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VITA SULLA TERRA

Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell'ecosistema terrestre, gestire sostenibilmente le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno, e fermare la perdita di diversità biologica

Dagli ultimi dati aggiornati al 2021, risulta che sulle otto milioni conosciute, un milione di specie animali e vegetali è a rischio estinzione. L'attività antropica ha velocizzato di mille volte il tasso naturale di estinzione. Continua il declino della biodiversità italiana a causa di problemi irrisolti, come il degrado e il consumo del suolo. 

Notizie

Il nostro sistema alimentare è la causa principale della perdita di biodiversità

Il comparto agricolo rappresenta una minaccia per l’86% delle specie a rischio di estinzione, dice un rapporto di Chatham House. Investimenti responsabili, cambiamenti nella dieta e soluzioni di mitigazione per il clima le priorità.  2/03/2021

La produzione di cibo a basso costo e l’agricoltura intensiva sono le principali cause della perdita di biodiversità. Negli ultimi decenni questa perdita, assieme al tasso di estinzione delle specie, è cresciuta come mai prima d’ora. A dirlo è il rapporto “Food system impacts on biodiversity loss”, pubblicato il 3 febbraio dal centro studi britannico Chatham House con la collaborazione del Programma delle Nazioni unite per l’Ambiente (Unep) e Compassion in world farming, una delle più grandi organizzazioni internazionali per il benessere animale.

Il principale responsabile di questa accelerazione, evidenzia il report, è il sistema alimentare mondiale. Negli ultimi 50 anni, la conversione degli ecosistemi naturali per la produzione di colture o pascoli e il paradigma del “cibo economico” sono state le cause principali della perdita di habitat e, di conseguenza, della biodiversità. La produzione agricola intensiva degrada i suoli e gli ecosistemi, riduce la capacità produttiva dei terreni e rende necessaria una produzione alimentare ancora maggiore per tenere il passo con la domanda. Inoltre, continua il Rapporto, l'attuale produzione alimentare dipende in larga misura dall'uso di fattori come fertilizzanti, pesticidi, energia, terra, acqua e da pratiche non sostenibili come la monocoltura. Questi fattori hanno ridotto la varietà di paesaggi e di habitat, mettendo a rischio l’esistenza di uccelli, mammiferi, insetti e organismi microbici. Basti pensare, evidenzia lo studio, che il comparto agricolo rappresenta una minaccia per ben 24mila delle 28mila specie a rischio di estinzione, cioè l’86% del totale.

Inoltre, continua il report, il nostro sistema alimentare contribuisce in maniera importante alle emissioni di gas serra, determinando una serie di reazioni a catena. In primis determina il cambiamento climatico, che a sua volta degrada ulteriormente gli habitat e fa sì che le specie si disperdano in altri luoghi. A sua volta questo comportamento mette nuove specie in contatto e in competizione tra loro, creando le condizioni per l’insorgenza di malattie infettive. Se non si interviene riformando il sistema alimentare, si legge nel documento, la perdita di biodiversità continuerà ad accelerare e la distruzione degli habitat minaccerà la capacità di sostenere le popolazioni.

Una riforma del sistema alimentare, suggerisce il Rapporto, dovrebbe far leva su tre aspetti:

  • convertire gli attuali modelli alimentari in diete a base vegetale. Un tale cambiamento limiterebbe l’impatto della produzione ambientale sulla biodiversità, migliorerebbe la salute umana e ridurrebbe il rischio di pandemie;
  • proteggere e ripristinare gli ecosistemi naturali. La creazione di aree protette o la riconversione di zone ampiamente sfruttate è il modo più efficace per preservare e aumentare la biodiversità;
  • limitare l’uso di prodotti dannosi e pratiche monocolturali. Occorre coltivare la terra rispettando la natura, i suoi ritmi e supportare la biodiversità.

Proprio per sottolineare la necessità di una trasformazione del sistema alimentare e migliorare la sicurezza nutrizionale, la salute pubblica e la sostenibilità ambientale, quest’anno il segretario generale delle Nazioni unite António Guterres convocherà il primo Food systems summit, il vertice mondiale sui sistemi alimentari. Nel 2021 i governi di tutto il mondo dovranno sbloccare investimenti senza precedenti per sostenere la ripresa economica dopo la pandemia da Covid‐19. Per questo il Rapporto si conclude con la richiesta di un’azione concreta su tre fronti, in grado di portare avanti gli sforzi e stabilire un nuovo sistema alimentare che sostenga la biodiversità. In primo luogo, i decisori internazionali devono riconoscere che il cambiamento della dieta e la riduzione degli sprechi alimentari sono azioni fondamentali per rompere i vincoli dell’attuale sistema alimentare, basato su agricoltura e allevamenti intensivi. La seconda azione è fare in modo che il vertice sui sistemi alimentari si integri con gli altri processi chiave internazionali, compresi i negoziati sul clima. Il summit è l’occasione per uniformare le politiche di sostenibilità ambientale, prosperità inclusiva, crescita sostenibile e miglioramento della salute e del benessere delle comunità. In ultimo, i decisori politici dovrebbero rafforzare la coerenza tra i piani internazionali e le azioni locali.

Gli accordi quadro nazionale sono fondamentali per far comprendere il valore della biodiversità e sostenerne la protezione. Investimenti responsabili, cambiamenti nella dieta alimentare e soluzioni di mitigazione dei cambiamenti climatici basati sulla natura sono, secondo il documento, le linee guida da seguire e inserire nei piani di azione nazionale. Solo così si riuscirà a realizzare un cambiamento nel sistema alimentare mondiale.

di Tommaso Tautonico

 

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martedì 2 marzo 2021

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