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CITTÀ E COMUNITÀ SOSTENIBILI

Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili

Attualmente nel mondo 828 milioni di persone vivono in baraccopoli, e il numero è in continuo aumento. In Italia la precarietà abitativa ha assunto ulteriore rilievo a causa dell’acuirsi della crisi sociale: la condizione di sovraffollamento nel 2021 riguarda il 28% della popolazione contro una media europea del 17,1%.

Approfondimenti

La sostenibilità sociale per la "human satisfaction": come incrementare consapevolezza e azioni positive

Di Marzio Bonferroni, consulente, scrittore e docente in comunicazione e strategie d’impresa

Per anni l’obiettivo della sostenibilità sociale (più strategica di quella ambientale) è stato solo il profitto, con gravi ripercussioni. La sostenibilità sociale è invece un obiettivo fondamentale per arrivare alla human satisfaction, la soddisfazione cioè delle necessità emotive, razionali ed etiche che sono presenti nella nostra psiche.
19 dicembre 2019

Come appare in vari media e per autorevoli opinion leader nazionali e internazionali, oggi c’è una crescente consapevolezza sul fatto che la sostenibilità sociale è più strategica e determinante della sostenibilità economica e ambientale, che dipendono dal suo realizzarsi. Con sostenibilità sociale si intende la possibilità concreta di generare e  consolidare condizioni ottimali per il bene comune quali salute, giustizia, cultura, partecipazione democratica, e altri fattori che possano contribuire al suo mantenimento e sviluppo nella società nel suo insieme. Una sommatoria del grado di sostenibilità riferibile ad ogni singolo cittadino, che altro non è se non un essere umano integrale.

Per molti anni l’obiettivo dominante, sostenuto fra l’altro dal premio Nobel Milton Friedman, è stato il profitto come unico target di un’impresa e di conseguenza di ogni professione. Il modello economico derivante dalla filosofia utilitaristica di “homo oeconomicus” si è identificato nel concetto di “consumatore”, non considerando che “consumo” significa distruzione, sciupìo, logorìo, come si può vedere nei dizionari più importanti quali ad esempio il Ghiotti e lo Zingarelli.

La filosofia e la logica del “consumatore” e del profitto come unico obiettivo immediato, hanno generato i disastri finanziari che tutti abbiamo visto, e che hanno prodotto esattamente il contrario della sostenibilità sociale. È giusto quindi, come appare evidente in molti giovani, reagire e cercare di contribuire ognuno per la propria “fetta”, al grande comune valore del bene comune, frutto della sostenibilità sociale nei suoi vari elementi.

Condividiamo pienamente autori vari che hanno affermato:

Obiettivo primario della sostenibilità sociale è perseguire l'equità, che significa tendere verso l'eliminazione della povertà, la sperequazione dei benefici dello sviluppo e la realizzazione di condizioni di dignità per la vita di ogni uomo.

Il vivere sostenibile è un impegno, perché richiede compiere anche le piccole azioni quotidiane con consapevolezza. Vuol dire avere cura, vuol dire avere amore, per sé stessi e per gli altri. Ma significa anche prendersi le proprie responsabilità.

Un'alimentazione sostenibile prevede il consumo di cibo nutrizionalmente sano, con una bassa impronta in termini di uso di suolo e di risorse idriche impiegate, con basse emissioni di carbonio e azoto, attento alla conservazione della biodiversità e degli ecosistemi.

La sostenibilità è un concetto che deve essere perseguita attraverso un percorso lungo e costante. Lo sviluppo sostenibile soddisfa i bisogni del presente senza compromettere le generazioni future.

Nuova economia è passaggio alla triple bottom line (creazione di valore economico socialmente ed ambientalmente sostenibile) attraverso la partnership pur nella diversità di obiettivi di pubblico, privato for profit, e privato not for profit; valorizzando i beni comuni, dematerializzando l’economia, utilizzando processi partecipativi e puntando al benessere non solo degli individui ma anche delle comunità, con l’obiettivo di mettere l’economia e il mercato (che serve) al servizio dell’uomo e non viceversa. È passaggio da modello tolemaico a modello copernicano che si può realizzare con un salto in avanti di responsabilità di imprese pioniere e cittadini “consumattori”.

La nuova economia è la chiave per risolvere le contraddizioni del capitalismo democratico andato in crisi con la crisi finanziaria globale nel 2008 per l’incapacità di nascondere la tensione tra accumulazione di profitti e distribuzione equa del surplus (necessaria al sostegno della domanda) salvaguardata attraverso l’accumulazione di debito pubblico e privato.

La sostenibilità ha molte dimensioni. È centralità del concepito e del vivente. Vuol dire il puntare alla resilienza dei sistemi per sviluppare un patto sociale di gestione della crisi per superare emergenze creando onda su social media. E’ riconoscere il merito.

La globalizzazione ha rimesso in gioco un gigantesco esercito di riserva di centinaia di migliaia di lavoratori che vivono e lavorano a un dollaro al giorno, aumentando il potere contrattuale del capitale e squilibrando la divisione del surplus. Questo implica che non esistono soluzioni durature se non si aumenta il benessere degli ultimi. La sostenibilità sociale peggiora se si intacca l’eccedenza spirituale dell’uomo. Ignorando il capitale spirituale che è dotazione individuale e collettiva di sense making, ispirazione ed innovazione capace di stimolare operosità, razionalità cooperativa e sviluppo umano integrale.

Considerando questi elementi e la grave situazione che ci vede tutti coinvolti, il modesto contributo frutto dal 2005 di analisi delle tendenze e sperimentazioni con imprese, che desidero portare alla prospettiva della sostenibilità sociale, determinante per il nostro pianeta e per ogni persona,  l’ho intitolato "Human satisfaction"  per distinguerla dal modello “consumatore” da superare ed evolvere con visione e metodo, per contribuire all’obiettivo finale al quale ogni essere umano tende in modo naturale a desiderare e costruire nella propria esistenza con il lavoro, e che talvolta chiamiamo “felicità”.

La sostenibilità sociale è dunque un importante e fondamentale obiettivo per arrivare alla human satisfaction integrale, attraverso la soddisfazione delle necessità emotive, razionali ed etiche che sono presenti nella nostra psiche.

Le necessità di salute, giustizia, cultura, partecipazione democratica, alle quali ci siamo riferiti, a ben guardare sono alcune delle necessità insite nelle aree emotiva, razionale ed etica della psiche umana, e in particolare nell’area razionale, dalla quale dipendono come dalle altre aree i nostri atteggiamenti e comportamenti.

Vediamo alcune di queste necessità, dalla cui risoluzione si ottiene human satisfaction:

Area emotiva
Necessità di: sentirsi sicuri; sentirsi libero; avere successo; sentirsi amato; sentirsi bello; sentirsi desiderabile; ecc.

Area razionale
Necessità di: avere salute; avere giustizia; avere cultura; partecipazione democratica; realizzare risparmi; avere beni di proprietà; ecc.

Area etica
Necessità di: sentirsi onesto; avere senso di utilità sociale; avere rispetto per la natura e l’ambiente; sentirsi con esperienza; dare un senso alla propria esistenza; sentirsi coerente; ecc.

La Human satisfaction può a mio avviso essere considerata l’obiettivo finale per ogni persona e quindi anche per gli stakeholder interni ed esteri a un’impresa, in costante rinnovarsi mutando le condizioni sociali e personali, affrontando l’analisi delle necessità che desideriamo risolvere per noi stessi e per i nostri cari, e che possiamo contribuire a far risolvere a coloro con cui entriamo in contatto per motivi sia familiari che lavorativi e sociali, attraverso le nostre relazioni.

La soluzione delle necessità umane genera dunque la sostenibilità sociale che non è altro che il risultato della sommatoria delle soddisfazioni individuali. La goccia nel mare se è limpida rende limpido il mare, intendendo per goccia la singola persona che è “limpida” se soddisfatta.

Come dunque tendere a realizzare in pratica e con metodo una sempre migliore soddisfazione delle necessità e delle persone con cui abbiamo relazioni e quindi una sempre migliore sostenibilità sociale?

I passaggi essenziali sono:

  1. individuazione delle necessità emotive, razionali ed etiche che sentiamo come proprie se stiamo valutando il nostro personale grado di soddisfazione e felicità.
  2. Individuazione delle necessità emotive, razionali ed etiche della persona o del gruppo di persone con cui abbiamo relazioni e della stessa società in cui viviamo.
  3. Individuazione della distanza che può esserci tra le necessità e la soddisfazione attualmente ottenuta, per motivarla e per contribuire a ridurla, per ottenere un maggior grado di soddisfazione anche attraverso la crescita della sostenibilità sociale.

Ottenendo una maggiore soddisfazione di ogni necessità riferita a ogni singola persona parte di una società, si ottiene di conseguenza un maggior bene comune collettivo come risultato sociale dell’incremento di ogni bene individuale.

La riflessione che vorrei portare all’attenzione è di considerare per la sostenibilità sociale non soltanto le necessità razionali quali le necessità di salute, giustizia, cultura e partecipazione democratica, certamente basilari, ma anche le necessità emotive ed etiche che compongono la psiche umana e che sono spesso la “chiave” per far risolvere compiutamente le necessità razionali.

La parte destra del nostro cervello è definita come area analogica e in essa sono contenute le emozioni. Se non passiamo prima da questa area, non riusciremo ad arrivare a risolvere compiutamente le necessità razionali che sono nella parte sinistra del cervello, detta area logica. La terza area è quella etica che dipende direttamente dalla nostra coscienza e dalla consapevolezza che, come caratteristica propria di un essere umano, lo distinguerà sempre dai robot che, anche se superperfezionati, non avranno mai né coscienza né consapevolezza, come sostiene autorevolmente il famoso scienziato inventore del microprocessore Federico Faggin, determinante per la digitalizzazione. In youtube è possibile vedere ed ascoltare il suo pensiero in varie occasioni. Ha generato la fondazione della consapevolezza che si indirizza proprio alla valorizzazione dell’essere umano, a base della sostenibilità sociale.  

Con quanto esposto vorrei unirmi idealmente a tutti coloro che, come l’ASviS, credono che un mondo e una società migliore siano possibili partendo ognuno di noi dalla propria realtà individuale e relazionale, da migliorare e rendere socialmente sostenibile.

 


Nella sezione “approfondimenti” offriamo ai lettori analisi di esperti su argomenti specifici, spunti di riflessione, testimonianze, racconti di nuove iniziative inerenti agli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Gli articoli riflettono le opinioni degli autori e non impegnano l’Alleanza. Per proporre articoli scrivere a redazioneweb@asvis.it. I testi, tra le 4mila e le 10mila battute circa più grafici e tabelle (salvo eccezioni concordate preventivamente), devono essere inediti. 

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