetti di esplorazione spaziale del suo tempo, Sagan fece installare the James Cadle’s Flag of Earth nelle sedi del Seti, Search for Extra-Terrestrial Intelligence, un istituto di ricerca collegato alla Nasa di cui fu tra i fondatori e dove, quando morì, la bandiera venne esposta a mezz’asta.

La diffusione sulla Terra

Tra gli anni settanta e ottanta la bandiera della Terra raggiunge la massima diffusione. Viene installata in svariati luoghi di tutto il pianeta: molti sono osservatori astronomici, da quelli più grandi a quelli più remoti, dagli Stati Uniti all’Unione Sovietica, e poi centri di ricerca, scuole, imprese, case, mezzi di trasporto.

In Italia la bandiera di Cadle è poco conosciuta. Tra le iniziative per promuoverla c’è quella che l’ha resa potenzialmente visibile a migliaia di persone, nel 2018, dal pennone della scuola Giacomo Leopardi a Monte Mario, nel luogo più elevato di Roma.

 Un simbolo per tutti

Dal primo novembre 2003 l’immagine della bandiera è diventata di pubblico dominio e, per volontà di Cadle - morto nel giugno 2004 - è stata affidata in custodia al Naapo, North American Astrophysical Observatory, che ne promuove l’utilizzo e ne gestisce il sito “ufficiale”. Le pagine del sito, fonte primaria di questo articolo, appaiono antiquate nella loro veste grafica, prive di collegamenti ai social media ma relativamente aggiornate nell’elenco (non esaustivo) di siti dove ammirare la bandiera.

Tra i suggerimenti sugli usi del vessillo viene indicato come “giorno perfetto” per farla sventolare il 22 aprile, la Giornata mondiale della Terra. Ecco perché sui canali dell’ASviS raccontiamo oggi questa storia. Una storia che inizia lo stesso anno e in un contesto simile a quello dove nacque la nota bandiera Blue Earth Flag, ideata nel 1970 dall’attivista per la pace John McConnell, uno dei promotori della Giornata mondiale della Terra.

La storia di un simbolo ancora attuale, a disposizione di tutti, da ammirare e diffondere per l’immediatezza del suo significato e per la semplicità con cui può essere utilizzato ed esposto, oggi e domani, da tutti gli umani.

 

 

 


Nella sezione “approfondimenti” offriamo ai lettori analisi di esperti su argomenti specifici, spunti di riflessione, testimonianze, racconti di nuove iniziative inerenti agli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Gli articoli riflettono le opinioni degli autori e non impegnano l’Alleanza. Per proporre articoli scrivere a redazioneweb@asvis.it. I testi, tra le 4mila e le 10mila battute circa più grafici e tabelle (salvo eccezioni concordate preventivamente), devono essere inediti. 

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