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RIDURRE LE DISUGUAGLIANZE

Ridurre l'ineguaglianza all'interno di e fra le Nazioni

Pandemia e inflazione acuiscono le disparità all’interno del Paese: dal 2019 al 2021 è peggiorato l’indice di disuguaglianza del reddito disponibile e permangono elevate differenze territoriali e di genere. Anche nel resto del mondo si amplia il divario tra ricchi e poveri: il 10% di popolazione più abbiente possiede il 76% della ricchezza globale.

Futuro incerto per un/una adolescente su tre; in periferia pessimismo al 43%

Secondo l’indagine Demopolis–Con i Bambini, il 61% ritiene che gli adulti capiscano sempre meno i ragazzi e le ragazze. Nelle periferie la mancanza di servizi e spazi spinge quasi sette giovani su dieci a rimanere a casa. 26/11/25

mercoledì 26 novembre 2025
Tempo di lettura: min

Il futuro è la prima fonte di preoccupazione per il 55% degli/delle adolescenti italiani/e, seguita dalla salute fisica o mentale (37%), un tema che continua a pesare dopo l’emergenza sanitaria. Solo il 35% guarda avanti con ottimismo: un terzo si definisce pessimista, con un dato che sale al 43% tra chi vive nelle periferie e nei quartieri più fragili.

È quanto emerge dall’indagine Vivere da adolescenti in Italia, realizzata da Demopolis per l’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

L’indagine mostra come la mancanza di servizi, spazi e opportunità sottragga non solo occasioni di crescita, ma anche fiducia nel futuro, soprattutto nelle aree più svantaggiate del Paese.

Presentata il 18 novembre 2025, l’indagine è stata condotta su un campione nazionale stratificato di adulti, genitori con figli minorenni e adolescenti tra i 14 e i 17 anni, ascoltati direttamente con metodologia integrata. L’obiettivo è fotografare il presente e il futuro delle nuove generazioni, indagando percezioni, opportunità, timori e desideri, con particolare attenzione agli adolescenti che vivono nelle periferie e nei quartieri in deficit di servizi. L’indagine include anche un focus sull’opinione pubblica e sul ruolo della comunità educante.

Opportunità ridotte: nelle periferie il contesto pesa

La variabile del contesto emerge con forza. Le ragazze e i ragazzi che vivono nelle periferie valutano come inadeguati, con scarti superiori ai 30 punti rispetto ai coetanei, servizi considerati essenziali per la crescita: spazi verdi, strutture sportive, trasporti pubblici, servizi sanitari, attività culturali e ricreative.

Solo il 36% degli adolescenti residenti in aree difficili ritiene sufficienti le opportunità di incontrare gli amici nella propria zona, contro il 61% del dato medio nazionale. La percezione di sicurezza è ancora più critica: il 59% teme molestie, violenza o bullismo quando è fuori casa, contro il 43% del totale degli adolescenti.

Tempo libero, socialità e attività extrascolastiche

La scarsità di luoghi e opportunità si riflette sul modo in cui gli/le adolescenti trascorrono il tempo libero. Quasi sette su dieci restano a casa; il 72% non pratica attività artistiche o culturali e il 35% non svolge attività sportiva, quota che sale al 48% tra le ragazze. Nel focus periferie, il divario si amplia: le opportunità extrascolastiche crollano di oltre il 30%, sia per lo sport sia per laboratori e attività culturali. Limite che incide sulla capacità dei/delle giovani di coltivare interessi, relazioni e competenze trasversali fondamentali.

Benessere psicologico, fiducia e percezioni della violenza

Il benessere psicologico è indicato dal 62% degli adolescenti come elemento essenziale della vita, insieme a famiglia (78%) e amicizia (72%). Eppure, un quarto dei ragazzi dichiara di non essersi mai sentito ottimista nell’ultimo anno, e il 22% non si è mai sentito fiducioso verso gli altri; nelle periferie questa percentuale sale al 32%.

Le percezioni della violenza mostrano un divario generazionale: per il 46% degli adulti gli episodi fra giovani sono “sempre più frequenti”, ma tra gli adolescenti la quota scende al 26%. Anche il rapporto con i genitori è segnato da distanza: il 61% ritiene vero che “gli adulti capiscono sempre meno i ragazzi”.

Preoccupazioni, scuola e responsabilità della comunità

Accanto al futuro e alla salute, preoccupano anche il rendimento scolastico (22%), i problemi familiari (22%), la solitudine (22%) e le guerre nel mondo (32%). Sul fronte della scuola, solo il 9% degli italiani e delle italiane ritiene che garantisca oggi pari opportunità: per il 59% lo fa “in parte”, con forti divari territoriali.
In forte crescita, invece, la consapevolezza del ruolo della comunità educante: l’81% considera condivisa la responsabilità della crescita dei/delle minori, quasi il doppio rispetto al 2019 (46%).

Desideri e futuro: tra pragmatismo e aspirazioni

Guardando al futuro, gli/le adolescenti mettono al primo posto il desiderio di “stare bene con sé stessi” (74%), seguito da stabilità economica (59%) e realizzazione lavorativa (58%).

Nelle periferie, molte aspirazioni professionali si concentrano sulle professioni sanitarie (23%), seguite da influencer (18%) e imprenditore (14%). Un dato che racconta l’intreccio tra sogni, ricerca di stabilità e immaginari culturali. Solo il 35% però vede il proprio futuro con ottimismo. Il 33% è pessimista, una quota che cresce nei quartieri più fragili e raggiunge il 73% tra i genitori italiani, segno di una difficoltà diffusa nell’offrire fiducia ed esempi di speranza alle nuove generazioni.

 

 

Consulta l’indagine

 

Copertina: Unsplash

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