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Come finanziare il Green Deal per oltre 662 miliardi/anno: indirizzi dal Parlamento Ue
Settimana 9-15 novembre: Risoluzioni del Parlamento su finanziamento del Green Deal, fondo investEu, bilancio Ue 2021; dalla Commissione strategie per un’Unione della salute, eguaglianza di Lgbtiq, agenda dei consumatori. 17/11/20
Oltre 662 miliardi di euro all’anno sono gli investimenti necessari a livello di Ue stimati dalla Commissione europea per conseguire gli obiettivi del Green Deal. Come considera il Parlamento europeo, poiché gli obiettivi climatici al 2030 sono stati di recente nettamente rialzati (dal 40% al 55% di taglio delle emissioni al 2030, o al 60% come richiesto dal Parlamento) ne conseguirà un ulteriore e considerevole rialzo del fabbisogno finanziario.
Si può supporre fin da ora che sarà necessario disporre di una somma anche superiore ai 750 miliardi di euro del fondo NextGenerationEu (Ngeu), ogni anno.
È del tutto evidente che ciò richiederà un ingente indirizzamento della finanza privata rispondendo all’impegno cardine assunto nell’accordo di Parigi di rendere i flussi finanziari coerenti con un percorso che conduca a uno sviluppo a basse emissioni di gas a effetto serra e resiliente al clima. Per cui i piani nazionali di ripresa e resilienza nell’ambito del Ngeu, rappresentano anche lo strumento per costruire le condizioni di sistema necessarie per catalizzare e indirizzare proficuamente gli investimenti degli anni a venire.
Con la Risoluzione sul piano di investimenti per un'Europa sostenibile ‒ Come finanziare il Green Deal, adottata il 13 novembre, il Parlamento indica alcune soluzioni sistemiche per ampliare e allargare il flusso d’investimenti destinati al Green Deal, stringendo nel contempo il flusso verso l’economia brown. Viene richiamata la precedente strategia dell’Ue per la finanza sostenibile adottata nel 2018, preparando il terreno per la prossima strategia (prevista nel programma della Commissione entro il 2020, dunque a breve), ampliando lo scenario e gli obiettivi del piano d’investimenti del Green Deal adottato dalla Commissione il 14 gennaio 2020.
É chiamato in causa il ruolo della Banca centrale europea (Bce): considerando che l'articolo 2 dello statuto della Bce dispone che, se l'obiettivo di stabilità dei prezzi è raggiunto e non è rimesso in discussione, la politica monetaria della Bce deve essere condotta in modo da sostenere la realizzazione degli obiettivi dell'Unione definiti nell'articolo 3 del trattato sull'Unione europea, che prevede, tra gli altri obiettivi, la protezione della qualità dell’ambiente. Inoltre, evidenziando che i disastri ambientali e climatici pongono rischi sempre maggiori per la stabilità finanziaria, il Parlamento valuta che la regolamentazione e la vigilanza prudenziali dovrebbero integrare meglio tali rischi a lungo termine nelle loro valutazioni. La lotta contro i cambiamenti climatici e la promozione della sostenibilità devono essere maggiormente prese in considerazione nelle politiche della Bce, nel pieno rispetto del suo mandato e della sua indipendenza, ricordando in proposito la dichiarazione del presidente della Bce secondo cui la Banca centrale europea sostiene lo sviluppo di una tassonomia per facilitare l'integrazione delle considerazioni ambientali nei portafogli delle banche centrali. La Bce viene esplicitamente incoraggiata a comunicare il livello di allineamento della politica monetaria all'accordo di Parigi, fissando nel contempo una tabella di marcia per l'allineamento futuro, che utilizzi opportunamente la tassonomia dell'Ue per tali azioni.
Le autorità europee di vigilanza sulle banche, unitamente alle autorità nazionali competenti, dovrebbero integrare nei loro compiti prove di stress climatico annuali che esaminino gli istituti finanziari sotto la loro sorveglianza, ricordando che gli investimenti e i prestiti in attività economiche insostenibili possono dare luogo ad attivi non recuperabili o investimenti a fondo perduto con effetti di “lock-in”.
Il Parlamento chiede inoltre di razionalizzare gli obblighi di trasparenza definiti nella direttiva sulla comunicazione di informazioni di carattere non finanziario e di allinearli con quelli contenuti nel regolamento tassonomia e nel regolamento relativo all'informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari.
Questi fattori devono essere considerati nel rating del credito. Il Parlamento indica pertanto come necessaria un’integrazione di questi obblighi nelle prossime revisioni della regolamentazione Ue delle Agenzie di rating del credito.
Indicazioni vengono date anche alla Banca europea degli investimenti (che proprio quest'11 novembre ha pubblicato la sua Climate Bank Roadmap 2021-2025), alla quale viene chiesto un allineamento agli obiettivi di sostenibilità dell'Ue e al principio "non arrecare un danno significativo”. Si invita la Bei a definire una tabella di marcia concreta e a comunicare annualmente la quota dei suoi attivi che finanzia attività qualificate come ecosostenibili secondo la tassonomia dell’Ue.
Il sistema finanziario nel suo complesso richiederà obbligatoriamente interventi di regolamentazione dell’Ue legati alla tassonomia degli investimenti sostenibili, anche nel dare concretezza al principio del non nuocere enunciato nel Green Deal. La Commissione viene invitata pertanto a valutare e identificare le attività che danneggiano significativamente la sostenibilità ambientale, conformemente all'articolo 26, paragrafo 2, lettera a), del regolamento (Ue) 2020/852 e come raccomandato dalla Banca centrale europea e dalla rete delle banche centrali e delle autorità di regolamentazione per l'inverdimento del sistema finanziario.
La risoluzione integra aspetti legati alla finanza pubblica nella prospettiva anche del prossimo quadro finanziario pluriennale 2021-2027, su cui è stato raggiunto un accordo tra negoziatori del Parlamento e del Consiglio il 10 novembre, e del fondo NextGenerationEu, chiedendo alla Commissione di considerare l’utilizzo della tassonomia dell’Ue per monitorare la spesa pubblica destinata al clima e all’ambiente e rendere operativo il principio non nuocere anche sul piano sociale. Le decisioni che saranno assunte in merito saranno determinanti su come destinare le risorse e pianificare nel concreto gl’interventi, poiché la richiesta è che sia conseguito quanto prima un obiettivo di spesa giuridicamente vincolante pari almeno al 30% per il clima e almeno al 10% per la biodiversità. In particolare l’obiettivo climatico per NextGenerationEu resta definito al 37%.
Le stesse indicazioni le troviamo riportate dal Parlamento nella Risoluzione concernente la posizione del Consiglio sul progetto di bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2021 specificando la richiesta che la metodologia di calcolo per la destinazione della spesa sia rigorosa e dettagliata.
Si sottolinea la necessità di garantire che la Pac (di cui almeno il 40% è destinato agli obiettivi climatici) contribuisca al conseguimento degli obiettivi dell'Ue in materia di clima e sostenibilità.
Il Parlamento non dimentica di chiedere strategie nazionali per eliminare gradualmente le sovvenzioni dannose per l’ambiente. Specifica inoltre che il principio di giusta transizione dovrebbe essere integrato in tutto il Green Deal e che il Fondo per la giusta transizione dovrebbe concentrarsi in particolare sulle regioni che più di altre dipendono dai combustibili fossili.
Gli stessi indirizzi generali e in particolare del rispetto della tassonomia Ue e del principio non nuocere, vengono anche riportati negli Emendamenti alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il programma InvestEU che il Parlamento ha adottato nella stessa seduta del 13 novembre. Il fondo InvestEu stanzia risorse indirizzate in particolare alle Pmi in tutti i settori dell’economia, destinate alla crescita e all'occupazione nell'economia dell'Unione, alla sostenibilità dell'economia e alla sua dimensione ambientale e climatica, contribuendo al conseguimento degli SDGs e degli obiettivi dell'accordo di Parigi, mettendo a disposizione, tra le altre misure, una garanzia di 91,773 miliardi di euro che si stima mobiliterà più di 1.200 miliardi d’investimenti supplementari.
Già annunciate nel discorso della presidente Ursula von der Leyen del 16 settembre 2020 sullo Stato dell’Unione, la Commissione ha presentato la scorsa settimane due nuove strategie: a) Costruire un'Unione europea della salute: rinforzare la resilienza dell'Ue alle minacce transforntaliere per la salute; b) Unione dell'eguaglianza: strategia per l'eguaglianza Lgbtiq 2020-2025
Un’Unione della salute
La Com(2020) 724 final dell’11 novembre, traendo gli insegnamenti della crisi del Covid-19, valuta la necessità di disporre di strumenti di coordinamento e risposta a livello di Ue per la protezione delle vite e del mercato interno, dei diritti umani e delle libertà civili con la prevenzione, protezione, preparazione di risposta alle prossime crisi sanitarie, considerate molto più probabili che non in passato.
L’Unione europea della salute si basa sullo sforzo congiunto dell'UE per riconciliare il nostro rapporto con l'ambiente naturale, impegnandosi in modelli di crescita economica diversi e più sostenibili, come proposto dal Green Deal europeo. Combattere il cambiamento climatico e trovare modi per adattarvisi, preservare e ripristinare la biodiversità, migliorare diete e stili di vita, ridurre e rimuovere l'inquinamento dall’ambiente, migliora e avrà effetti positivi sulla salute dei cittadini e l'Unione europea della sanità sarà in grado di proteggerli meglio.
Nel contesto di questo quadro generale, la Commissione propone tre strumenti legislativi: 1) il rafforzamento di mandato del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc); 2) l’estensione di mandato del centro europeo per il farmaco (Ema); 3) il rafforzamento del meccanismo europeo di protezione civile, già adottato nel giugno 2020.
Vengono previste diverse azioni tra cui un piano coordinato di risposta alle emergenze sanitarie a livello Ue, nazionale e locale, e il lancio di un audit di verifica delle capacità nazionali e l’avvio di periodici stress test e investimenti correttivi. Viene indicato come i piani nazionali di ripresa e resilienza rappresentino un’occasione unica per avviare anche questo tipo di attività.
Si prevede l’introduzione di sistemi coordinati di allerta precoce e l’istituzione di un’Autorità europea di preparazione e risposta all’emergenza.
La proposta della Commissione è integrata con il programma Eu4health introdotto con il NextGenerationEu, approvato negli stessi giorni dal Parlamento europeo chiedendo un incremento degli stanziamenti a 5,1 miliardi, in rialzo rispetto alla riduzione a 1,7 miliardi indicata dal Consiglio.
É notizia del 10 novembre l’autorizzazione alla sottoscrizione di un contratto di fornitura della Commissione europea con Pfitzer e BioNtech per la fornitura di 300 milioni di dosi di vaccino anti-Covid.
Strategia Lgbtiq 2020-2025
Ognuno in Europa deve sentirsi sicuro e libero di essere se stesso. La strategia è costruita sulla base di recenti dati statistici che rappresentano un quadro molto critico. Come indice è riportato che nell’Ue il 25%-40% dei giovani senza tetto sono identificati come Lgbtiq, facendo emergere un dato di sintesi molto preoccupante sulle difficoltà d’integrazione sociale per queste persone. Il quadro di riferimento della strategia è il pilastro europeo dei diritti sociali per l’eguaglianza di opportunità per tutti i cittadini europei e, in particolare nei rapporti internazionali, la dichiarazione universale dei diritti umani: i diritti di Lgbtiq sono diritti umani.
La strategia si collega ad altre strategie e piani, taluni già avviati dalla Commissione, inclusa la strategia per la parità di genere 2020-2025, considerando il principio trasversale dell’intersezionalità, vale a dire la combinazione della condizione di Lgbtiq con altre caratteristiche o identità personali e il modo in cui tali intersezioni contribuiscono a determinare esperienze di discriminazione e vulnerabilità specifiche: genere, età, disabilità, origine etnica, religione.
I temi della strategia riguardano: un rafforzamento della protezione legale contro le discriminazioni, tenendo conto di un quadro di partenza spesso di sfiducia nelle istituzioni; l’inclusione in ambito lavorativo, nella scuola, nell’assistenza sanitaria, nelle attività sportive e culturali, contrastando le disuguaglianze; Il contrasto al fenomeno dell’incitamento all’odio anche online; Il riconoscimento dello status di famiglia composta da Lgbtiq nel diritto di tutti gli Stati membri.
Gli Stati dell’Ue sono incoraggiati dalla Commissione a elaborare dei piani d’azione per l’eguaglianza degli Lgbtiq, anche considerando misure finanziabili con il NextGenerationEu, e usufruendo dell’assistenza tecnica dell’Agenzia europea per i diritti fondamentali e dell’Istituto europeo per la parità di genere.
Nuova agenda dei consumatori
Il 13 novembre la Commissione ha adottato la Nuova agenda europea dei consumatori - Rafforzare la resilienza dei consumatori per una ripresa sostenibile articolata in 5 aree prioritarie:
- Transizione verde; 2. Trasformazione digitale; 3. Riparazione e rispetto dei diritti del consumatore; 4. Bisogni specifici di alcuni gruppi di consumatori; 5. Cooperazione internazionale.
L’agenda integra nella prospettiva del contributo attivo dei consumatori, con visione olistica, diverse strategie e piani già avviati quali il Green Deal e il nuovo piano per l’economia circolare, i programmi integrati nella comunicazione plasmare il futuro digitale dell’Ue.
Di Luigi Di Marco