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Basta morti da smog: in Germania trasporti pubblici gratis per aria pulita
Accusato dall'Unione europea di aver sforato i limiti consentiti per l’inquinamento atmosferico, il governo tedesco ha deciso di incentivare l'uso dei mezzi pubblici rendendoli gratuiti. Progetto pilota in cinque città.
Secondo l’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, lo smog provoca 6,5 milioni di morti premature l’anno e il 92% delle persone nel mondo respira aria contenente polveri sottili oltre i limiti consentiti. Per l’Agenzia Europea dell’Ambiente (Eea) l’aria inquinata è responsabile di 467mila decessi annui nella sola Europa. Venendo alle città, sono quelle italiane a possedere la peggiore aria del continente, ma anche in Germania sono diversi i danni generati dall’inquinamento atmosferico.
Per far fronte al problema il governo tedesco, finito nel mirino dell’Unione insieme agli altri otto Paesi che non hanno rispettato la normativa comunitaria, tra cui l’Italia, ha pensato di proporre alla Commissione europea il trasporto pubblico gratuito come una delle possibili soluzioni.
“Stiamo considerando il trasporto pubblico gratuito per ridurre il numero di auto private", scrive il governo tedesco in una lettera indirizzata alla Commissione, perché "combattere efficacemente l'inquinamento atmosferico senza accumulare ulteriore ritardo è la massima priorità per la Germania”.
Bonn, Essen, Herrenberg, Reutlingen e Mannheim sono le città dove si sta testando la misura del trasporto pubblico gratuito, un progetto pilota che serve per capire criticità e numeri di affluenza, prima di passare con successo al resto della nazione.
Inoltre, il piano anti-smog include l’abbassamento delle emissioni nocive pure tramite l’uso di autobus e taxi meno impattanti, più eco-compatibili, insieme alla creazione di aree a garanzia dell’intermodalità: la possibilità di spostarsi grazie all’uso di diversi tipi di mezzi, prevedendo il potenziamento del servizio di car e bike sharing.
Così la Germania, patria di molti dei principali marchi automobilistici del mondo che nel corso degli anni hanno avuto un ruolo centrale nella crescita economica del Paese, da Audi a Mercedes-Benz e Volkswagen, deve invece ora farsi carico anche dei danni ambientali generati dall’industria del settore.
di Ivan Manzo