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Radar Swg: i dubbi degli italiani su Superbonus, stop motori a scoppio e cellulari

L’opinione pubblica esprime scetticismo sui percorsi e gli esiti del cambiamento: la misura edilizia una buona idea realizzata male, l’auto elettrica desta perplessità, gli smartphone indispensabili ma serve una relazione più sana.  7/3/23

In un momento di forti polemiche sulla prosecuzione del bonus edilizio e sulla sostituzione delle auto a benzina e diesel con l’auto elettrica, Radar Swg indaga l’opinione pubblica per intercettare giudizi, cambiamenti e pulsioni degli italiani.

L’analisi punta i riflettori su tre argomenti, ovvero il Superbonus 110%, lo stop alle auto a benzina e diesel e il nostro rapporto con gli smartphone, attraverso 800 interviste nella settimana 20-26 febbraio sui primi due temi e 1.000 tra il 20-25 gennaio sul terzo.

Il Superbonus 110%. Nel 2023 la misura, introdotta nel luglio 2020, ha subito due ridimensionamenti: 


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Rispetto allo scorso anno, il Radar Swg coglie una crescente polarizzazione dell’opinione pubblica su questo tema. Oggi solo poco meno della metà dei cittadini giudica utile il bonus, mentre un anno fa raccoglieva il consenso di tre quarti dei cittadini.

Le motivazioni sono legate alla percezione di truffe e usi illeciti collegati alla misura, al timore dell’impatto negativo sul debito pubblico e a una sensazione di iniqua distribuzione del bonus. I favorevoli sottolineano l’impatto su efficientamento energetico, settore edile, occupazione e Pil.

L’opinione prevalente, che emerge dal sondaggio, è che si tratti di una buona idea, ma purtroppo messa a terra nel modo sbagliato e che andrebbe rivisitata in senso più restrittivo.

Il divieto di vendita di auto a benzina e diesel. La Commissione europea ha adottato nel luglio 2021 il pacchetto Fit for 55, che pone l’obiettivo di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030.

Seguendo il piano di azione, il primo obiettivo è ridurre le emissioni medie delle auto del 55% entro il 2030 e del 100% entro il 2035, rispetto ai livelli del 2021. Questo vuol dire che dal 2035 tutte le auto e i furgoni di nuova immatricolazione dovranno produrre zero emissioni di CO2, mentre i veicoli già immatricolati potranno circolare fino a fine vita. La misura risulta coerente rispetto a una traiettoria compatibile con la neutralità climatica dell’Ue entro il 2050 indicata nella legge europea per il clima. Tuttavia, il governo italiano sta manifestazione il suo dissenso, la misura è attualmente in discussione e il percorso al 2035 potrebbe essere sospeso.


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Dal Radar Swg emerge che se, da un lato, un intervistato su tre è favorevole alla misura per salvaguardare l’ambiente, dall’altro il 45% si dichiara contrario, principalmente perché considera l’auto elettrica non sufficientemente sostenibile da poter rappresentare la soluzione, considerati anche i maggiori costi per l’acquisto del mezzo e l’energia di ricarica.

La metà dei rispondenti si dichiara disposta all’acquisto di un’automobile elettrica nei prossimi anni, ma un terzo di essi mostra ancora un certo scetticismo che, più che essere legato alle tempistiche, riguarda i costi, il tema delle batterie (autonomia, velocità di ricarica) e la carenza di infrastrutture di ricarica.


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Gli smartphone e noi. Il 7 febbraio, in occasione del Safer Internet Day, Swg ha presentato la ricerca “Gli Smartphone e noi” realizzata per Italian Tech e Telefono Azzurro. La ricerca punta a comprendere il rapporto che gli italiani hanno con lo smartphone, come lo usano, per cosa e con quali effetti.

Per tre italiani su cinque lo smartphone migliora la vita, tra i giovani questo dato è ancora più alto (Gen Z, 72%); in ogni caso solo il 17% degli intervistati pensa che lo smartphone contribuisca a peggiorare la vita.

L’accesso alle informazioni è il principale motivo per cui viene ritenuto un migliorativo della qualità di vita. Seguono ai primi posti per impatto positivo gli acquisti online, l’accesso ai servizi della pubblica amministrazione, l’intrattenimento, il lavoro, l’accesso ai servizi bancari. Molte luci, ma anche qualche ombra, a partire dal grande tema della privacy fino ai rischi di un decadimento nel benessere psichico ed emotivo, considerati i principali rischi individuati dagli intervistati. Non a caso tra il 38% dei 14-75enni emergono avvisaglie di nomofobia, ovvero la paura di rimanere sconnessi e privi del proprio telefono.

Il dato più delicato è quello riferito ai più giovani: il 75% dei bambini tra i 6-9 anni utilizza già uno smartphone, e un terzo dei preadolescenti (10-13 anni) lo usa già in totale autonomia, per ammissione degli stessi genitori.

Scarica il Radar Swg

 

di Monica Sozzi

 

 

Fonte copertina: halfpoint, 123rf.com

martedì 7 marzo 2023

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