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IMPRESE, INNOVAZIONE E INFRASTRUTTURE

Costruire una infrastruttura resiliente e promuovere l'innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile

La disuguaglianza digitale è una questione da risolvere al più presto, dato che tre miliardi di persone nel mondo rimangono offline. Nel 2021 l’Italia aumenta la copertura della rete Gigabit alle famiglie, posizionandosi in linea con l'obiettivo prefissato, mentre nel 2020 ha fatto progressi insufficienti per quanto riguarda la spesa in ricerca e sviluppo.

Approfondimenti

Una transizione duale e sinergica: digitale e sostenibilità

 di Stefano Belletti, senior advisor per aziende corporate e start-up

Aiutare le aziende ad approfondire il legame tra tecnologie digitali e sviluppo sostenibile, a generare valore attraverso l’innovazione. Così nasce il libro "Verde e digitale. In viaggio tra sostenibilità, innovazione e competitività”.

27 gennaio 2023

Oggi più che mai è attuale il tema della twin transformation, come le tecnologie digitali possono supportare la sviluppo sostenibile in ottica ambientale.

Ma cosa succede se approfondiamo il legame tra digitale e sostenibilità? In che modo il digitale può contribuire alla causa della sostenibilità ambientale? Con questo libro si è cercato di rispondere concretamente a questa domanda. Come dichiara il titolo “Verde e digitale. In viaggio tra sostenibilità, innovazione e competitività, si è inteso approfondire il contributo delle tecnologie digitali alla sostenibilità ambientale, nelle sue dimensioni primarie di transizione energetica, economia circolare e preservazione del capitale naturale, che rientrano nel binomio più generale tecnologia-sostenibilità, comunemente indicato come Tech4Good.

L’innovazione, diffusa e quotidiana, è il filo conduttore che lega il digitale e la sostenibilità, e determina la competitività delle aziende che li inglobano a pieno titolo nella loro strategia, facendo in modo che l’ottenimento del vantaggio sul mercato sia complementare alla creazione di valore condiviso per la comunità, il territorio e l’ecosistema in cui opera l’azienda. È il nuovo modo di essere concorrenziali, preservando il valore sul lungo termine.

Perché “in viaggio”? Primo, perché è un percorso, una trasformazione, una transizione, e anche questo libro è partito da un’idea e si è arricchito nel tempo, con la lettura di testi e articoli, con l’incontro con molte aziende – dalle corporation alle start up – dalle quali abbiamo tratto molti insegnamenti che speriamo di aver efficacemente trasmesso in questo libro. Secondo, perché digitale e sostenibilità sono sempre in movimento, e producono continuamente nuove opportunità.

Il libro ha un orientamento prevalente manageriale, non è un libro "tecnologico". Il testo è sviluppato secondo una prospettiva aziendale, ma non è scritto come un manuale: sono “appunti di viaggio” per chi vuole affrontare o sta affrontando un percorso di digital business transformation; si alternano considerazioni teoriche e un approccio pragmatico costituito da oltre 200 casi realizzativi e sei case history di eccellenze italiane, con l’obiettivo di fornire indicazioni, spunti, esperienze e numerose fonti bibliografiche.

Il primo capitolo “La sostenibilità nella prospettiva dello strategic management” ha l’obiettivo di chiarire la valenza strategica e il valore competitivo della sostenibilità nell’ottica delle imprese. Imprese che operano costantemente in un mercato concorrenziale e in uno specifico contesto sociale, politico e istituzionale, evidenziandone i legami ed esplicitando il ruolo centrale dell’innovazione (sono inseriti nella trattazione sia riferimenti della letteratura di settore sia esempi concreti di aziende virtuose).

In particolare si affronta il tema della sostenibilità ambientale nell’ottica dello sviluppo sostenibile promuovendo protocolli orientati alla valorizzazione e all’inclusione del capitale naturale nelle decisioni di business secondo un approccio integrato dei capitali naturale, umano, sociale, prodotto e una visione di sistema. E viene sottolineato come le aziende sempre più introducono gli Obiettivi di sviluppo sostenibile nella loro mission e i Paesi sviluppano piani di azione coerenti, come il Pnrr. Il capitolo si concentra quindi sull’impostazione della strategia aziendale secondo il modello del “valore condiviso” di M.E. Porter che prevede una strategia integrata di business, contraddistinta da una forte polarizzazione sul territorio e da una collaborazione con le realtà locali quali comunità, associazioni ed enti istituzionali (stakeholder): ambiente, sociale e impegno etico si intrecciano in modo sinergico con la logica della remunerazione degli azionisti (shareholder). In continuità con il modello di Porter, viene identificato nel ciclo di innovazione continua il motore per lo sviluppo sostenibile e la creazione di valore. Si delinea un nuovo tipo di azienda – aperta e ibrida – organizzata a rete in cui la catena del valore non è circoscritta ai confini aziendali, ma inserita in un campo ampio e mutevole che si collega ad altre catene del valore con una matrice mista pubblico/privato, profit/non profit, dimensioni large/small, produttore/consumatore.

Il secondo capitolo “Tecnologie digitali, intelligenza artificiale, sostenibilità e Pnrr: perché insieme?” ha l’obiettivo di identificare i motivi per cui le tecnologie digitali hanno un ruolo così rilevante e sinergico per la sostenibilità, partendo da una doverosa introduzione su ciò che si intende per tecnologie digitali.

In particolare il capitolo descrive inizialmente le tecnologie digitali oggetto dell’analisi in modo da capire le finalità e le funzionalità fondamentali per la sostenibilità ambientale, identificando sei cluster di soluzioni digitali – corredati dai relativi fattori abilitanti e livelli di adozione: prevale nella narrazione una vista integrata delle diverse tecnologie digitali come “digital transfomation” che traguarda un cambiamento del “senso” delle attività e del modello di business coerente con le linee guida della sostenibilità, quindi non come semplice “digitalizzazione” di attività. Data la sempre maggiore rilevanza assunta dall’Intelligenza Artificiale, è stato dedicato un approfondimento specifico a tale tecnologia per illustrarne caratteristiche essenziali, opportunità, rischi e impatto. Il quadro così delineato delle tecnologie digitali ha consentito di valutarne compiutamente il contributo e le prestazioni per la sostenibilità ambientale, evidenziando i vantaggi dell’applicazione congiunta: in tal senso si è potuto chiarire i razionali quali la disponibilità di dati in tempo reale e in forma granulare, la capacità aumentata di analisi e di valutazione, la connessione e comunicazione degli stakeholder – oltre ai “classici” legati a dematerializzazione, identificazione e delocalizzazione. Infine il quadro è stato completato con una valutazione dei due temi secondo la prospettiva del Pnrr, riclassificandolo ed evidenziandone le sinergie tra i due temi.

L’obiettivo del terzo capitolo “Pratica del digitale per la sostenibilità ambientale” è la condivisione di esperienze pratiche di utilizzo delle tecnologie digitali a supporto della sostenibilità ambientale secondo il concetto di buone pratiche: è stato quindi privilegiato un approccio pragmatico, con la descrizione di oltre duecento casi. I casi sono prevalentemente europei (70%), con una distribuzione settoriale polarizzata su servizi energetici e ambientali (37%); circa un terzo vede il coinvolgimento di start up e circa un quarto è afferente a società benefit, certificate B Corp o a organizzazioni non profit. Per quanto concerne le soluzioni digitali, prevalgono le tecnologie digitali della Quarta rivoluzione industriale (“intelligent asset” e circa la metà dei casi prevede soluzioni di advanced analytics). I casi raccolti sono stati razionalizzati secondo uno schema articolato in quattro aree, abbinando per ciascuna i sotto-obiettivi degli SDGs e le componenti del Pnrr:

  • gestione di materiali, prodotti e beni nel ciclo di produzione, vendita, consumo e riutilizzo/riciclo/rigenerazione di un’azienda, secondo un modello circolare e a basso impatto ambientale;
  • fornitura, conservazione e rigenerazione delle risorse naturali per quanto concerne le utility quali acqua, gas, elettricità e l’impatto sull’ambiente per le emissioni di CO2;
  • coordinamento e indirizzo delle attività che determinano il modo in cui l’azienda progetta prodotti/servizi/processi, comunica, coinvolge gli interlocutori, acquista gli input e valuta i rischi associati alle proprie scelte;
  • predisposizione delle infrastrutture essenziali a supporto quali la mobilità sostenibile, l’edilizia circolare e i sistemi agro alimentari.

Il quarto capitolo “Storie d’impresa, sostenibili, digitali” approfondisce sei case history aziendali, che evidenziano una forte convergenza tra digitale e sostenibilità – seppure con prospettive, storia e dimensioni differenti - le cui iniziative puntuali sono state illustrate anche nel precedente capitolo.  Ciascun case history è frutto dell’analisi dei documenti forniti dalle aziende stesse, ma soprattutto delle interviste con i manager aziendali; ogni caso è strutturato secondo le stesse quattro sezioni (strategia e modello di business, impegno per la sostenibilità, trasformazione digitale, digitale per la sostenibilità). Di seguito l’evidenza dei key driver per i sei case histories:

  • A2A, integrazione nella strategia aziendale del percorso già avviato sulla sostenibilità con il supporto del digitale;
  • Eni, profonda ed estesa trasformazione verso la sostenibilità con iniziative digitali a carattere settoriale e istituzionale;
  • Chiesi, sviluppo del digitale per un’azienda che crede fermamente nella certificazione B- Corp, a livello di azienda e di ecosistema;
  • Loccioni, organizzazione aziendale e tecnologie digitali in un’azienda che fa sostenibilità da ormai trent’anni;
  • Forno Brisa, giovani e nativamente sostenibili, sviluppando persone e digitale, partendo dalla comunità e dalla comunicazione;
  • Enel, innovazione, sostenibilità, digitale come leve di un nuovo modello aziendale basato esplicitamente sulla “creazione del valore condiviso”.

Nel quinto capitolo “Come gestire la trasformazione verde e digitale” è stato analizzato il modo in cui l’azienda può affrontare adeguatamente il cambiamento di paradigma legato alla transizione verde e digitale, identificando le “variabili di progettazione” e arricchendole con le best practice osservate nei case history del capitolo precedente. Partendo dalla definizione del purpose e dai valori dell’azienda (environmental purpose), è opportuno adottare un approccio che privilegi il pensiero e l’orientamento strategico, definendo la visione di lungo periodo e il funzionamento del modello di business (sustainable business model) rispetto a una formulazione analitica della strategia. Conseguentemente, l’azienda deve saper decodificare i segnali deboli e i feedback, identificare e gestire i rischi, cogliere e sviluppare le opportunità, comprendere dipendenze e vincoli. È necessario quindi ri-configurare l’organizzazione affinché sia in grado di garantire tali capacità (organizational network), sostanziate a livello individuale da comportamenti e soft skill delle singole persone che abilitano competenze specialistiche (behaviour and knowledge), valorizzando il contributo del capitale umano (human capital readiness) e predisponendo l’infrastruttura per la trasformazione digitale (digital and data readiness). Le caratteristiche dell’organizzazione e i comportamenti individuali vengono facilitati da uno stile di conduzione e da una cultura propensi alla collaborazione, all’apertura e alla fiducia, in cui è apprezzato il feedback e tollerato l’errore come prodromi dell’apprendimento continuo (open culture and leadership). La corporate governance assume un ruolo determinante come garante del successo sostenibile dell’azienda e bussola della navigazione (green compass), indirizzando e influenzando le scelte strategiche, identificando le eventuali deviazioni, relazionandosi con gli stakeholder, adottando una comunicazione aziendale integrata, presidiando la predisposizione di idonei sistemi (health system) per la gestione del rischio e il controllo, per la misurazione e il monitoraggio delle prestazioni rilevanti  - risultati economico-finanziari, impatto socio-ambientale e livello di digitalizzazione – in base ai quali definire i meccanismi per incentivare i comportamenti più opportuni.

Il capitolo finale “Evoluzione verso la piattaforma” offre uno sguardo sul futuro (prossimo) e ha l’obiettivo di delineare l’evoluzione in corso verso la piattaforma - un modello digitale, operativo, organizzativo e di business che rappresenta un vettore di progresso per le tematiche ambientali e per la sostenibilità in generale.

Il capitolo parte dalla spiegazione del termine “piattaforma” e dalla sua derivazione dal mondo IT con l’avvento delle Big Tech e del ciclo di sviluppo software secondo i principali autori in letteratura e le più autorevoli società di consulenza. I principi espressi sono poi declinati operativamente nel paradigma della “business platform” osservando le prime esperienze in tal senso (in particolare, Enel) e definendo una vista specifica per la sostenibilità ambientale.

 

Stefano Belletti, senior advisor per aziende corporate e start-up, collabora con istituzioni editoriali e accademiche per la diffusione dei temi inerenti alla trasformazione digitale. Ha operato presso società di consulenza direzionale e big tech. È autore del libro “Verde e Digitale. In viaggio tra sostenibilità, innovazione e competitività” (EdizioniAmbiente, Dicembre 2022).

 


Nella sezione “approfondimenti” offriamo ai lettori analisi di esperti su argomenti specifici, spunti di riflessione, testimonianze, racconti di nuove iniziative inerenti agli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Gli articoli riflettono le opinioni degli autori e non impegnano l’Alleanza. Per proporre articoli scrivere a redazioneweb@asvis.it. I testi, tra le 4mila e le 10mila battute circa più grafici e tabelle (salvo eccezioni concordate preventivamente), devono essere inediti.

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