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Mercato delle armi, nel 2012-2016 record del volume di affari dal 1990
La relazione del Sipri, Stockholm International Peace Research Institute, fotografa e compara dati e analisi in materia di conflitti, armamenti, controllo delle armi e disarmo: gli Usa i maggiori esportatori, balzo in avanti della Cina.
La quantità di armi comprate e vendute nel mondo a partire dalla fine della Guerra Fredda non è mai stata così consistente come nel quinquennio appena trascorso.
Un volume di scambi mondiale che tra il 2012 e il 2016 è aumentato del 8,4% rispetto al 2007-2011, vedendo in testa alla classifica degli esportatori Stati Uniti, Russia, Cina, Francia e Germania.
Sull'altro versante invece i maggiori Paesi acquirenti sono stati India, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti (Uae), Cina e Algeria, che insieme hanno costituto il 34% delle importazioni mondiali di armi.
E' quanto reso noto dal Sipri, Stocholm International Peace Reserach Institute, che dal 1966 si dedica alla ricerca in materia di conflitti, armamenti, controllo delle armi e disarmo, offrendo dati, analisi e raccomandazioni destinati a politici, ricercatori, media, cittadini e portatori di interesse.
Così dalla relazione Trends in International Arms Trasfers, 2016 emerge come il flusso di armi diretto ad Asia, Oceania e Medio Oriente sia cresciuto nel quinquennio 2012–2016 su quello precedente (le prime due +7,7%, il terzo +86%), mentre la tendenza che riguarda Europa, continente americano e Africa va nella direzione opposta, registrando un calo delle importazioni, rispettivamente del 36% e del 18%.
I cinque maggiori Paesi esportatori di armi sopra citati - Stati Uniti, Russia, Cina, Francia e Germania - su 57 Paesi attivi in questo settore di mercato individuati dalla ricerca dell'Istituto svedese, costituiscono insieme il 74% delle esportazioni: solo il flusso di Stati Uniti e Russia ne rappresenta il 56%.
Il maggior balzo in ogni caso è stato compiuto dalla Cina che rispetto al quinquennio precedente ha aumentato le esportazioni del 74%, seguita da Stati Uniti, 21,4% e Russia, 4,7%.
La flessione negativa a livello europeo è ben evidenziata nei casi di Germania e Francia, in cui la prima ha visto diminuire le proprie esportazioni del 36%, la seconda del 5%, sempre in confronto al periodo 2007-2011.
di Elis Viettone