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L’E-mobility è il futuro, anche l’Italia accelera
Le auto a motore elettrico nel Paese sono già due milioni con prospettive di fatturato fino a 100 miliardi di euro entro il 2025: il Rapporto e-Mobility Revolution spiega perché la mobilità elettrica sarà tra i game changer di questo secolo.
“Il Rapporto e-Mobility Revolution dona una visione ad ampio raggio sulla questione della mobilità sostenibile in Italia” afferma Francesco Starace, amministratore delegato e direttore generale Enel. L’a.d. analizza il rapporto, prodotto da Enel in collaborazione con The European House – Ambrosetti, in questa chiave: “Siamo di fronte ad una vera e propria rivoluzione, innescata dai passi da gigante che ha fatto la tecnologia. Solo qualche anno fa parlavamo di mobilità elettrica come di un’idea, ora stiamo ragionando sulle azioni concrete che la renderanno una realtà in un lasso di tempo che va via via accorciandosi”.
Questa rivoluzione rappresenta un fondamentale cambio di paradigma per i canoni di sostenibilità, sicurezza e modernità, perché, come afferma il rapporto “non è confinata esclusivamente al comparto degli autoveicoli, ma coinvolge anche altre forme di trasporto su quattro (autobus, furgoni, veicoli commerciali, quadricicli) e due ruote (motocicli e biciclette)”.
Il Rapporto prevede che, nei prossimi dieci anni, “si attende la piena affermazione di mercato del settore della mobilità elettrica”. I dati parlano chiaro: nel mondo, l’e-Mobility sta attraversando una fase di sostanziale crescita: tra il 2005 e il 2016, il numero di autoveicoli a motore elettrico e ibridi elettrici plug-in (tipo di automobile a propulasione ibrida le cui batterie possono essere caricate anche senza l'ausilio del motore a combustione interna, utilizzando una fonte di energia elettrica esterna collegata attraverso sistemi a cavo o wireless) è cresciuto a un tasso medio annuo del 94% in termini di stock (superando i due milioni di unità) e del 72% in termini di nuove immatricolazioni.
Sebbene l’incidenza relativa sia ancora contenuta, vi sono ampie aspettative di sviluppo: si stima infatti che entro il 2040 i veicoli elettrici ammonteranno a più del 50% delle nuove vendite. Con il raddoppiamento delle auto, è raddoppiato anche lo stock di autobus elettrici, 345mila unità solo nel 2016. Le policy di de-carbonizzazione europee e nazionali, a favore di uno sviluppo più sostenibile, aiutano molto la crescita del settore in tal senso.
La mobilità elettrica è un “game changer” perché risponde con efficacia ai grandi megatrend che disegneranno il prossimo futuro. Questa sfida della e-Mobility si giocherà su diversi campi: urbanizzazione e mobilità di prossimità (anche per le politiche di mobilità urbana, con le ZTL che spingono verso l’adozione di propulsione elettrica); smart city logistics; riduzione dell’inquinamento acustico nei centri storici e riduzione netta delle emissioni; la presenza a tappeto nel settore della sharing economy; migliorie per l’ageing society (la popolazione che invecchia); vantaggi per l’economia circolare.
L’Italia potrebbe sfruttare queste immense opportunità come un importante volano di sviluppo. Considerando il solo mercato degli autoveicoli elettrici e il fatturato generabile in ciascuna fase della filiera a essi collegata, è stato stimato che, nei diversi scenari di sviluppo ipotizzati, si potrebbe attivare un fatturato complessivo compreso tra 24
e 100 miliardi di euro al 2025 e tra 68 e 303 miliardi di euro al 2030. Ma il nostro Paese non è ancora pronto. “In tema di mobilità elettrica”, commenta Starace, “l’Italia deve ancora recuperare posizioni rispetto agli altri Paesi europei, ma può colmare velocemente le distanze”.
Infatti, mentre nel mondo le maggiori economie hanno definito un insieme coerente e integrato di misure per accompagnare la transizione verso la mobilità elettrica (la Germania si è posta l’obiettivo di un milione di auto elettriche circolanti entro il 2020, Francia e Regno Unito puntano ad avere tutte le nuove auto immatricolate a basse emissioni a partire dal 2040, mentre l’India ha l’ambizione di de-carbonizzare l’intero parco auto nazionale entro il 2030), l’Italia rimane indietro.
Numerosi ostacoli si frappongono a questo processo di modernizzazione: informazione ancora limitata del consumatore rispetto ai vantaggi e alle performance del mezzo elettrico; prezzo di acquisto ancora non competitivo rispetto a quello dei modelli a motore termico (anche per effetto della mancanza di schemi di incentivazione); la cosiddetta “range anxiety” degli automobilisti, ossia il timore che l’autonomia del veicolo a batteria elettrica non sia sufficiente per arrivare a destinazione; una mancanza di tariffe agevolate ed uniformi per la fornitura dei punti di ricarica.
“The European House – Ambrosetti” aggiunge Starace “offre inoltre, in questo report, uno strumento innovativo in quanto definisce un Indice del Trasporto Elettrico (ITE) che permette di misurare la performance in termini relativi delle 20 regioni e delle 14 città metropolitane italiane sulla mobilità elettrica”.
Il rapporto conclude che, per valorizzare l’opportunità della e-Mobility e trarne i massimi benefici, occorre una strategia-Paese integrata su sei “building block”, o elementi costituitivi: una visione coesa tra governo e stakeholder, con target di sviluppo ben delineati; leadership nella ricerca; promozione di incentivi di natura non economica; elaborazione di progetti pilota; diffusione del processo di infrastrutturazione della rete di ricarica elettrica; promozione di una strategia nazionale di sensibilizzazione e informazione sulla e-Mobility.
Scarica il report completo “e-Mobility Revolution”
di Flavio Natale