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World economic forum: disinformazione e clima i principali rischi globali

Le maggiori minacce per il prossimo decennio sono ambientali, mentre nel breve periodo preoccupano soprattutto fake news e polarizzazione sociale. Il Global risk report 2024 approfondisce anche i problemi legati a conflitti e IA.  12/1/24

venerdì 12 gennaio 2024
Tempo di lettura: min

Secondo il World economic forum la disinformazione nel breve termine e gli eventi estremi nel lungo termine sono le principali minacce che il mondo, compreso quello economico, deve affrontare nei prossimi anni. È quanto emerge dall’ultima pubblicazione del Global risk report (Grr) rilasciata a Davos, in Svizzera, il 10 gennaio durante il Forum economico mondiale 2024.

Questo Rapporto sui “rischi globali” presenta i risultati del Global risks perception survey (Grps) che raccoglie le opinioni di quasi 1500 esperte ed esperti provenienti da ogni parte del mondo. Lo studio analizza i rischi globali attraverso due periodi temporali: il capitolo uno esplora i rischi attuali più gravi su un periodo di due anni; il capitolo due si concentra sui rischi principali che emergeranno nel prossimo decennio, in un contesto di cambiamenti geostrategici, climatici, tecnologici e demografici.

Il Rapporto si conclude confrontando i diversi approcci utilizzati per affrontare aspetti complessi, e non lineari, dei rischi durante il periodo di “frammentazione globale” che stiamo vivendo. Obiettivo dello studio è sostenere i decisori nel processo di valutazione delle crisi, in modo da individuare le priorità su cui agire sia nel breve sia nel lungo termine.

Per rischi globali il World economic forum intende “la possibilità che si verifichi un evento capace di avere un impatto negativo su una significativa percentuale del Pil globale, della popolazione o delle risorse naturali”.

World economic forum: i rischi ambientali dominano la classifica

Per la maggioranza degli esperti intervistati c’è il pericolo di un rischio di catastrofi globali nei prossimi due anni, con una prospettiva ancor più negativa nel decennio successivo, come mostrato dalla figura A.

 

A dominare la classifica sono i rischi derivanti da catastrofi naturali, da perdita di biodiversità e dalla crisi climatica. Rischi naturali che il World economic forum ricorda che “potrebbero raggiungere il punto di non ritorno” nell’arco del prossimo decennio.

I due terzi dei partecipanti al sondaggio Grps collocano le condizioni meteorologiche estreme come il rischio che ha più probabilità di innescare una crisi materiale su scala globale già nel 2024. Rischio considerato come il secondo più grave nel periodo di due anni. Quasi tutti i rischi ambientali figurano tra le prime dieci posizioni nella classifica di lungo periodo (figura C).

La differenza delle classifiche a due e 10 anni è dovuta al fatto che i partecipanti al Grps sono in disaccordo riguardo all'urgenza dei rischi ambientali, in particolare quando si parla di perdita di biodiversità, collasso degli ecosistemi e cambiamento critico dei sistemi terrestri. È interessante notare che i partecipanti più giovani tendono a collocare questi rischi molto più in alto nel breve periodo rispetto ai gruppi di età più anziani.

Anche il settore privato evidenzia questi rischi come principali preoccupazioni di lungo termine, a differenza dei partecipanti della società civile o del governo che danno priorità a questi rischi su orizzonti temporali più brevi. Questa “discrepanza nelle percezioni di urgenza” tra decisori, avverte il World economic forum, può far aumentare un altro rischio, quello “di perdere i momenti chiave di intervento che porterebbero a cambiamenti di lungo termine nei sistemi planetari. Molte economie rimarranno in gran parte impreparate per gli impatti ‘non lineari’ del cambiamento climatico […]. La capacità collettiva delle società di adattarsi potrebbe essere sopraffatta, considerando l'ampia portata degli impatti potenziali e i requisiti di investimento infrastrutturale, lasciando alcune comunità e Paesi incapaci di assorbire gli effetti acuti e cronici del rapido cambiamento climatico”.

World economic forum su disinformazione, recessione, polarizzazione, intelligenza artificiale

Come detto in apertura, il rischio globale più grave previsto nei prossimi due anni riguarda la disinformazione e la misinformazione (diffusione di notizie false in modo involontario). Per il World economic forum gli attori stranieri e nazionali faranno ricorso a pratiche di disinformazione e di manipolazione dell'informazione nei prossimi anni con lo scopo di ampliare ulteriormente i divari sociali e politici. “Mentre circa tre miliardi di persone si dirigono alle urne in diverse economie (tra cui Bangladesh, India, Indonesia, Messico, Pakistan, Regno Unito e Stati Uniti) nei prossimi due anni, l'ampio uso di disinformazione e manipolazione dell'informazione, e degli strumenti per diffonderla, potrebbe minare la legittimità dei governi appena eletti. Le conseguenti agitazioni potrebbero variare dalle proteste violente e i crimini d'odio al confronto civile e al terrorismo. Oltre alle elezioni, le percezioni della realtà sono destinate a diventare più polarizzate, infiltrandosi nel dibattito pubblico su questioni che vanno dalla salute pubblica alla giustizia sociale. Tuttavia, con il venir meno della verità, aumenterà anche il rischio di propaganda e censura interna. In risposta a disinformazioni, i governi potrebbero essere sempre più autorizzati a controllare le informazioni in base a ciò che ritengono essere ‘vero’. Le libertà legate a internet, stampa e accesso a fonti più ampie di informazioni, già in declino, rischiano di degenerare in una repressione più ampia dei flussi informativi in un più vasto insieme di Paesi”, si legge infatti nello studio.

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La polarizzazione sociale (processo psicosociale che conduce ad una progressiva e graduale modificazione dei propri atteggiamenti a favore di posizionamenti e opinioni più estreme), che compare in entrambe le classifiche (figura C), insieme alla recessione economica sono invece considerati i rischi più interconnessi a livello globale. Anche perché resta alto il costo della vita, tra le principali preoccupazioni del World economic forum, mentre sono destinate a crescere le tensioni economiche, soprattutto per le persone che vivono nei Paesi a basso e medio reddito.

In modo simile, la convergenza tra progressi tecnologici e dinamiche geopolitiche probabilmente creerà un nuovo gruppo di vincitori e vinti: “se gli incentivi commerciali e gli imperativi geopolitici, piuttosto che l'interesse pubblico, rimangono i principali motori dello sviluppo dell'intelligenza artificiale (IA) e di altre tecnologie di frontiera, il divario digitale tra Paesi ad alto e basso reddito guiderà una disparità netta nella distribuzione dei benefici e dei rischi. Paesi e comunità vulnerabili verrebbero lasciati sempre più indietro, digitalmente isolati dalle innovazioni dell'IA che accelerano i settori legati a produttività economica, finanza, istruzione, sanità, creando nuovi posti di lavoro correlati”.

World economic forum su conflitti e governance

Il Global risk report si sofferma anche sui conflitti in atto. Per lo studio le tensioni geopolitiche unite alla tecnologia genereranno nuovi rischi per la sicurezza globale. Il conflitto armato tra Stati è, infatti, una novità per la top ten della classifica di breve periodo. Preoccupa particolarmente l’aspetto del contagio, e cioè la caratteristica di questi conflitti di essere interconnessi e quindi di essere in grado di allargare il fronte bellico: “vi sono diversi conflitti congelati a rischio di intensificarsi nel breve termine. Ciò diventa un rischio ancora più preoccupante nel contesto dei recenti progressi tecnologici. In assenza di una collaborazione sulla regolamentazione delle tecnologie di frontiera, i progressi tecnologici, inclusi quelli nell'IA generativa, consentiranno a una serie di attori non statali e statali di accedere a una conoscenza sovrumana per concepire e sviluppare nuovi strumenti di sconvolgimento e conflitto, da malware ad armi biologiche”.

Inoltre, dal sondaggio del World economic forum emerge che, nel prossimo decennio, le divisioni ideologiche e geo-economiche rappresenteranno una ulteriore minaccia per la governance internazionale. La “crescente insoddisfazione del predominio del Nord globale” porterà a una “lotta di potere multipolare o frammentata”, con gli Stati emergenti alla ricerca di una influenza sempre maggiore negli ambiti militari, tecnologici ed economici.

Come mitigare i rischi globali?

Tuttavia, ci sono opportunità nelle azioni locali e internazionali che possono ridurre significativamente l'impatto dei rischi globali. Strategie basate su investimenti e regolamentazioni, insieme alla partecipazione del settore pubblico e privato, possono mitigare i rischi prevedibili. Iniziative rivoluzionarie e il focus sulla ricerca e sviluppo possono poi contribuire a rendere il mondo un posto più sicuro. Anche azioni collettive di cittadini, aziende e Paesi possono influenzare positivamente la riduzione dei rischi globali. Infine, l’attività di cooperazione resta cruciale per affrontare i rischi legati alla sicurezza e alla prosperità umana.

Scarica il Global risk report

 

Fonte copertina: WikiImages da Pixabay

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