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Oltre tre miliardi di persone nel mondo dipendono dalla biodiversità marina e costiera per il loro sostentamento. Secondo gli ultimi dati 2021, risulta che di questo passo entro il 2050 avremo più plastica che pesci nei nostri mari. A fronte di una media europea del 77,8%, in Italia gli stock ittici sono sovrastruttati al 91,4%. 

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Raddoppiare fondi all'ambiente, dimezzare deforestazione: la linea Wwf in Ue

Votata dal Parlamento europeo la nuova dotazione del Fondo per la tutela dell'ambiente e la lotta al cambiamento climatico (Life) con programmi di cinque e sette anni a partire dal 2020. La parola ora spetta alla Commissione.

La buona notizia è che il Parlamento Ue ha votato per raddoppiare il finanziamento del programma Life, Financial instrument for the environment. Quella meno positiva è che anche così il Fondo europeo dedicato alla tutela dell'ambiente e alla lotta al cambiamento climatico, attualmente lo 0,3% del bilancio Ue, sarebbe ancora lontano dall'1%, quota necessaria secondo il Wwf per affrontare le nuove emergenze. La nuova dotazione del Fondo riguarderebbe programmi con scadenze a cinque e a sette anni a partire dal 2020, ma la decisione finale, dopo la votazione del 14 marzo da parte dei deputati europei, deve ora giungere sul tavolo della Commissione, cui spetterà “seguire questi inviti e presentare una proposta legislativa che offra l'urgente necessità di riequilibrare gli aspetti ambientali, sociali ed economici, con la sostenibilità integrata in tutti i programmi e gli strumenti pertinenti", come ha spiegato Anke Schulmeister, responsabile delle politiche forestali e coordinatore del bilancio Ue, all'Ufficio politica europea del Wwf.

La svolta prende le mosse dagli Accordi di Parigi e menziona esplicitamente gli impegni internazionali assunti con la firma dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, riferendosi al degrado ambientale e alla perdita di biodiversità come temi urgenti e tentando di allineare il futurobilancio Ue, (Multiannual financial framework, Mff), mille miliardi di euro in sei anni, circa l'1% all’anno del Pil Ue, a questi ambiti. 

Significativa la posizione degli eurodeputati sulla ripartizione delle risorse del programma Life: almeno il 30% di queste dovrà essere esclusivamente riservato ad azioni per il clima e l'ambiente. Non ancora il 50% come richiesto dal Wwf, che già in più occasioni ha sottolineato l'importanza di implementare le Direttive su uccelli e habitat e il programma Natura 2000.

Occhi puntati anche sulle politiche agricole dell'Unione, che assorbono il 35% del Mff, coinvolgendo agricoltori spesso carenti su conoscenze e pratiche rispettose dell'ambiente e dei principi della sostenibilità, tutela dell'ambiente e della biodiversità. Ecco perché è sempre il Wwf a richiedere una radicale riforma della Pac, la politica agricola comune, che deve coadiuvare le azioni per l'ambiente, non ostacolarle, come oggi invece a volte avviene. Inoltre è necessario ribadire e rafforzare il principio per cui "chi inquina deve pagare".

Dati alla mano, la Commissione ha anche mostrato come l'Ue abbia fatalmente contribuito alla deforestazione in altri regioni dei mondo, come l'Amazzonia e il Cerrado in Brasile, o le foreste tropicali in Malesia, tra il 1990 e il 2008. La ricerca “Feasibility study on options to step up EU action against deforestation”, Studio di fattibilità sulle opzioni per intensificare l'azione dell'UE per combattere la deforestazione e il degrado forestale, pubblicata a gennaio, spiega perché l'Unione sia parte integrante del problema, importando prodotti quali olio di palma, manzo, cuoio, soia e cacao, ma anche legname di aree deforestate e poi riconvertite. Se l'Europa è responsabile di questo grave danno al patrimonio naturale globale, è anche però in grado di progettare e mettere in atto soluzioni.

"Il fallimento della Commissione europea nel proporre misure concrete per ridurre l'impronta distruttiva dell'Ue è davvero allarmante”, commenta ancora Schulmeister, “La scoperta di questo studio deve essere un campanello d'allarme e fornisce anche una solida base per una mobilitazione urgente per fermare lo scempio sulle foreste entro il 2020 e per combattere i cambiamenti climatici”.

La principale causa della deforestazione rimane l'espansione agricola: tra il 2010 e il 2015, secondo la Fao, 7,6 milioni di ettari di foreste sono stati persi ogni anno e anche se il tasso di deforestazione sembra aver frenato in confronto ai decenni precedenti, rimane comunque eccessivo. Tra le azioni individuate dal Wwf per invertire questa la tendenza c'è il supporto ai Paesi produttori, sia con pratiche agricole sostenibili, sia con una gestione condivisa dei territori, con una speciale attenzione ai diritti umani. Infine, l'introduzione di misure al fine di garantire che i prodotti in commercio sul mercato europeo siano sostenibili e non contribuiscano alla deforestazione.

di Elis Viettone

martedì 3 aprile 2018

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