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RIDURRE LE DISUGUAGLIANZE

Ridurre l'ineguaglianza all'interno di e fra le Nazioni

Pandemia e inflazione acuiscono le disparità all’interno del Paese: dal 2019 al 2021 è peggiorato l’indice di disuguaglianza del reddito disponibile e permangono elevate differenze territoriali e di genere. Anche nel resto del mondo si amplia il divario tra ricchi e poveri: il 10% di popolazione più abbiente possiede il 76% della ricchezza globale.

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Gli aiuti ai Paesi poveri al massimo storico, ma quanti arrivano a destinazione?

I dati dell’Ocse danno l’impressione di una crescente solidarietà con il Sud del mondo, eppure non tutti i 204 miliardi sono per lo sviluppo economico e il miglioramento delle condizioni di vita: una parte considerevole resta nei Paesi donatori.  28/4/23

Nel 2022, gli aiuti pubblici per lo sviluppo (Aps) dei Paesi più poveri, donati dai Paesi con un alto reddito nazionale lordo, sono ammontati a 204 miliardi di dollari statunitensi, il livello più alto degli ultimi 40 anni, con un aumento del 13,6% in termini reali rispetto ai 186 miliardi stanziati nel 2021. Lo rileva il documento dell’Ocse intitolato “Oda levels in 2022 – preliminary data. Detailed summary note”, pubblicato il 12 aprile. Il Rapporto sottolinea che l’anno passato è stato il quarto consecutivo in cui la somma degli aiuti pubblici allo sviluppo dai Paesi donatori sono aumentati. Ma questo dato, a prima vista positivo, nasconde in realtà una diminuzione dei fondi destinati a progetti di sviluppo economico e sociale nei Paesi meno sviluppati. Infatti, l’Ocse precisa che, nel 2022, il 14,4% dell’aiuto pubblico allo sviluppo globale è rimasto nei Paesi donatori e non è servito in alcun modo a implementare progetti nei Paesi a basso reddito.

Si tratta di una spesa, pari a 29,3 miliardi di dollari, destinata dai Paesi ospitante al sostentamento della popolazione obbligata a fuggire dal proprio luogo di origine. La cifra spesa nel 2022 a livello globale per i rifugiati che soggiornano in un Paese donatore ha registrato una crescita del 134% rispetto al valore relativo all’anno 2021. In altre parole, i soldi destinati all’aiuto pubblico allo sviluppo che sono però rimasti nei Paesi donatori per sopperire ai bisogni della popolazione rifugiata ammontavano a una cifra maggiore dell’incremento totale degli aiuti globali.

Il dato è più evidente se le spese per il sostentamento della popolazione migrante nei Paesi donatori viene sottratto dal totale degli Aps stanziati nel 2022. Infatti, sottratte le spese di accoglienza dal computo degli Aps versati nel 2022, emerge un aumento reale dei fondi destinati all’aiuto pubblico allo sviluppo equivalente al 4,6% rispetto al 2021.

Un altro fattore determinante nella lievitazione del valore legato agli aiuti pubblici allo sviluppo nel 2022 è stata l’aggressione russa in Ucraina. Infatti, l’anno scorso gli Aps destinati all’Ucraina sono stati pari a 16,1 miliardi di dollari, e hanno rappresentato quasi l’8% del totale degli aiuti pubblici allo sviluppo su scala globale. Tra l’altro, di questi soldi, solo 1,8 miliardi sono stati consegnati sotto forma di aiuti umanitari.


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L’Italia s’impegna ancora troppo poco

Solo cinque donatori Ocse hanno raggiunto il Target 17.2 dell’Agenda 2030, che chiede ai Paesi ad alto reddito di versare almeno lo 0,70% del loro Reddito nazionale lordo (Rnl) in progetti di cooperazione allo sviluppo nei Paesi a basso reddito: Lussemburgo, Svezia, Norvegia, Germania e Danimarca. Per quanto riguarda il nostro Paese, l’aumento degli Aps dal 2021 al 2022 è stato del 15,8%, ma, in linea con il trend globale, l’invio di fondi destinati ai Paesi in via di sviluppo è diminuito. È pesato infatti il costo per l’accoglienza in Italia, che è passato da 557 milioni a 1 miliardo di euro circa, un aumento che è andato di pari passo con l’incremento degli sbarchi sulle coste italiane, che è quasi raddoppiato da un anno all’altro, passando da 67mila persone nel 2021 a 104mila nel 2022.

Secondo quanto dichiarato da Francesco Petrelli, policy advisor di Oxfam Italia, al quotidiano Avvenire, l’aumento delle risorse destinate alla popolazione rifugiata in Italia ha comportato, di contro, una diminuzione dei fondi destinati ai Paesi terzi, come per esempio il caso degli aiuti verso l’Africa, passati da 1.030 miliardi di dollari nel 2021 a 491 milioni di dollari nel 2022. Un valore più che dimezzato da un anno all’altro. Anche gli aiuti ai Paesi a basso tasso di sviluppo “sono crollati da 925 milioni di dollari nel 2021 a 335 milioni nel 2022”, ha riferito Petrelli.

L’Italia è a metà classifica a livello globale, ma rimane ancora molto lontana dall’obiettivo Onu dello 0,70%. Un traguardo fortemente voluto anche dall’ASviS, che anima insieme a molti suoi aderenti la Campagna 070.

 

di Milos Skakal

 

 

Fonte copertina: grispb, da 123rf.com

venerdì 28 aprile 2023

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