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Marine litter: 834 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia, ma arriva la legge Salvamare
L’indagine di Legambiente mostra un quadro drammatico: 44.882 rifiuti su 271.500 metri quadri di spiaggia. Dopo 4 anni di lavoro l’Italia adotta uno strumento per contrastare l’inquinamento marino, rendendo i pescatori protagonisti. 20/5/22
È stata approvata in via definitiva l’11 maggio la Legge Salvamare, il decreto che dà la possibilità di riportare a terra i rifiuti recuperati accidentalmente in mare dai pescatori. Si tratta di un passo avanti nella lotta all’inquinamento da plastica nei mari: “Finalmente l’Italia si dota di uno strumento fondamentale nel contrasto al marine litter, rendendo i pescatori protagonisti attivi per liberare il mare dai rifiuti”, ha affermato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, nel comunicato stampa che commenta l’approvazione della Legge.
Proprio negli stessi giorni Legambiente aveva diffuso l’indagine Beach Litter 2022, censendo 53 spiagge d’Italia di 14 regioni diverse, che evidenziava l’eccesso dei rifiuti sulle spiagge italiane. “Il nostro Paese” secondo l’associazione ambientalista “è da tempo all’avanguardia e leader nella lotta alla plastica monouso e nel contrastare il marine litter con norme nazionali, come ad esempio il divieto dei sacchetti di plastica, dei cotton fioc non biodegradabili e non compostabili e il divieto all’uso di microplastiche nei prodotti cosmetici da risciacquo. Ma nella lotta alla plastica monouso non bisogna abbassare la guardia, anzi l’impegno per ridurla da qui ai prossimi anni, promuovendo sempre più il riutilizzabile, dovrà continuare con più forza e determinazione di prima anche perché con la pandemia, purtroppo, sono tornati prepotentemente gli oggetti di plastica usa e getta”.
I rifiuti sulle nostre spiagge. Su 53 spiagge di 14 regioni diverse, evidenzia l’indagine, sono stati censiti 44.882 rifiuti in un’area totale di 271.500 mq. 834 rifiuti ogni 100 metri, una media di 8 rifiuti ogni passo, ben al di sopra della soglia imposta dall’Europa di meno di 20 rifiuti ogni 100 metri lineari di costa.
La plastica è ancora una volta il materiale più diffuso tra i rifiuti, ben l’84% degli oggetti rinvenuti (37.604), seguita da 2.004 oggetti di metallo, 1.920 di carta/cartone e 1.566 di vetro/ceramiche. Il 46% di tutti i rifiuti monitorati riguarda prodotti usa e getta, alcuni dei quali al centro della direttiva europea che vieta e limita gli oggetti in plastica monouso, la Single-Use Plastics Directive.
La top ten dei rifiuti. Tra i rifiuti spiaggiati, al primo posto ci sono bottiglie, contenitori di plastica (inclusi tappi e anelli) trovati 6.564 volte sulle spiagge monitorate dai volontari di Legambiente; seguono i mozziconi di sigaretta, al secondo posto con 3.836 unità e le reti e attrezzi da pesca e acquacoltura in plastica con 3.610 elementi. A seguire i bastoncini cotonati per la pulizia delle orecchie, cannucce e agitatori per cocktail, contenitori in plastica per alimenti, bicchieri in plastica e infine le buste di plastica. Chiudono assorbenti igienici e palloncini di gomma che, seppure censiti in piccole quantità, assumono un notevole peso per il loro impatto ambientale.
Arriva la Salvamare. Secondo l’associazione ambientalista l’approvazione definitiva della Legge Salvare, presentata nel 2018 dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa, rappresenta un contributo importante, rendendo i pescatori protagonisti di una piccola rivoluzione nella gestione dei rifiuti marini. Il decreto consente infatti ai pescatori che con le loro reti recuperano in maniera accidentale la plastica in mare (ma anche nei laghi e nei fiumi), di portarla a terra e conferirla in apposite isole ecologiche da cui dovranno essere avviate al recupero.
Prima dell’approvazione della Salvamare i pescatori non potevano portare a riva i rifiuti pescati e smaltirli nei cassonetti, perché il loro trasporto era considerato un traffico illecito. Una condizione che costringeva i pescatori a ributtare in acqua i rifiuti plastici pescati per non essere accusati penalmente.
Ora invece le autorità portuali sono tenute a predisporre specifiche isole ecologiche a disposizione dei pescatori, che potranno smaltire in maniera gratuita i rifiuti che pescano in mare. I costi di gestione di questi rifiuti si distribuiscono sulla collettività nazionale attraverso una componente che si aggiunge alla tassa sui rifiuti.
La legge Salvamare prevede anche altre novità: una premialità nei confronti dei comandanti dei pescherecci che conferiscono i rifiuti pescati accidentalmente; la promozione in tutte le scuole di attività di educazione ambientale mirate alla conservazione, in particolare del mare e delle acque interne, e sul corretto conferimento dei rifiuti; la promozione di campagne di pulizia e di sensibilizzazione.
di Tommaso Tautonico