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Attualmente nel mondo 828 milioni di persone vivono in baraccopoli, e il numero è in continuo aumento. In Italia la precarietà abitativa ha assunto ulteriore rilievo a causa dell’acuirsi della crisi sociale: la condizione di sovraffollamento nel 2021 riguarda il 28% della popolazione contro una media europea del 17,1%.

Approfondimenti

La “Rome call for Ai ethics”: un punto di svolta verso la fondazione dell’Algor-etica

a cura di Giuditta Alessandrini, professore ordinario senior di Pedagogia del lavoro dell’Università di Roma Tre e membro del Segretariato ASviS

Bisogna costruire un approccio etico condiviso di fronte agli sviluppi della tecnologia. Serve un nuovo patto condiviso sull’intelligenza artificiale basato sulla dimensione educativa e sui princicpi di trasparenza, inclusione, responsabilità, imparzialità, tracciabilità, sicurezza e privacy.
19 marzo 2020

L’incontro dal titolo “The ‘good algorithm? “Intelligence: ethics, law, health”, dello scorso 28 febbraio di Roma presso l’Auditorio della conciliazione presso il Vaticano, patrocinato dalla pontificia Accademia della Vita diretta da Mons. Vicenzo Paglia, ha dato luogo alla sottoscrizione di un documento importante, accompagnato da un video messaggio del Pontefice.

L’idea guida del documento è un richiamo (una “call” appunto) per affermare che occorre identificare e presidiare alcuni principi cardine che devono governare per il futuro le ricerche e gli ambienti o prodotti dell’intelligenza artificiale. Non si tratta solo di una “dichiarazione” che il Vaticano rende pubblica bensì’ di una sorta di patto promosso appunto da un’istituzione, la pontificia Accademia della vita, con i grandi players del mercato dell’Intelligenza artificiale, Ibm e Microsoft ed istituzioni come la Fao ed il Ministero per l’innovazione (Paola Pisano). L’evento ha acquisito maggiore rilevanza anche in funzione dalla presenza di una delle massime autorità europee, il Presidente del parlamento David Sassoli.

E’ indubbio che il documento può costituire una preziosa opportunità di approfondimento da parte della pubblica opinione alla transizione digitale a cui fa riferimento anche il New grean deal presentato nel dicembre scorso a Bruxelles dalla Presidente Von der Leyen.

“Trasparenza, inclusione, responsabilità, imparzialità, tracciabilità, sicurezza e privacy”. Questi sono i sette principi-guida identificati dal testo della call come l’asse portante di un nuovo patto condiviso, irrinunciabile per garantire la dimensione etica dei futuri esiti della ricerca in Intelligenza artificiale. Si pensi, ad esempio, alle prospettive inquietanti di un uso improprio del riconoscimento facciale nell’interazione uomo-macchina, o a decisioni riguardanti la persona umana emergenti da algoritmi senza l’azione di mediazione dell’esperto umano, tanto per avere idea della rilevanza delle questioni che sono sul tappeto.

“I sistemi di intelligenza artificiale devono essere concepiti, progettati e migliorati per servire e proteggere gli esseri umani e l’ambiente in cui viviamo” Nel documento della call si ripropone l’idea già presente in altri testi elaborati del Vaticano della possibilità di una tecnologia buona ed amica dell’uomo (si pensi ad esempio all’enciclica “Caritas in veritate” dedicata ai temi sello sviluppo economico).

Una nuova sensibilità a questi temi è peraltro comune ad alcune aree del dibattito accademico non solo in ambito filosofico (ad esempio il tema dei limiti del cosiddetto “post-umano”) ma anche in ambito giuridico, in merito al ricorso crescente, soprattutto in ambienti internazionali, agli algoritmi per abbreviare i tempi processuali e surrogare le competenze dei giudici.

La salvaguardia del Pianeta ed il rispetto della dignità degli individui come “servizio” all’intera famiglia umana in un’ottica di inclusione e di contrasto alle disuguaglianze sono gli ambiti di riferimento del documento relativo alla “call” che sono evidentemente in linea con i principi dell’Agenda 2030, promossi dall’ASviS.

Nel messaggio del Papa sono palesi le preoccupazioni per quello che viene definito l’intorpedimento del pensiero critico dei giovani dovuto al fatto di vivere prevalentemente come “consumatori” nella galassia digitale e non attori-produttori, e per le possibili conseguenze rispetto alle regole del vivere democratico che tale fenomeno potrebbe comportare.

Papa Francesco introduce il concetto di algor-etica come “ponte” per far si che i principi propri della dottrina sociale della Chiesa possano ispirare concretamente un approccio adeguato alle tecnologie digitali.

Algor- etica” è un neologismo già’ coniato in un precedente discorso del Pontefice nel 2019 sull’educazione digitale dei bambini. Si tratta, dunque, di un’area polisemica e transdisciplinare fondata su una visione etica dell’Intelligenza artificiale, ispirata sostanzialmente ai principi della dottrina sociale della chiesa e quindi ancorata fondamentalmente all’idea di salvaguardia della dignità della persona umana.

La “call” è anche una carta etica dell’intelligenza artificiale che ha come nodo fondamentale la dimensione educativa. “Sviluppare capacità critiche per comprendere il mondo attuale, così diverso dal precedente. Quindi più ne siamo consapevoli, più potremo agire in modo critico, non solo sul piano personale, ma anche su quello sociale e politico”, si legge nel testo (si può leggere al link).

Una grande responsabilità grava su coloro, famiglie ed insegnanti, che devono formare le nuove generazioni per il futuro. Il documento sottolinea l’esigenza di curricula scolastici che affrontino il tema delle discipline umanistiche integrate alle discipline più tecniche aprendo spazi alla formazione di valori solidali ed inclusivi. La capacita di pensiero critico - anche secondo la riflessione pedagogica - dovrebbe essere l’asse fondamentale di un mindset capace di operare scelte consapevoli ed autonome. Importante anche l’accesso a forme di educazione life long learning e l’utilizzo di competenze digitali per formare persone portatrici di particolari problemi di disabilità.

L’accento sullo sviluppo di una formazione di qualità, ben sottolineato nel documento della call, sembra in globale coerenza e convergenza con l’Obiettivo 4 dell’Agenda 2030.

L’intento è, in definitiva, quello di costruire uno spazio di dialogo aperto al dibattito pubblico, ovvero dar vita a un movimento che si allarghi e coinvolga altri soggetti: istituzioni pubbliche, Ong, industrie e gruppi per produrre un indirizzo nello sviluppo e nell’utilizzo delle tecnologie derivate dall’Ia. “Questa call non è un punto di arrivo” - si sottolinea ancora nel testo – “ma un inizio per un impegno che appare ancora più urgente e importante di quanto fin qui fatto. Aderire a questa iniziativa comporta per le industrie che firmano un impegno che ha anche una rilevanza in termini di costi e di impegno industriale nello sviluppo e nella distribuzione dei loro prodotti”.

Nella call sono dunque individuate e promosse dimensioni di politica industriale, ma anche policy educative e di intervento sociale verso il superamento degli specialismi disciplinari e in vista del “bene comune”. L’auspicio è che la call si apra nel futuro alla condivisione di una ancor più ampia platea di imprese ed organizzazioni e che possa costituire un potente driver per innescare la consapevolezza della valenza etica dei complessi ed interdipendenti scenari della ricerca nel campo dell’Intelligenza artificiale.


Nella sezione “approfondimenti” offriamo ai lettori analisi di esperti su argomenti specifici, spunti di riflessione, testimonianze, racconti di nuove iniziative inerenti agli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Gli articoli riflettono le opinioni degli autori e non impegnano l’Alleanza. Per proporre articoli scrivere a redazioneweb@asvis.it. I testi, tra le 4mila e le 10mila battute circa più grafici e tabelle (salvo eccezioni concordate preventivamente), devono essere inediti. 

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