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e valore al futuro

PARITÀ DI GENERE

Raggiungere l'uguaglianza di genere e l'empowerment (maggiore forza, autostima e consapevolezza) di tutte le donne e le ragazze

In Italia, solo il 16,2% delle laureate ha una laurea Stem (discipline scientifiche), contro il 37,3% degli uomini, nonostante un +5% delle iscrizioni femminili. Rimane al di sotto della media europea la padronanza di competenze digitali e finanziarie. Nell’Ue il 17% circa degli specialisti Ict (Information and communications technology) e un laureato Stem su tre è donna.

Approfondimenti

Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile: il Goal 5 e l’analisi di ASviS

coordinato da Rosanna Oliva de Conciliis, a cura di Daniela Colombo, Patrizia De Michelis, Guglielmina La Volpe e Giuliana Coccia - Segretariato ASviS

Il “genere” come strumento di analisi e intervento con cui esaminare la realtà ed evidenziare esperienze di ingiustizia, esclusione e privazione delle donne e delle ragazze, all’interno degli Stati e tra gli Stati. Con l'Agenda 2030 per la prima volta i temi uguaglianza di genere ed empowerment femminili sono tra le priorità dell'Onu.
Aprile 2017

Premessa

Per la prima volta nella storia delle Nazioni Unite l’Uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne sono state incluse a pieno titolo in un programma di sviluppo sostenibile, non solo come Obiettivo specifico (Obiettivo 5) ma anche tramite target specifici negli Obiettivi 1 – 2 – 3 – 4 - 6 – 8 – 11, e con la richiesta che, comunque, tutti i dati raccolti per il monitoraggio e la valutazione di tutti gli obiettivi siano disaggregrati per sesso.

In un mondo globalizzato, nel quale le disuguaglianze tra stati e all’interno di ogni stato aumentano sempre di più, lo scarto maggiore continua comunque ad essere quello tra donne e uomini, indipendentemente dalla nazionalità, etnia, casta, religione, classe sociale, condizione economica, abilità fisica. Le opportunità e le occasioni per le donne e le ragazze di migliorare la propria condizione rimangono ovunque inferiori a quelle degli uomini. Il posizionamento delle donne tra produzione e riproduzione, tra lavoro per procurarsi un reddito e cura della famiglia, rende le relazioni di genere centrali rispetto al nesso tra crescita economica e sviluppo umano e quindi fondamentali per il successo della Agenda 2030.

Il “genere” non è un nuovo settore dello sviluppo, ma piuttosto uno strumento di analisi e intervento, una lente attraverso la quale esaminare e interpretare la realtà ed evidenziare le specifiche esperienze di ingiustizia, esclusione e privazione delle donne e delle ragazze, che richiedono un’attenzione particolare da parte dei decisori politici e dei tecnici, nel momento in cui si cerca di eliminare le disuguaglianze all’interno degli Stati e tra gli Stati.

Si ricorda che l’Obiettivo 5 pone subito dopo l’eliminazione di ogni discriminazione contro le donne (5.1) i seguenti punti: 5.2 - l’eliminazione della violenza di genere nella sfera pubblica e privata (inclusa la tratta e altri tipi di sfruttamento), 5.3- l’eliminazione di pratiche dannose (matrimoni precoci/forzati e mutilazioni dei genitali femminili), 5.4 - il riconoscimento del lavoro di cura attraverso l’offerta di servizi pubblici e la promozione della condivisione del lavoro domestico e di cura in famiglia, 5.5 - la partecipazione delle donne a tutti i livelli di decisione politica ed economica, 5.6 - l’accesso universale alla salute e ai diritti riproduttivi e alla salute sessuale, 5.a - varare riforme per dare alle donne l’accesso alle risorse economiche quali la proprietà della terra e altre forme di proprietà, 5.b - l’accesso alla tecnologia in particolare nel settore informatico e della comunicazione, e infine 5.c che sottolinea la necessità di promuovere l’uguaglianza di genere e l’empowerment di donne e ragazze a tutti i livelli.

Per quanto riguarda la trasversalità delle relazioni di genere a tutti gli altri obiettivi si ricorda che la partecipazione delle donne è indispensabile per porre fine alla povertà (O.1), raggiungere la sicurezza alimentare e promuovere un’agricoltura sostenibile (O.2), assicurare salute e benessere per tutti/e (O.3). Le donne devono avere le stesse opportunità nell’istruzione (O.4), nella gestione dell’acqua (O.6) e nell’accesso e gestione dell’energia (O.7). Le donne hanno il diritto a un’occupazione piena e produttiva (O.8) e devono poter partecipare all’industrializzazione sostenibile (O.9). Sono indispensabili per ridurre le inuguaglianze all’interno di uno Stato (O.10), per rendere le città inclusive, sicure, resilienti e sostenibili (O.11), contribuendo a garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo (O.12), adottando misure per combattere i cambiamenti climatici e le loro conseguenze (O.13), facendo un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre (O.15), e promuovendo società amanti della giustizia e della pace anche attraverso la cooperazione allo sviluppo (O.16). Infine, senza la partecipazione delle donne, non si riuscirà a rafforzare il partenariato globale per lo sviluppo sostenibile (O.17).

Osservazioni generali relative alla Strategia nazionale per lo Sviluppo

Sostenibile

L’esame della bozza di strategia predisposta dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare ha evidenziato diversi punti di debolezza e criticità importanti. Nel testo che segue sono segnati in giallo i cambiamenti richiesti.

1) Anzitutto si rileva l’uso del linguaggio esclusivamente al maschile, mentre anche l’Accademia della Crusca ormai fa riferimento chiaramente al linguaggio di genere. Anche se ci rendiamo conto della difficoltà di apportare modifiche a tutto il testo, tuttavia ci sono alcuni casi particolari nei quali bisogna evidenziare anche il femminile, dato che nella lingua italiana, diversamente da quella inglese, non esiste il neutro.

2) Inoltre si consiglia di rivedere la traduzione dall’inglese dei diversi Target, molto spesso imprecisa. Solo per dare un esempio nel testo si parla di “malattie sessuali”, mentre il termine esatto è “malattie trasmesse sessualmente, incluse l’Hiv e l’Aids”

3) Con riferimento in particolare all’Obiettivo 5 e in generale all’Uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne, si osserva che nella redazione del documento non si è tenuto conto che il genere, come sopra precisato, è una categoria di interpretazione trasversale della realtà e le sue problematiche investono tutte le articolazioni settoriali dello sviluppo. Si consiglia pertanto di aggiungere l’Obiettivo 5.1, con relativo logo, negli obiettivi e target correlati all’interno delle varie aree tematiche, come meglio esplicitato più sotto.

4) Nella Premessa (pp.3-4) che elenca i principi guida dell’Agenda 2030 - integrazione, universalità, inclusione, trasformazione - manca il tema della non discriminazione. Si dovrebbe quindi aggiungere questa tematica nell’occhiello e inserire, all’interno del testo, un paragrafo sull’importanza di questa tematica per il nostro Paese, visto che la Costituzione italiana è una delle poche a livello internazionale che menziona tra i principi fondamentali la non discriminazione, anche sulla base del sesso. (Art. 3).

5) Per quanto concerne la collocazione degli obbiettivi nelle cinque aree tematiche nelle quali è articolata la Strategia, si chiede di spostare la scelta strategica II – Eliminare ogni forma di discriminazione - con gli obiettivi strategici II.1 (Eliminare ogni forma di sfruttamento del lavoro e garantire i diritti dei lavoratori e lavoratrici) e II.2 (Contrastare la discriminazione di genere e garantire la parità di diritti), dall’Area tematica PACE all’area tematica PERSONE, aggiungendo due nuovi obiettivi strategici con il logo dell’ Obiettivo 5 e relativi target e indicatori secondari.

6) Si nota infine che nella Strategia si indicano gli obiettivi strategici nazionali e pertanto, essendo l’Italia uno dei sette paesi più ricchi del mondo, si dovrebbero indicare obiettivi più avanzati di quelli stabiliti dalle Nazioni Unite.

Note sugli Obiettivi specifici della Strategia

Area PERSONE

Vedasi nota paragrafo precedente per spostare in questa area la scelta strategica II dall’area PACE

Obiettivi Strategici

I.1
Selezione preliminare di indicatori secondari: ISTAT, aggiungere per sesso

Target correlati: Aggiungere Logo Obiettivo 5 e Target 5.4

1.2
Target correlati: Aggiungere Logo Obiettivo 5 e Target 1

1.3
Target correlati: Aggiungere Logo Obiettivo 5 e Target 5a


II. Garantire le condizioni per lo sviluppo del potenziale umano

Introduzione, Terzo paragrafo. Dopo le diseguaglianze sociali aggiungere e di genere

Trasferire in questa sezione il testo che si trova nell’area PACE: Eliminare ogni forma di discriminazione, con gli obiettivi strategici II.1 (Eliminare ogni forma di sfruttamento del lavoro e garantire i diritti dei lavoratori e lavoratrici) e II.2 (Contrastare la discriminazione di genere e garantire la parità di diritti),

II.1
Target correlati: Aggiungere Logo Obiettivo 5 e Target 5.5, 5a, 5b, 5c
II.2
Target correlati: Aggiungere Logo obiettivo 5 e Target 5.1 e 5.4
II.3
Target correlati: Aggiungere al Logo Obiettivo 5 e Target 5.1
III. Promuovere la salute e il benessere di tutta la popolazione, incluse le donne e le ragazze.
III.1 Aggiungere Logo Obiettivo 5 e Target 5.3 e 5.6
III.3 Aggiungere Logo Obiettivo 5 e Target 5.3
Nella selezione preliminare di indicatori secondari aggiungere dati sulla salute di genere

Area PROSPERITA’

Obiettivi Strategici

I Finanziare e promuovere ricerca e innovazione
I.1 Target correlati: Aggiungere Logo obiettivo 5 e Target 5.1
I.2 Target correlati: Aggiungere Logo obiettivo 5 e Target 5.1
1.3 Target correlati: Aggiungere Logo obiettivo 5 e Target 5.1
II. Garantire piena occupazione e formazione di qualità
II.1 Target correlati: Aggiungere Logo obiettivo 5 e Target 5.1
II.2 Target correlati: Aggiungere per l’ obiettivo 5 il Target 5.1 oltre al target 5.5
III. Affermare modelli sostenibili di produzione e di consumo
Indicatori secondari: Istat: dati disaggregati per sesso.
III.3 Target correlati: Aggiungere Logo obiettivo 5 e Target 5a e 5.c
Indicatore secondario: utilizzo fondo di garanzia investimenti

Area PACE

I. Promuovere una società non violenta e inclusiva
I.2 Target correlati: Aggiungere Logo obiettivo 5 e Target 5.1, 5.2, 5c
III.1 Target correlati: Aggiungere Logo obiettivo 5 e Target 5.1, 5.2
Si rileva che manca ogni riferimento al ruolo delle donne per la prevenzione e la risoluzione dei conflitti e al 3° Piano Nazionale Donne, Pace e Sicurezza 2016-2018, presentato dal CIDU al MAECI il 15 dicembre 2016.

Area PARTNERSHIP
Si rileva che L’area della Partnership è poco chiara, in quanto non è possibile distinguere la situazione italiana collegata ad azioni di partenariato europee dalle azioni di cooperazione con i Paesi in via di sviluppo. Nell’introduzione si parla ancora di raggiungere gli 8 Obiettivi di sviluppo del Millennio che dal 1° gennaio 2016 sono stati sostituiti dagli SDGs.
L’obiettivo 5 appare unicamente nell’area di intervento “Governance, diritti e lotta alle disuguaglianze “ (pag.95).

VETTORI DI SOSTENIBILITA’

I. Conoscenza comune. p. 102

Come rilevato nella premessa, la Disuguaglianza di genere e l’empowerment delle donne sono per definizione, sia nella teoria che nella pratica dello sviluppo socio-economico, una tematica trasversale degli SDGs.

Come tale l’Obiettivo 5 deve essere aggiunto agli obiettivi trasversali a p. 102 e vanno indicati gli ambiti di approfondimento

IV. Comunicazione, sensibilizzazione, educazione

Nella premessa e negli ambiti di approfondimento deve essere indicata chiaramente la necessità di trattare e approfondire le tematiche di genere nelle tre dimensioni chiave per l’effettivo raggiungimento degli Obiettivi della Strategia Nazionale per lo Sviluppo sostenibile.

V. Efficienza della pubblica amministrazione e gestione delle risorse finanziarie pubbliche.

In questo vettore va inserito un obiettivo trasversale relativo al Gender Budgeting di competenza del Ministero dell’Economia e Finanze.

 

Aderenti

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile - ASviS
Via Farini 17, 00185 Roma C.F. 97893090585 P.IVA 14610671001

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