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Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili

Attualmente nel mondo 828 milioni di persone vivono in baraccopoli, e il numero è in continuo aumento. In Italia la precarietà abitativa ha assunto ulteriore rilievo a causa dell’acuirsi della crisi sociale: la condizione di sovraffollamento nel 2021 riguarda il 28% della popolazione contro una media europea del 17,1%.

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Come ti va la vita? Il benessere secondo l'Ocse: passi avanti ma troppo lenti

Il Rapporto “How’s Life? 2017” analizza la qualità di vita in 41 Paesi: diminuisce la quantità di gas serra emessi procapite ma aumenta la disaffezione alle urne e la fiducia nei governi da parte dei cittadini. Un focus sull'Italia.

Il denaro forse non fa la felicità ma il benessere sì: capire come agire per raggiungere il maggior numero di persone è di vitale importanza per la pianificazione di interventi sociali, economici, politici e di governance mondiale. Ecco perché, giunto alla sua quarta edizione, l'Ocse ha pubblicato il 15 novembre lo studio intitolato “How’s Life? 2017”, in cui analizza la qualità di vita in 41 Paesi (35 membri Ocse e 6 Stati partner) a partire dall'incrocio di 50 indicatori, dal 2005 al 2017.

A livello globale ne emerge una tendenza che ha mostrato dei passi in avanti, quali l'aumento medio dei guadagni dell'8%, la diminuzione di oltre un terzo delle persone che vivono senza accesso ai servizi igienico-sanitari di base, un miglioramento nella percezione della sicurezza da parte dei cittadini nelle proprie strade di notte e un allagamento della speranza di vita media. Ancora: la quota delle emissioni di gas serra procapite e diminuita, nel mondo ci sono meno fumatori e sono cresciuti gli investimenti in ricerca a sviluppo.

Tutto bene dunque? Non proprio, in quanto a questi progressi che, sottolinea il Rapporto, sono comunque avvenuti a partire dalla crisi del 2008 con troppa lentezza, si affiancano delle lacune e dei punti deboli, che frenano il raggiungimento del benessere dei cittadini.

A partire dalle turbolenze economiche iniziate dieci anni fa, in circa la metà dei Paesi Ocse la disoccupazione di lungo termine è rimasta più alta che nel 2005, mentre è diminuita la partecipazione degli elettori, così come è scesa la percentuale di persone che sente l'affetto e il sostegno di parenti e amici, ed è calata la media della soddisfazione di vita nell'area Ocse, con la maggior parte dei Paesi analizzati che ha visto un indebitamento delle famiglie, un aumento dell'obesità e una minor fiducia nelle autorità di governo e solo il 33% pensa di aver voce in capitolo rispetto all'agenda politica della propria Nazione.

Un focus sull'Italia restituisce un'immagine di un Paese in difficoltà, dove, sulla scia delle tendenze globali, l'aumento delle diseguaglianze è indice di qualche corto circuito nel tessuto economico e sociale italiano. I dati relativi al 2006 dicono che il tasso di occupazione era del 57%, tra i più bassi in Europa, mentre l'insicurezza del lavoro e la disoccupazione a lungo termine poneva l'Italia tra gli ultimi tre Paesi della classifica Ocse. Nonostante ciò, la ricchezza dei proprietari delle case è molto vicina alla media Ocse e la speranza di vita colloca gli italiani sul podio anche se solo il 66% di loro definisce la propria salute come “buona” o “molto buona”, tre punti in meno rispetto alla media.

di Elis Viettone

lunedì 12 febbraio 2018

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