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Attualmente nel mondo 828 milioni di persone vivono in baraccopoli, e il numero è in continuo aumento. In Italia la precarietà abitativa ha assunto ulteriore rilievo a causa dell’acuirsi della crisi sociale: la condizione di sovraffollamento nel 2021 riguarda il 28% della popolazione contro una media europea del 17,1%.

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Le regioni si muovono in ordine sparso rispetto alla sfida della sostenibilità

Secondo il report della Fondazione Eni Enrico Mattei, il divario tra Nord e Sud si annulla in sette SDGs e in alcuni casi sono le regioni meridionali a trainare le performance a livello nazionale. Il Mezzogiorno resta indietro su nove Obiettivi.   12/1/21

A due anni dalla prima edizione, la Fondazione Eni Enrico Mattei, ha pubblicato lo scorso dicembre l’aggiornamento 2021 del report “Verso la sostenibilità: uno strumento a servizio delle Regioni”. Uno strumento a supporto dei policy maker nella scelta di politiche più efficaci per raggiungere gli Obiettivi fissati dall’Agenda 2030 colmando il divario esistente tra le varie regioni d’Italia. Attraverso 151 indicatori compositi e cinque nuovi indicatori elementari, il Rapporto misura le performance regionali, rispetto alla media di tutte le regioni italiane, con riferimento a 16 dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile. Rimane escluso, per motivi di comparabilità, il Goal 14 “Vita sott’acqua”. Così come evidenziato anche dal Rapporto ASviS 2021, la pandemia ha determinato un rallentamento verso il raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030, percorso che non può prescindere dal coinvolgimento delle regioni, che giocano un ruolo fondamentale nell’attuazione degli SDGs. L’impegno dei territori in termini di sviluppo sostenibile, rileva il report, non è omogeneo: ad oggi solo otto regioni (Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Toscana, Veneto e Provincia Autonoma di Trento) si sono dotate di una Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile. Le restanti undici sono ancora in fase di definizione di una propria strategia.

Si attenua il divario Nord-Sud. Sorprende, sottolinea il Rapporto, come in sette Goal su 16 non emerga il classico divario tra Nord e Sud del Paese, anzi, in alcuni casi sono le regioni meridionali a trainare le performance medie del resto d’Italia. Al contrario, nei restanti nove Goal, il divario emergere nitidamente, con le regioni settentrionali che registrano performance superiori alla media. Una condizione che riguarda il Goal 1 “Sconfiggere la povertà”, 2 “Sconfiggere la fame”, 4 “Istruzione di qualità”, 6 “Acqua pulita e servizi igienico sanitari”, 8 “Lavoro dignitoso e crescita economica”, 9 “Imprese, innovazione e infrastrutture”, 10 “Ridurre le disuguaglianze”, 16 “Pace, giustizia e istituzioni solide” e 17 “Partnership per gli Obiettivi”.

 

Le regioni e gli SDGs. Più nello specifico, tra le regioni settentrionali, Trentino Alto Adige, Emilia-Romagna e Valle d’Aosta registrano risultati sopra la media nei Goal 1, 9 e 16. Al contrario risultati leggermente inferiori alla media si registrano in Liguria per il Goal 1, in Veneto per il Goal 6, in Valle d’Aosta per i Goal 9 e 17, in Friuli-Venezia Giulia per il Goal 16 e in Piemonte per il Goal 17. Preoccupa la situazione di alcune regioni del Sud, dove molti territori si ritrovano ad essere fanalini di coda: è il caso della Sicilia per i Goal 4, 6, 8, 9 e 10. Non va meglio alla Calabria, che registra le performance peggiori nei Goal 6, 9 e 17. La Campania è ultima nei Goal 2, 4, 10 e 16. La Basilicata è in fondo alla classifica nei Goal 8 e 17.


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La situazione appare più variegata, con risultati non scontati tra regioni del Nord e del Sud, nel Goal 3 “Salute e benessere”, Goal 5 “Parità di genere”, Goal 7 “Energia pulita e accessibile”, Goal 11 “Città e comunità sostenibili”, Goal 12 “Consumo e produzione responsabili”, Goal 13 “Lotta contro il cambiamento climatico” e Goal 15 “Vita sulla terra”. Ad esempio, evidenzia il report, la Valle d’Aosta e l’Emilia-Romagna registrano risultati sotto la media nel Goal 3, dove la Sardegna, al contrario, ottiene rendimenti sopra la media. Nel Goal 5, c’è una spaccatura netta tra le regioni con performance sotto la media (Campania, Basilicata e Abruzzo), e quelle con performance ben al di sopra (Valle d’Aosta, Toscana e Marche). Nel Goal 7, “Energia pulita e accessibile”, vi è la stessa situazione tra Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta da una parte, con risultati molto positivi, e Sardegna dall’altra, con risultati negativi. Nel Goal 7, la Basilicata è l’unica regione del Sud ad avere una prestazione al di sopra della media. Nel Goal 12, Valle d’Aosta e Molise sono colorate di rosso (performance sotto la media), mentre Lombardia ed Emilia-Romagna presentano un colore blu scuro (performance sopra la media). Le stesse Lombardia ed Emilia-Romagna sono colorate di rosso per il Goal 11 e per il Goal 13. Anche sul Goal 15 le regioni del Nord registrano risultati sotto la media: sono infatti le regioni del Centro e del Sud, in particolare l’Abruzzo, a rivelarsi le più attente nella protezione degli ecosistemi e della biodiversità.

Sarà interessante, conclude il Rapporto, vedere se, come e quanto varierà il quadro per le regioni una volta che saranno approvate ed implementate le singole Strategie regionali per lo sviluppo sostenibile. Per raggiungere gli Obiettivi fissati dall’Agenda 2030 servirà un monitoraggio specifico, possibilmente con indicatori riferiti a target territoriali, accompagnati da un controllo puntuale delle spese a tutti i livelli (europeo, nazionale, regionale, sub-regionale e locale) attraverso strumenti e metodi capaci di rendere tangibile il contributo di ogni singolo investimento all’Agenda 2030.

Scarica il Rapporto di Fondazione Eni Enrico Mattei

Scarica il Rapporto ASviS Territori 2021

 

di Tommaso Tautonico

mercoledì 12 gennaio 2022

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