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Abbattere l’inquinamento per il bene della salute e dell’economia
Settimana 23-30 ottobre. Proposta di nuove norme contro l’inquinamento dell’aria e dell’acqua. Eurobarometro sulla qualità atmosferica. Posizioni del Consiglio Ue in vista delle conferenze Onu su clima e biodiversità.
La Commissione europea propone nuove norme contro l’inquinamento dell’aria e dell’acqua
Sviluppando alcuni degli obiettivi annunciati nel piano d'azione dell’Ue al 2030 "Verso inquinamento zero per aria, acqua e suolo”, la Commissione europea ha presentato, con tre nuove proposte di direttiva, norme più rigorose sugli inquinanti dell'aria, delle acque superficiali e sotterranee e sul trattamento delle acque reflue urbane.
La Commissione mette in chiara evidenza la necessità nell’adozione di queste nuove norme, a tutela della salute delle persone e per la prosperità economica.
Come dichiarato da Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo responsabile per il Green Deal europeo, quanto più aspettiamo a ridurre l'inquinamento, tanto più aumentano i costi per la società, ed evidenziato da Virginijus Sinkevičius, commissario responsabile per l'Ambiente, gli oceani e la pesca, il costo dell'inazione è di gran lunga superiore a quello della prevenzione.
L’inquinamento atmosferico comporta ogni anno quasi 300mila morti premature in Ue, oltre a essere una delle cause determinanti delle più frequenti malattie croniche, tra cui ictus, cancro e diabete, colpendo inoltre in modo sproporzionato i gruppi sociali più sensibili e vulnerabili. La Commissione indica che le nuove norme proposte, meglio aderenti agli orientamenti dell'Organizzazione mondiale della sanità, porteranno alla riduzione di oltre il 75% in dieci anni i decessi dovuti ai livelli del principale inquinante dell’aria identificato con il particolato fine Pm2,5.
Quale misura per rafforzare l’applicazione della normativa e dunque il diritto alla salute delle persone, la nuova proposta definisce strumenti per il riconoscimento di un risarcimento in caso di violazione delle norme dell'Ue in materia di qualità dell’aria, anche attraverso la rappresentanza da parte di organizzazioni non governative in azioni collettive per il risarcimento dei danni.
La nuova legislazione sosterrà le autorità locali rafforzando le disposizioni sul monitoraggio, la modellizzazione della qualità dell'aria e sul miglioramento dei relativi piani.
I benefici lordi annuali sono stimati dai 42 miliardi di euro e fino a 121 miliardi di euro nel 2030, a un costo inferiore a 6 miliardi di euro all’anno.
Sul tema inquinamento dell’aria è stato anche appena pubblicato un sondaggio speciale Eurobarometro in cui quasi la metà degli intervistati ritiene che la qualità dell'aria sia peggiorata negli ultimi dieci anni (47% media Ue - 60% degli italiani). La maggior parte non è sufficientemente informata in merito alle norme vigenti nell’Ue; di fatto risulta che solo una minoranza degli intervistati (27% media Ue - 24% degli italiani) ne ha sentito parlare e tra gli intervistati che conoscono le norme dell’Ue sulla qualità dell'aria, un'ampia maggioranza (67% media Ue - 80% degli italiani) afferma che andrebbero rafforzate. La maggioranza degli europei ritiene inoltre che i grandi impianti industriali, i produttori di energia da combustibili fossili, le autorità pubbliche e i datori di lavoro non facciano abbastanza per promuovere la qualità dell’aria.
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Nella proposta di direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane, la Commissione indica l’obiettivo d’integrare il trattamento delle acque reflue nei principi dell’economia circolare, riducendo nel contempo l’inquinamento.
Per sfruttare al meglio le acque reflue come risorsa, la Commissione si propone di puntare alla neutralità energetica del settore entro il 2040 e di migliorare la qualità dei fanghi per consentirne un maggiore riutilizzo, introducendo obblighi di recupero dei nutrienti dalle acque reflue, nuove norme sui microinquinanti e requisiti di monitoraggio per le microplastiche.
Poiché il 92% dei microinquinanti tossici riscontrati nelle acque reflue dell'Ue proviene da prodotti farmaceutici e cosmetici, un nuovo regime di responsabilità estesa del produttore imporrà ai produttori di pagare il costo della loro rimozione, e incentiverà la ricerca e innovazione in prodotti privi di sostanze tossiche, oltre a rendere più equo il finanziamento del trattamento delle acque reflue.
La Commissione stima che le modifiche normative aumenteranno i costi fino a 3,8 miliardi di euro all'anno nel 2040, ma con un beneficio corrispondente di oltre 6,6 miliardi di euro all'anno, e un rapporto costi/benefici positivo in ciascuno Stato membro.
La terza misura proposta riguarda nuove norme per la protezione delle acque superficiali e sotterranee integrando l’elenco degli inquinanti dannosi per la salute e l’ambiente con 25 nuove sostanze, tra cui:
- i Pfas (sostanze per- e polifluoroalchiliche), spesso definite "sostanze chimiche eterne", usate ad esempio in utensili da cucina, abbigliamento e mobili, schiume antincendio e prodotti per l'igiene personale;
- una serie di pesticidi e prodotti di degradazione dei pesticidi, come il glifosato;
- il Bisfenolo A, plastificante e componente degli imballaggi di plastica;
- alcuni farmaci usati come antidolorifici e antiinfiammatori, e antibiotici.
Le nuove norme proposte riconoscono anche gli effetti cumulativi o combinati delle miscele, allargando l'attenzione attualmente concentrata solo sulle singole sostanze.
Inoltre, le norme per 16 inquinanti che già erano disciplinati, tra cui metalli pesanti e sostanze chimiche industriali, saranno aggiornate con criteri di maggior rigore.
Il Consiglio dell’Ue conferma posizioni ambiziose in vista delle conferenze internazionali su clima e biodiversità
Il Consiglio dell’Ue, nella seduta del 24 ottobre, ha assunto le sue posizioni negoziali generali per la 27ª conferenza sui cambiamenti climatici (Cop27), che si svolgerà a Sharm el-Sheikh dal 6 al 18 novembre 2022, e per la conferenza sulla biodiversità (Cop15), che si terrà a Montreal dal 7 al 19 dicembre 2022.
Il Consiglio conferma la posizione dell’Ue in sostegno a un'azione ambiziosa per il clima considerando i benefici che apporta al pianeta, all’economia globale e alle persone, sottolineando l'importanza di garantire una transizione giusta verso economie e società sostenibili e resilienti ai cambiamenti climatici, che non lasci indietro nessuno.
Se sarà necessario, il Consiglio indica che l’Ue è pronta ad aggiornare dopo la conclusione dei negoziati della Cop27, gli impegni propri e dei suoi Stati membri, in linea con il punto 29 del patto di Glasgow per il clima.
Il Consiglio s’impegna a intensificare gli sforzi per mobilitare finanziamenti da tutte le fonti al fine di sostenere l'azione per il clima e a integrare il clima in tutti i flussi finanziari.
Richiama con approvazione l'impegno dei leader del G7 ad adoperarsi a favore di un Global Shield against Climate Risks (scudo mondiale contro i rischi climatici) per le persone e i paesi poveri e vulnerabili e si impegna a sostenere tali sforzi, anche attraverso il finanziamento e l'assicurazione nei settori del clima e del rischio di catastrofi.
Supporta l'iniziativa "Allarme rapido per tutti", lanciata dal Segretario generale delle Nazioni Unite con l'obiettivo di garantire che tutti gli abitanti della Terra possano beneficiare di sistemi di allerta rapida entro cinque anni.
La posizione del Consiglio integra la risoluzione sulla Cop27 appena adottata dal Parlamento europeo (e riportata in sintesi nella nostra ultima rubrica del 25 ottobre 2022).
Sempre in vista della Cop27, in data 26 ottobre, la Commissione europea ha approvato la relazione 2021 sull'azione dell'Ue per il clima: accelerare la transizione verso la neutralità climatica per la sicurezza e la prosperità dell'Europa, in cui riassume le iniziative recenti intraprese dall’Ue per le azioni per il clima. Riflettendo sull’attualità sottolinea che la situazione geopolitica e l'andamento dei prezzi dell'energia evidenziano la necessità di accelerare la transizione, costruendo al contempo la resilienza sociale ed economica.
In merito alla Cop15 sulla biodiversità di Montreal, che dovrà definire il quadro degli impegni internazionali del decennio con visione a lungo termine al 2050, il Consiglio indica la necessità di includere tra gli obiettivi e i traguardi al 2030, i seguenti punti fondamentali:
- conservare efficacemente almeno il 30% della terra globale e almeno il 30% degli oceani;
- ripristinare 3 miliardi di ettari di ecosistemi terrestri e d'acqua dolce degradati e 3 miliardi di ettari di ecosistemi oceanici;
- eliminare tutti i prelievi, il commercio e l'uso illegali, non sostenibili o non sicuri delle specie selvatiche;
- arrestare le estinzioni indotte dall'uomo delle specie minacciate conosciute;
- sfruttare il pieno potenziale delle soluzioni basate sulla natura;
- ridurre i livelli e i rischi di inquinamento da tutte le fonti;
- prevenire l'introduzione e l'insediamento di tutte le specie esotiche invasive prioritarie, ed eradicare o controllare le specie esotiche invasive già insediate per ridurne l'impatto sulla biodiversità;
- attuare pratiche per l'uso sostenibile della biodiversità su scala significativa con obiettivi quantitativi prefissati;
- affrontare il cambio di destinazione d'uso del suolo e del mare che influisce negativamente sulla biodiversità in tutti gli ecosistemi.
di Luigi Di Marco