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Attualmente nel mondo 828 milioni di persone vivono in baraccopoli, e il numero è in continuo aumento. In Italia la precarietà abitativa ha assunto ulteriore rilievo a causa dell’acuirsi della crisi sociale: la condizione di sovraffollamento nel 2021 riguarda il 28% della popolazione contro una media europea del 17,1%.

Notizie

Decade make-or-break: adottato il pacchetto -55% gas serra al 2030

Settimana dal 12 al 18 luglio. La Commissione europea adotta il pacchetto “pronti per il 55”: prezzo sul carbonio e tassa alle frontiere, fondo sociale per il clima, nuovi target rinnovabili ed efficienza energetica, assorbimento del carbonio in natura. 

Guarda la rassegna dal 12 al 18 luglio

La Commissione europea ha adottato il pacchetto Pronti per il 55 (Fit for 55), fulcro del Green deal europeo e passaggio determinante per la definizione delle politiche di decarbonizzazione dell’Ue al 2030, nella traiettoria neutralità climatica entro il 2050.

I comunicati ufficiali della Commissione identificano questo decennio 2021-2030 come determinante per la storia dell’umanità intera,  definendolo come la decade del “make-or-break”. Così come riportato nell’incipit della Comunicazione quadro al pacchetto di proposte: è un momento topico per la risposta mondiale alle emergenze che minacciano il clima e la biodiversità e la nostra è l'ultima generazione che può intervenire in tempo. Questo decennio è decisivo se vogliamo rispettare gli impegni assunti nel quadro dell'accordo di Parigi, nell'interesse della salute, del benessere e della prosperità di tutti.

Il pacchetto di proposte, definito dalla stessa Commissione come il più corposo e onnicomprensivo finora adottato dalla Commissione sulle politiche clima e l’energia, mira a rendere l'Ue "adatta per 55”, sottintendendo l’obiettivo di riduzione delle emissioni del 55% rispetto al 1990, trasformando l’economia e la società dell’Ue al fine di concretizzare le ambizioni climatiche.

Agire prima che raggiungiamo punti di ritorno irreversibili, ci consente di progettare la trasformazione piuttosto che reagire per adattarci ad essa.

La Commissione mette in chiara evidenza come il costo dell’inazione è molto più alto del costo delle misure necessarie per soddisfare il livello d’ambizione richiesto dalla trasformazione, precisando comunque che sterili numeri non restituiscono l’idea delle conseguenze del business-as-usual.

Le maggiori conseguenze dell’inazione o dell’inadeguata risposta ricadranno sulle generazioni future, ma non solo, La Commissione evidenzia che non tutti sono nella possibilità di reagire nello stesso modo alle sfide e alle conseguenze della crisi climatica. Dunque affrontare la crisi climatica è una questione di solidarietà tra generazioni oltre che internazionale.

Ciò che saremo in grado di conseguire nel prossimo decennio determinerà il futuro dei nostri figli. E richiama in proposito gli appelli dei giovani, in particolare dei teenager, a compiere azioni decisive e senza ulteriori rinvii per proteggere l’ambiente e il clima.

Gli obiettivi climatici al 2030 saranno economicamente positivi se il corretto mix di misure politiche sarà messo in pratica. Le valutazioni sono state costruite nella consapevolezza che ciò che è buono per il pianeta è buono anche per le persone e per l’economia.

Le proposte introducono misure sistemiche: viene posto un prezzo sul carbonio con un ampliamento dell’Ets (Emission trading system) e la tassazione dell’energia, per rendere economicamente conveniente investire nella decarbonizzazione e mettendo a disposizione risorse finanziarie per supportare una giusta transizione. La tassa del carbonio alle frontiere previene che gli obiettivi al 2030 non siano minati dal cosiddetto carbon leakage, ovvero che attività inquinanti possano essere trasferite fuori dall’Ue, danneggiando economia e livelli occupazionali, senza raggiungere i risultati. Viene messo in pratica nella sostanza il principio “chi inquina paga” propugnato dall’Ue.

Le proposte incluse nel pacchetto rendono solido il ruolo di leadership mondiale dell’Ue sulle politiche clima e ambiente, dando il buon esempio.

Le proposte contenute rafforzano il livello d’ambizione di otto quadri legislativi e presentano cinque nuove iniziative nei settori clima, energia e carburanti, trasporti, edifici, uso del suolo e forestazione.

Sono accompagnate da valutazioni d’impatto che tengono conto delle interconnessioni trasversali tra le diverse iniziative.

Il mix di politiche adottato intende essere un calibrato bilanciamento tra costi, obiettivi, standard e misure di supporto.

 

Il fondo sociale per il clima

La Commissione mette in programma un approccio che investe l’economia nel suo complesso per una transizione verde equa e competitiva, a beneficio di tutti gli europei e che aiuti i più bisognosi. E che supportando anche la ripresa economica dalla pandemia, contribuisca ad estendere gli standard ambientali anche al di là delle frontiere europee, promuovendo l'innovazione nei prodotti e nelle tecnologie del futuro.

L’azione per il clima deve essere socialmente equa, affrontando le diseguaglianze e la povertà energetica: la Commissione intende la transizione quale opportunità unica per ridurre le diseguaglianze sistemiche. La tassazione del carbonio consentirà di raccogliere risorse da reinvestire per affrontare la povertà energetica, stimolare l’innovazione e creare nuova occupazione.

Il tema delle diseguaglianze è preesistente al Green deal ed è un fenomeno destinato a peggiorare senza azioni decisive per fronteggiare la crisi climatica e ambientale. Perciò la Commissione dichiara la solidarietà come principio del Green deal europeo - tra generazioni, Stati membri, regioni, aree rurali e urbane, diverse parti della società.

In questo spirito, un nuovo fondo sociale per il clima fornirà finanziamenti dedicati agli Stati Membri per sostenere i cittadini europei più colpiti o a rischio di povertà energetica, per accompagnare l'introduzione dell’Ets nel trasporto stradale e negli edifici.

Considerato che la sola povertà energetica colpisce oggi fino a 34 milioni di persone nell'Unione europea, il Fondo contribuirà a mitigare i costi per le persone più esposte agli aumenti dei prezzi dei combustibili fossili durante la transizione, mettendo a disposizione 72,2 miliardi di euro a prezzi correnti per il periodo 2025-2032 nel bilancio dell’Ue.

Gli Stati membri in questo modo potranno sostenere le famiglie vulnerabili a basso e medio reddito, gli utenti dei trasporti e le microimprese colpite dall'impatto dell'estensione dello scambio di quote di emissioni all'edilizia e ai trasporti.

Il suo volume economico, che corrisponderà al 25% delle entrate previste dal nuovo scambio di emissioni di questi nuovi settori, sarà messo a disposizione a partire da un anno prima dell'entrata in vigore del carbon pricing per prepararsi al cambiamento, e sarà integrato con contributi nazionali per almeno il 50%.

 

Trasporti, edifici ed ampliamento dell’Emission trading system

Rispecchiando la necessità di riduzioni delle emissioni più drastiche, la Commissione propone che entro il 2030 i settori coperti dall’Eu Ets riveduto riducano le proprie emissioni di gas a effetto serra del 61%, rispetto ai livelli del 2005.

Per rafforzare il ruolo della tariffazione del carbonio nel settore dei trasporti, la Commissione propone di estendere gradualmente l'attuale Eu Ets al settore marittimo nel periodo dal 2023 al 2025. Saranno inoltre necessari maggiori sforzi da parte degli operatori del trasporto aereo per ridurre le proprie emissioni, motivo per cui la Commissione propone di eliminare gradualmente le quote di emissione gratuite che questo settore attualmente riceve.

In particolare, i settori dei trasporti e dell’edilizia richiedono ulteriori sforzi per l’aggiornamento dei sistemi di regolamentazione al fine di ridurre le loro emissioni. Per creare in tempo le necessarie condizioni di contesto, la Commissione propone di iniziare ad applicare lo scambio di emissioni a partire dal 2026 per questi settori. Ciò avverrà in un sistema separato incentrato sui fornitori di carburante a monte, affidando la responsabilità ai produttori di carburante di conformarsi al sistema, piuttosto che richiedere la partecipazione diretta dei singoli nuclei familiari o degli utenti del trasporto su strada.

Il pacchetto comprende quindi quattro proposte che promuovono veicoli e carburanti più puliti in modo tecnologicamente neutro:

       

Tassazione dell’energia, target rinnovabili ed efficienza energetica

Le misure per i trasporti integreranno anche la direttiva rivista sulla tassazione dell'energia, che renderà i combustibili più puliti più convenienti, allineando le aliquote fiscali minime per i combustibili per riscaldamento e trasporto con gli obiettivi climatici e ambientali dell'Ue, mettendo a disposizione risorse per mitigare nel contempo l'impatto sociale.

Considerato che l’energia è responsabile del 75% delle emissioni nell’Ue, per raggiungere l'obiettivo al 2030, la direttiva sulle energie rinnovabili aggiornata propone di aumentare l'obiettivo vincolante complessivo dall'attuale 32% a un nuovo livello del 40% di rinnovabili nel mix energetico dell’Ue.

Mentre la revisione della direttiva sull'efficienza energetica propone di aumentare il livello di ambizione degli obiettivi di efficienza energetica a livello dell'Ue e di renderli vincolanti, portando a una riduzione del 9% del consumo energetico entro il 2030, rispetto alle proiezioni di base (calcolate dal 2020).

In abbinamento, la prossima revisione della direttiva sul rendimento energetico nell'edilizia, prevista per la fine dell'anno, identificherà misure specifiche per accelerare il tasso di ristrutturazione degli edifici, contribuendo agli obiettivi di efficienza energetica e rinnovabili e alla riduzione delle emissioni di gas serra nel settore delle costruzioni.

 

Aumentare la capacità di assorbimento del carbonio nella natura, bioenergia, strategia forestale

La Commissione propone di fissare ambizioni più elevate per espandere le capacità di assorbimento naturale di carbonio dell'Ue, quale strumento fondamentale per bilanciare le emissioni e raggiungere la neutralità climatica. La nuova proposta mira a invertire l'attuale tendenza alla diminuzione della rimozione di CO2 e ad aumentare la qualità e la quantità delle foreste dell'Ue e di altri serbatoi naturali di carbonio. Propone di fissare un obiettivo dell'Ue di rimozioni nette di gas serra nel settore Lulucf (Land use, land use change, forestry) di 310 milioni di tonnellate di CO2 equivalente entro il 2030.

Vengono proposti specifici obiettivi nazionali per contribuire a questo obiettivo condiviso, che rispondono in maniera congiunta e sinergica alla crisi climatica e alla perdita di biodiversità. Per l’Italia la quantità assegnata è di -35,758 milioni di tonnellate di CO2 equivalente al 2030.

La Commissione precisa che sta inoltre adottando molteplici misure per incentivare le buone pratiche nella produzione di biomassa e per garantire che l'offerta e la domanda di biomassa legnosa rimangano entro i limiti della sostenibilità e siano in linea con i nostri obiettivi di ripristino di biodiversità, miglioramento della salute della natura e restando entro i limiti planetari.

Le misure si collegano con la proposta sulla generazione di energia rinnovabile che include criteri di sostenibilità rafforzati per la bioenergia estendendo il loro campo di applicazione e ampliando le aree vietate per l'approvvigionamento. La bioenergia rappresenta attualmente circa il 60% della produzione di energia rinnovabile e, mentre si prevede che tale quota diminuirà tra il 2030 e il 2050, la domanda complessiva di energia rinnovabile aumenterà.

La nuova strategia forestale dell'Ue presentata insieme al pacchetto, nonché l'imminente nuova strategia per il suolo, la legge sul ripristino della natura dell'Ue e l'iniziativa per l'agricoltura al carbonio prevista per la fine del 2021, rafforzeranno ulteriormente i pozzi di assorbimento naturali del carbonio, garantendo che la biodiversità occupi un posto chiave nell'approccio globale, sostenendo le funzioni sociali ed economiche cruciali della silvicoltura e dei settori forestali.

 

Tassa su carbonio alle frontiere dell’Ue, impegno internazionale dell’Ue

Pur rappresentando solo l'8% delle emissioni globali di CO2, l'Ue deve riconoscere la propria responsabilità per una quota maggiore di emissioni cumulative, ovvero le emissioni prodotte dai beni importati e dai servizi prodotti per l’economia dell’Ue.

In questo spirito, la Commissione propone un meccanismo di adeguamento delle frontiere al carbonio (Cbam). Progettato come strumento di azione per il clima, introduce una dinamica di mercato che dovrà proteggere l'integrità della politica climatica dell'Ue e globale riducendo le emissioni di gas a effetto serra nell'Ue e nel mondo, inducendo i settori interessati a modernizzarsi, diventare più sostenibili e ridurre il loro contenuto di carbonio.

Il Cbam sarà introdotto gradualmente per alcuni prodotti selezionati. Nei primi anni si applicherà un sistema semplificato con l'obiettivo di facilitare un'agevole attuazione del meccanismo. La proposta di Cbam deve essere atta a garantire che lo stesso prezzo del carbonio sia pagato dai prodotti nazionali e importati e sia quindi non discriminatorio e compatibile con le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio e altri obblighi internazionali dell’Ue.

In quanto tale, è un invito ai partner internazionali dell’Unione ad aumentare congiuntamente l'ambizione climatica.

La Commissione europea annuncia che presenterà presto una nuova legislazione per ridurre al minimo il contributo dell'Ue alla deforestazione e al degrado delle foreste in tutto il mondo e per incorporare una governance aziendale sostenibile nelle strategie delle imprese.

Al fine di rafforzare la cooperazione con i nostri partner internazionali e facilitare la transizione globale verso un'economia ad emissione nette pari a zero, l'intera gamma degli strumenti di politica esterna dell'Ue sarà utilizzata per allinearsi a questi obiettivi più elevati, in vista della Cop 26 di Glasgow e oltre.

Nell'ambito della sua diplomazia climatica, nei partenariati bilaterali e nelle organizzazioni multilaterali, l’Ue dovrà assicurare che i propri partner saranno consultati e assistiti mantenendo in primo piano gli obiettivi principali stabiliti nell'accordo di Parigi. Ciò includerà anche il sostegno ai finanziamenti per il clima per aiutare i Paesi vulnerabili ad adattarsi ai cambiamenti climatici e investire nella riduzione delle emissioni di gas serra.

 

Le modifiche al regolamento per la suddivisione degli sforzi (effort sharing)

Il pacchetto adotta anche la proposta di modifica al regolamento effort sharing approvato nel 2018, quando la soglia di risultato al 2030 era fissata al -40% di riduzione di gas serra al 2030. In particolare viene riscritto l’art.4 del regolamento, alzando il livello di risultato da rispettare dall’anno 2023 e rafforzato nel periodo 2026-2030, con delle flessibilità previste nel testo dello stesso regolamento, tra cui un maggior impegno per gli assorbimenti di carbonio da Lulucf.

Poiché sono esclusi dall’ambito d’applicazione nel regolamento i gas serra inclusi nel sistema Ets, non risulta di facile determinazione la quota complessiva assegnata per ciascun Paese di riduzione al 2030, per cui una quantificazione precisa richiederà approfondimenti di calcolo e di corretta interpretazione del regolamento. Il regolamento prevede che la Commissione dovrà infatti adottare atti d’implementazione per ciascun Stato membro.

La quota più alta assegnata all’Italia nell’allegato I alla proposta di regolamento è una riduzione di -43,7% rispetto al 2005, per un aumento di oltre 10 punti percentuali rispetto alla base precedente  di -33%. Le quote assegnate agli altri Paesi vanno da un minimo di -12,7 (Romania) a un massimo di -50% (Danimarca, Germania, Lussemburgo, Finlandia, Svezia). L’Italia rientra nel gruppo di Paesi a cui è comunque chiesto un maggior sforzo.

 

di Luigi Di Marco

 

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lunedì 19 luglio 2021

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