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Un “manuale per Ecosapiens”: il nuovo numero di Focus, in collaborazione con ASviS
Energia, migrazioni, rifiuti: questi alcuni dei temi trattati dall’Alleanza nel dossier della rivista. Una guida per “seguire meglio la lotta alla crisi climatica” e individuare alternative sostenibili. L’introduzione di Donato Speroni. 22/3/23
Come imboccare la strada della sostenibilità, a livello individuale e collettivo? Il nuovo numero della rivista scientifica Focus, pubblicato il 21 marzo, ha provato a rispondere a questa domanda attraverso un utile dossier: sei capitoli (natura, energia, inquinamento e città, cibo, società, rifiuti e riciclaggio) corredati da informazioni, grafici e immagini per fare il punto “sullo stato di salute del Pianeta”. L’Alleanza, che ha collaborato alla stesura dei testi, si è occupata di approfondire alcuni snodi centrali, tra cui le politiche di mitigazione e adattamento, ma anche le energie sostenibili, l’economia circolare, le migrazioni climatiche, l’inquinamento da plastica, la scarsità di materie prime e il riciclaggio dei rifiuti. Il volume, disponibile online e in edicola, è arricchito dall’introduzione di Donato Speroni, responsabile del progetto FUTURAnetwork, che riportiamo qui di seguito, per gentile concessione della rivista:
“La lotta alla crisi climatica si riassume in due parole inglesi frequentemente ripetute nelle riunioni internazionali: mitigation e adaptation. L’impegno per la “mitigazione” delle cause del riscaldamento del Pianeta dura da anni e richiede politiche globali, soprattutto per abbattere le emissioni di anidride carbonica (CO2) e di altri gas che alterano il clima come il metano. Ma, essendo sempre più evidente che l’aumento della temperatura non può essere totalmente evitato, si parla anche di politiche di “adattamento” per fronteggiarne gli effetti.
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Rispetto all’epoca preindustriale, le temperature medie sono finora aumentate di circa un grado e già se ne vedono le conseguenze. Dalla fusione dei ghiacciai all’aumento degli eventi estremi come alluvioni e siccità, che abbiamo vissuto anche in Italia. La crisi climatica è monitorata dall’Intergovernmental panel on climate change (Ipcc), un comitato dell’Onu composto da migliaia di scienziati: il suo Sesto Rapporto, pubblicato nel 2021-22, ha delineato gli scenari prevedibili a seconda di quanto riusciremo a ridurre le emissioni. In questo dossier, facciamo il punto sullo stato del Pianeta, sui problemi e sulle azioni necessarie (come la transizione energetica) perché l’Homo sapiens, anziché distruggere la Terra e la sua stessa civiltà, diventi ecosapiens, come suggerisce Focus con espressione indovinata. Con schede e grafici, in sei capitoli: natura, energia, inquinamento e città, cibo, società, rifiuti e riciclaggio.
Un “manuale per Ecosapiens” che serve anche a seguire meglio la lotta alla crisi climatica che è al centro del dibattito internazionale (almeno a parole). Con l’Accordo di Parigi, raggiunto nel 2015 alla 21ma Conferenza delle Parti (Cop 21), quasi tutti i governi si sono impegnati all’abbattimento delle emissioni, ma da allora i problemi si sono aggravati e siamo arrivati alla Cop 27, svoltasi nel novembre 2022 a Sharm el-Sheik in Egitto, senza progressi sufficienti. L’accordo di Parigi prevede di contenere l’aumento delle temperature entro 1,5 °C, massimo 2 °C. Per ora l’incremento medio stimato è di tre gradi entro la fine del secolo. Sembra poca differenza, ma non lo è affatto. Superati i cosiddetti tipping points, punti di non ritorno, le conseguenze potrebbero essere devastanti. La fusione dei ghiacci dei Poli potrebbe arrivare a un punto tale da portare a un aumento di almeno mezzo metro del livello dei mari, cambiando il profilo dei continenti (a proposito di adattamento, New York ha un progetto per creare barriere alle mareggiate). Il dissolversi del permafrost, il terreno ghiacciato alle latitudini artiche, potrebbe far sprofondare insediamenti e liberare grandi quantità di metano, accelerando tutti i fenomeni.
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Come evitare questi sconvolgimenti? Molto si sta già facendo: per esempio l’Unione europea si è impegnata ad abbattere le emissioni del 55% entro il 2030 e ad arrivare a “emissioni nette zero” entro il 2050. Sul piano politico la mitigazione passa attraverso sostanziali aiuti ai Paesi in via di sviluppo, la cui crescita ha fame di energia, per incentivare l’uso di tecnologie più pulite, anche se attualmente più costose. E l’adattamento richiede grandi investimenti sui territori, che in Italia saranno finanziati almeno in parte da fondi europei. Ma la lotta alla crisi climatica dipende anche dai comportamenti individuali: consumare razionalmente l’energia, mangiare meno carne, gestire al meglio i rifiuti... Diventare, insomma, Ecosapiens”.
Di Flavio Natale
Fonte copertina: rolffimages, da 123rf.com