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IMPRESE, INNOVAZIONE E INFRASTRUTTURE

Costruire una infrastruttura resiliente e promuovere l'innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile

La disuguaglianza digitale è una questione da risolvere al più presto, dato che tre miliardi di persone nel mondo rimangono offline. Nel 2021 l’Italia aumenta la copertura della rete Gigabit alle famiglie, posizionandosi in linea con l'obiettivo prefissato, mentre nel 2020 ha fatto progressi insufficienti per quanto riguarda la spesa in ricerca e sviluppo.

Approfondimenti

Buone pratiche collettive per costruire città sostenibili e comunità resilienti

di Lorenzo Pompi, Segretariato ASviS

Mobilità sostenibile, innovazione digitale, smart cities e gestione sostenibile dei territori: ecco le principali tematiche attorno le quali si sono svolti gli eventi nazionali e territoriali attinenti gli SDGs 9 e 11.
9 luglio 2019

La stretta interconnessione tra i Goal 9 e 11 è evidente: non possiamo pensare di trasformare le nostre città in senso sostenibile se non investiamo nella realizzazione di infrastrutture sociali ed economiche resilienti. Due gli appuntamenti di rilevanza nazionale che durante il Festival hanno esplorato e approfondito buone pratiche, ricerche scientifiche, analisi statistiche, proposte tecnologiche e di governance. A Roma i Goal 9 e 11 sono stati al centro del convegno “Innovazione e mobilità dei cittadini per lo sviluppo urbano sostenibile”, organizzato da Fondazione Lars Magnus Ericsson, Prioritalia, Stati Generali dell’Innovazione e Urban@it, grazie al supporto di Wind Tre in qualità di Tutor e con il patrocinio di Roma Capitale, per dare risposta alle questioni legate all’impatto dell’innovazione digitale sulla mobilità sostenibile. A Genova il dibattito “Regioni, città e territori per lo sviluppo sostenibile”, organizzato da Anci, Comune di Genova, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Regione Liguria e Comitato scientifico dell’ASviS sul Goal 11, proprio nella città-simbolo della necessità di costruire infrastrutture urbane resilienti, capoluogo di una Regione che fronteggia quotidianamente un elevato rischio idrogeologico.

Nell'appuntamento capitolino, i relatori hanno mostrato come lo sviluppo della mobilità sostenibile abbia enormi potenzialità soprattutto nei campi di salute e lotta all’inquinamento. I dati parlano chiaro: sempre più persone si stanno rivolgendo alla mobilità condivisa, abbandonando l’abitudine dell’auto privata. Una scelta effettuata soprattutto dai più giovani che fa ben sperare per il futuro. Inoltre il successo di alcuni interventi sulle linee pubbliche ha determinato l’aumento del numero di persone che si spostano con la metro e altre linee ferroviarie.

Carlo Tamburi, direttore Italia del gruppo Enel, si è occupato invece di fare il punto sulla diffusione dell'’auto elettrica e sui fattori che ancora non ne hanno permesso l’esplosione sul mercato. “Ciò che blocca l’auto elettrica è la bassa disponibilità di colonnine e il costo d’acquisto del veicolo. Per questo abbiamo pensato di arrivare a 28mila colonnine in tutta Italia entro il 2022. Per noi la grande svolta arriverà con la gestione dei software capaci di stimolare domanda attiva dell’energia”.

Massimo Angelini, direttore Public Affairs, Internal and External Communication di Wind Tre, ha poi presentato il rapporto “Città 5G, città sostenibili”, facendo notare quanto sia importante lo sviluppo dell’infrastruttura digitale urbana. Nel mondo ci sono 550 città con più di due milioni di abitanti, dove vive un quinto della popolazione mondiale. In generale, il 55% delle persone vive in città, l’80% del Pil arriva da suolo urbano, mentre le città consumano il 75% di energia e producono l’80% delle emissioni di anidride carbonica.

Secondo uno studio del McKinsey Global Institute, citato da Angelini, il 5G può avere ricadute positive sui 17 Obiettivi dell’Agenda 2030. Può aiutare infatti a ridurre del 10-20% la quantità di rifiuti non riciclati; sventare il 30% dei crimini, in particolare aggressioni, furti e rapine; generare un risparmio idrico del 20-30%; diminuire del 15-20% il tempo impiegato nel tragitto casa-lavoro.

Al momento, su questi aspetti, l’Italia è in ritardo: per beneficiare della rivoluzione digitale c’è molto da fare, basti pensare che oltre la metà delle città non ha progetti per diventare una “smart city” e che a livello europeo il nostro Paese risulta quartultimo per digitalizzazione.

In chiusura dell’evento sono arrivate le parole del portavoce dell’ASviS Enrico Giovannini: “L’innovazione è una delle chiavi necessarie, ma da sola non sufficiente, per portare il mondo su un sentiero di sviluppo sostenibile. Io parlo di economia digi-circolare proprio perché la tecnologia è un fattore indispensabile. Ma bisogna stare attenti, una riflessione politica l’Europa deve farla in merito all’uso dei dati prodotti dai sistemi digitali, in modo che non diventino strumento per creare nuovo monopolio. Inoltre, il salto tecnologico può creare nuove disuguaglianze e le misure che la politica sta ponendo non sono all’altezza della sfida”.

Non si può parlare di mobilità sostenibile senza una programmazione adeguata a livello territoriale. Alla luce dei disastri ambientali degli ultimi anni che hanno colpito la penisola italiana da Nord a Sud, la gestione sostenibile dei territori non rappresenta più un’opportunità, bensì una necessità. Proprio da queste premesse sono stati avviati i lavori per l'evento nazionale che si è svolto a Genova il 3 giugno all'interno della maestosa cornice del salone di rappresentanza del Palazzo Doria-Tursi.

I relatori hanno in questa occasione concordato sul fatto che gli enti locali, presenti numerosi al dibattito, debbano effettuare una svolta immediata verso il sentiero dello sviluppo sostenibile, plasmando politiche e strategie sulla base degli obiettivi da raggiungere entro il 2030, in stretta interconnessione con la società civile.

Per quanto riguarda gli eventi sparsi sul territorio italiano, vanno segnalate quasi cento iniziative sul Goal 9. Tra queste spiccano in particolare i seguenti eventi: “Disuguaglianze tra aree rurali e aree urbane: il ruolo dell’Europa tra presente e futuro”, organizzato a Matera da Cia Agricoltori Italiani il 23 maggio; “Scenari futuri e innovazione sostenibile” organizzato a Trento dal Muse, Museo della scienza, e Fondazione Bruno Kessler il 4 giugno; nello stesso giorno l'incontro tra l'Università dell'Aquila e le organizzazioni sociali attive nei processi di ricostruzione delle aree colpite dai terremoti per valutare e discutere la sostenibilità ambientale e sociale della crescita attivata dalla ricostruzione, dal titolo “La ricostruzione dell'Aquila è sostenibile?”.  “Minimetrò”, evento organizzato il 5 giugno dal Comune di Perugia, Minimetrò SpA e Usl Umbria 1 per promuovere l'utilizzo di questo mezzo di trasporto pubblico urbano sostenibile; “Gestione dei Rifiuti Organici per una Economia Circolare: situazione attuale e prospettive”, organizzato il 6 giugno dal Dipartimento di Ingegneria civile edile e ambientale dell'Università di Roma "La Sapienza", Dipartimento di Ingegneria civile e Ingegneria informatica dell'Università di Tor Vergata.

Ben 275, invece, sono stati gli eventi riguardanti il Goal 11, organizzati in tutta Italia.

Molti di questi importanti momenti di condivisione mettono in evidenza la necessità e l'utilità di una collaborazione e un costante dialogo con i cittadini per creare centri urbani vicini alle esigenze delle persone e del territorio.

C’è chi ha già cominciato a farlo, come la Città metropolitana di Bologna che ha elaborato la propria Agenda per lo sviluppo sostenibile.

Walter Vitali, direttore esecutivo di Urban@it e coordinatore del gruppo di lavoro ASviS sul Goal 11 (città e comunità sostenibili) ha presentato il primo “Report di aggiornamento dell’Agenda Urbana per lo sviluppo sostenibile”, realizzato da ASviS e Urban@it, documento che sintetizza la situazione complessiva delle città italiane sul raggiungimento degli SDGs e dei relativi target. Nella presentazione Walter Vitali ha mostrato, relativamente ai 17 Obiettivi, “il confronto tra l’andamento dell’ultimo biennio per cui sono disponibili i dati e quello del biennio precedente contenuto nel Rapporto ASviS 2018”.  Il risultato finale è rappresentato da cinque “semafori verdi”, cioè Obiettivi che verranno raggiunti entro il 2030 mantenendo il passo attuale, e 12 “semafori rossi”, vale a dire Obiettivi il cui raggiungimento è ancora lontano e per i quali è necessario cambiare rotta.

Un altro grande contributo è rappresentato dal report “Per un’Italia sostenibile: l’SDSN Italia SDGs City Index 2018”, realizzato da Fondazione Eni Enrico Mattei (Feem) in collaborazione con Sdsn Italia. Nel rapporto presentato dalla co-autrice Laura Cavalli, ricercatrice senior di Feem e manager di Sdsn, viene analizzata la situazione delle città capoluogo di provincia e delle Regioni, con l’obiettivo di “aiutare le amministrazioni locali a identificare le priorità di azione in ogni città rispetto ai Goal identificati nell’Agenda 2030”. Dal rapporto emerge che la media delle città italiane rispetto al raggiungimento degli SDGs è pari al 52,7%.

A conclusione del convegno è intervenuto il portavoce dell’ASviS, Enrico Giovannini, che ha sottolineato la necessità di imparare dalle buone pratiche, riconoscendo la sostanziale parità per i Comuni, a livello di efficacia, tra i diversi strumenti di misurazione (rapporto Bes e agenda urbana); “Oggi non usare il linguaggio della sostenibilità rappresenterebbe un’enorme penalità poiché gli investimenti comunitari vanno in questo senso”, ha spiegato, evidenziando come nella gestione sostenibile dei territori, leadership e governance vadano di pari passo: gli amministratori locali devono essere influenti ed esercitare pressione per un’azione governativa efficace al fine di ridurre il gap esistente con gli altri Paesi europei. “Propongo ad Anci e alla Conferenza delle Regioni di istituire tavoli permanenti su Regioni, Città e territori per lo sviluppo sostenibile, se lo Stato non vuole farlo. Successivamente si parlerà con lo Stato, ma non c’è più tempo da perdere”, ha concluso.

Ciò che emerge da questa edizione del Festival, dunque, è l’urgenza di un’azione che parta dal basso, che coinvolga a tutti i livelli di dialogo cittadini, imprese e istituzioni. Queste ultime possiedono un indispensabile ruolo di governance da capitalizzare al massimo ascoltando le comunità territoriali e ponendo l’accento sulle innovazioni, non solo digitali, ma anche culturali.

Scopri tutti gli eventi del Festival dedicati al Goal 9 e al Goal 11

Wind Tre sostiene il Goal 9 e il Goal 11

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