per dare un futuro alla vita   
e valore al futuro

VITA SOTT'ACQUA

Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile

Oltre tre miliardi di persone nel mondo dipendono dalla biodiversità marina e costiera per il loro sostentamento. Secondo gli ultimi dati 2021, risulta che di questo passo entro il 2050 avremo più plastica che pesci nei nostri mari. A fronte di una media europea del 77,8%, in Italia gli stock ittici sono sovrastruttati al 91,4%. 

Notizie

Il mare di plastica: nylon e microfibre i rifiuti più presenti

Un nuovo rapporto pubblicato da Nature dipinge un quadro fosco: tutti i mammiferi marini spiaggiati sulle coste della Gran Bretagna ed esaminati nello studio presentano particelle di microplastiche nell'apparato digerente. 11/2/2019

Un nuovo rapporto sugli oceani consegna alla comunità scientifica un risultato grave e incontrovertibile: su 50 mammiferi marini spiaggiati sulle coste intorno alla Gran Bretagna, tutti avevano nell'apparato digerente microplastiche, il nuovo nemico dei mari. 

Pubblicato sulla rivista scientifica Nature il 31 gennaio scorso e portato a termine dalla University of Exeter e dal Plymouth marine laboratory, dal documento “Microplastics in marine mammals stranded around the British coast: ubiquitous but transitory?” emerge che tutti gli animali presi in esame avevano una media di 5,5 particelle di plastica tra lo stomaco e l'intestino. Il rifiuto più presente è il nylon, di cui spesso sono fatte le reti da pesca, seguito dalle microfibre di cui sono fatti molti vestiti e dalle setole degli spazzolini da denti, oltre che dal polietilene tereftalato e dal poliestere, che sono ampiamente presenti. 

Un dato “scioccante, ma non sorprendente”  ha sottolineato Sarah Nelms, la prima autrice del lavoro pubblicato sulla rivista. I dati raccolti probabilmente sottostimano la gravità del problema: infatti, diverse specie di cetacei analizzati filtrano con i denti l'acqua, eliminando così gran parte delle particelle di plastica. Però, la natura predatoria delle specie esaminate porta questi animali a entrare in contatto con agenti tossici mangiando pesci già avvelenati dall'inquinamento. Anche se molti cetacei espellono rapidamente i residui alimentari e quindi anche le plastiche, rendendo difficile l'analisi, gli scienziati stimano che approssimativamente tra l'11 e il 30% della popolazione ittica inglese abbia ingerito plastica.

“È sconcertante che la plastica sia ovunque” denuncia la dottoressa Penelope Lindeque, che guida il gruppo di lavoro sulle plastiche in mare del Plymouth marine laboratory “tutti gli animali sono esposti all'inquinamento che stanno ingerendo nel loro ambiente naturale. L'oceano è una zuppa di microplastiche e sta peggiorando, quindi dobbiamo ridurre la quantità di rifiuti di plastica rilasciati nei nostri mari ora".

Leggi lo studio

di William Valentini

     
   
lunedì 11 febbraio 2019

Aderenti

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile - ASviS
Via Farini 17, 00185 Roma C.F. 97893090585 P.IVA 14610671001

Licenza Creative Commons
This work is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale