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Bonn 2018: senza i 100 miliardi promessi, gli Accordi di Parigi sono inapplicabili
In un quadro politico profondamente mutato rispetto alla Cop21, gli Stati si interrogano sulla leadership: chi segnerà la strada per il 2030? A Katowice il primo banco di prova. Una speranza dal “dialogo di Talanoa”.
“La conferenza di Bonn avrebbe dovuto preparare le basi per il successo a Katowice, ma quella fase è lungi dall'esser pronta. L’adozione del Programma di lavoro per gli accordi di Parigi (Pawp) è lontana”. Così si apre il documento redatto per la chiusura dei lavori della Conferenza sui cambiamenti climatici, tenutasi a Bonn dal 30 aprile al 10 maggio e promossa da Un Climate change. La conferenza ha riunito, nello specifico, oltre 3400 partecipanti, tra i quali 2000 funzionari governativi, 1400 rappresentanti di organismi e agenzie delle Nazioni Unite, organizzazioni intergovernative e organizzazioni della società civile, e 38 membri dei media.
Oltre alla necessità di progredire nello sviluppo del "manuale operativo" degli Accordi di Parigi, la conferenza di Bonn si è incentrata sullo sviluppo delle negoziazioni nell'ambito del cosiddetto “Dialogo di Talanoa”, promosso nel 2017 dalle isole Fiji, presidenti della negoziazione sul clima fino a Cop24. Costruito sulla tradizione della narrazione pacifica, questo dialogo "inclusivo, trasparente e partecipativo", cerca di valutare gli sforzi globali per raggiungere gli obiettivi previsti da Parigi. Alle Fiji il senso del talanoa è quello di un confronto costruttivo, un modo di parlar chiaro che prepari rapporti facilitativi per la prossima Cop in Polonia. I "talanoas" svoltisi a Bonn hanno messo in luce storie positive di nazioni e organizzazioni intergovernative che hanno affrontato il cambiamento climatico e i suoi effetti. Le tre domande centrali del dialogo sono state: “Dove siamo? Dove vogliamo andare? Come ci arriviamo?”
Dove siamo?
"Siamo tutti qui in una missione comune. Smettiamo di puntare il dito e condividiamo le nostre storie”. Queste le parole d’apertura dell’ambasciatrice delle isole Fiji, che ha introdotto la prima sezione del dialogo di Talanoa, e ha proseguito: “parte della sfida nel portare avanti il lavoro sul Pawp è la necessità di un progresso equo tra le sue numerose componenti”. Durante le prime sessioni plenarie, infatti, le parti hanno risposto alle richieste di consegnare un "pacchetto equilibrato e completo" alla Cop24, ma le opinioni si sono allontanate sull’effettiva interpretazione del compito. Per i Paesi in via di sviluppo, che temono che la mitigazione abbia avuto la precedenza sull'adattamento e la finanza, la preoccupazione maggiore era che "nessuno venisse lasciato indietro". I Paesi sviluppati, al contrario, hanno sostenuto che questioni più complesse dal punto di vista tecnico, come il quadro di trasparenza, richiedano più tempo, rinviando alcune decisioni urgenti ai negoziati di Bangkok di settembre. I delegati hanno inoltre ripreso le discussione su lunghe e spesso ingombranti "note informali" preparate dai co-facilitatori attraverso i diversi punti all'ordine del giorno. Nonostante la discussione su queste note informali sia risultata “abbastanza soddisfacente”, la decisione delle parti di dedicare ulteriore tempo per negoziare a Bangkok a settembre illustra un senso di urgenza e di confusione di fondo.
Dove vogliamo andare?
"Dobbiamo triplicare le ambizioni per colmare il divario delle emissioni entro il 2030. È possibile, ma non è possibile aspettare", afferma invece l’Unep. Proprio in vista di queste azioni “da triplicare”, il Dialogo Talanoa di Bonn ha delineato una varietà di azioni da compiere in modo che gli Accordi di Parigi possano prendere consistenza. Nell'interesse di raggiungere il consenso globale e sostenuti dall'impulso politico della Cop21, le parti riunite a Parigi nel 2015 avevano infatti "cancellato" profonde differenze su questioni come la mitigazione, l'adattamento, la differenziazione, la prevedibilità della finanza, la tecnologia, riemerse però nel corso degli anni. La scadenza 2018 per l'adozione del Pawp richiede alle parti di rivisitare queste differenze per trovare un "terreno di atterraggio comune", in modo che i principi generali dell'Accordo siano tradotti in una guida dettagliata e accettabile per tutti. “Tuttavia, trovare quella "via di mezzo" non è un'impresa facile”, conclude il documento.
Come ci arriviamo?
"O ci arriviamo insieme o non arriviamo da nessuna parte.", afferma l’ambasciatore irlandese a Bonn. Ma la vera domanda è: come può essere raggiunta questa “visione comune”? Alcune problematiche pongono evidenti ostacoli all’obiettivo. Ad esempio, come accaduto in occasione di Cop23, anche a Bonn la finanza è emersa come una "questione politica controversa ma irrinunciabile" per qualsiasi pacchetto di accordi a Katowice. La sensibilità attorno a questa problematica è stata accentuate dalla percezione di molti Paesi in via di sviluppo che i Paesi sviluppati non siano sulla buona strada per mantenere il loro impegno a mobilitare 100 miliardi di dollari entro il 2020. Insistono sul fatto che la fiducia necessaria per andare avanti con il Pawp non possa essere realizzata fino a che gli impegni finanziari non saranno consegnati.
“Lasciando Bonn, è sempre più chiaro dove siamo, dove vogliamo andare e come ottenere risultati in occasione di Cop24”, conclude il documento. Ma la domanda che molti si pongono è: chi prenderà il comando a Katowice, in modo da contribuire a fornire un pacchetto Pawp credibile ed equilibrato? Gli accordi di Kyoto, Cancun, Durban e Parigi hanno beneficiato di una chiara leadership da parte di Paesi chiave come Stati Uniti, Unione europea, Cina e coalizioni come Aosis e Ldc, uniti dalla volontà di stringere alleanze tra le divisioni tradizionali. Una riconfigurazione del panorama internazionale dopo Parigi fa nascere molte domande su chi si farà avanti e assumerà la leadership a Katowice. Mentre i delegati guardano avanti alla loro prossima tappa a Bangkok, alcuni sperano che il dialogo di Talanoa, con l'accento posto sulla creazione di una visione condivisa e inclusiva per l'azione per il clima, ispirerà le parti chiave a "finire ciò che è iniziato a Parigi".
di Flavio Natale