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PARITÀ DI GENERE

Raggiungere l'uguaglianza di genere e l'empowerment (maggiore forza, autostima e consapevolezza) di tutte le donne e le ragazze

In Italia, solo il 16,2% delle laureate ha una laurea Stem (discipline scientifiche), contro il 37,3% degli uomini, nonostante un +5% delle iscrizioni femminili. Rimane al di sotto della media europea la padronanza di competenze digitali e finanziarie. Nell’Ue il 17% circa degli specialisti Ict (Information and communications technology) e un laureato Stem su tre è donna.

Approfondimenti

Dall’analisi alle proposte, i risultati del Festival su povertà e disuguaglianze

a cura di Lucilla Persichetti, Segretariato ASviS

Inclusione sociale, diritti delle donne, migrazioni, disuguaglianze di reddito e di accesso ai servizi: grande la mobilitazione nell’ambito del Festival per combattere la povertà e le disuguaglianze di opportunità e risultato nello spirito del “no one left behind” dell’Agenda 2030.
Maggio - Giugno 2018

Degli oltre 700 eventi che hanno animato la seconda edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile, centinaia hanno riguardato gli Obiettivi di sviluppo sostenibile 1, 5 e 10, con ben 75 iniziative sulla povertà (Goal 1), 72 sulla parità di genere (Goal 5) e 117 sulle disuguaglianze in senso lato (Goal 10).

A livello nazionale, il focus sulle disuguaglianze è iniziato il 22 maggio, con l’evento organizzato dal Forum Disuguaglianze Diversità dal titolo “I numeri e i luoghi delle disuguaglianze”, che si è svolto presso la Sala Perin del Vaga dell’Istituto Sturzo di Roma. Il seminario ha evidenziato come l’Italia disponga già di informazioni e numeri sufficienti per attuare e valutare politiche di contrasto alle disuguaglianze, e come non ci siano dunque alibi per restare fermi.

L’attenzione è stata posta in primo luogo sulla disuguaglianza di ricchezza privata, che ha visto una grande crescita negli ultimi anni e che, insieme a quella relativa alla ricchezza comune, grava su tutte le altre forme di disuguaglianza. Come evidenziato nel corso dell’evento, la quota di ricchezza netta personale detenuta dal percentile più ricco (top 1%) della popolazione adulta in Italia è passata dal 16% del 1995 al 25% del 2014 e i 5000 individui più ricchi detengono circa il 10% della ricchezza privata del Paese. In questo ambito risalta lo svantaggio delle donne, la cui ricchezza è in media inferiore del 25% a quella degli uomini. Le successive sessioni hanno riguardato la dimensione territoriale delle disuguaglianze, approfondendo il tema delle disuguaglianze tra le aree interne e il resto del Paese e delle disuguaglianze infra-urbane, ed evidenziando come una strategia urbana per lo sviluppo possa dare sistematicità alla misurazione di questi fenomeni e impiegare gli indicatori disponibili per costruire politiche integrate.

Le disuguaglianze sono state anche al centro dell’evento nazionale che si è svolto alla Camera di Commercio di Roma il 4 giugno, dal titolo “Le disuguaglianze tra i mondi e nei mondi”. Organizzato dal Forum Disuguaglianze Diversità con Acli (Associazioni cristiane dei lavoratori italiani) e Oxfam, il seminario ha approfondito anche il tema della povertà, riguardando quindi i Goal 1 e 10. Rispetto a questi argomenti l’evento ha proposto un’analisi di possibili soluzioni sulla base delle quali rafforzare le alleanze esistenti e incalzare chi ha responsabilità di governo.

Reddito, condizioni di lavoro, accesso a servizi di qualità e al patrimonio comune, ambientale e urbano, partecipazione democratica e riconoscimento dei propri valori e aspirazioni: queste le disuguaglianze di cui si è trattato nel corso della giornata. Le discussioni dei relatori sono partite però da un terreno comune, riassumibile in quattro principi generali:

  • la volontà di contrastare le disuguaglianze di opportunità e ridurre quelle di risultato (come enunciato dal target 10.3 dell’Agenda 2030);
  • il riconoscimento che tale principio deve essere valido tanto per il mondo occidentale, europeo, italiano o di comunità quanto per ogni altro;
  • la constatazione che redistribuire è necessario e che lo Stato deve redistribuire di più e meglio;
  • la convinzione che l’azione collettiva dei cittadini e dei lavoratori organizzati è necessaria e possibile, a livello locale ma anche nazionale, europeo e globale.

Da tali principi sono emerse analisi e ipotesi concrete di intervento che rappresenteranno l’oggetto dei futuri lavori delle organizzazioni promotrici dell’incontro.

Ma se è vero che le disuguaglianze interessano il reddito e lavoro, è altrettanto vero che riguardano l’inclusione sociale, politica ed economica di tutti, a prescindere dall’etnia o la religione (target 10.2 dell’Agenda 2030) e la facilitazione di una “migrazione ordinata, sicura, regolare e responsabile e la mobilità delle persone, anche attraverso l'attuazione di politiche migratorie programmate e ben gestite” (target 10.7). Su questa declinazione del tema si sono espressi, il 24 maggio, il Forum Disuguaglianze Diversità e la Strategia Nazionale Aree Interne, con un workshop dal titolo “Migrazioni e accoglienza generativa nelle aree interne”. L’evento, che si è svolto presso la Sala Consiliare del Comune di Chiusano D’Asti, ha esplorato alcune esperienze di accoglienza nelle comunità locali, analizzandone gli elementi di successo e traendone delle indicazioni di policy.

Dall’accoglienza all’integrazione, la Luiss Guido Carli e la Comunità di Sant’Egidio hanno organizzato l’evento “Game for Peace - sport e integrazione”, che ha coinvolto i profughi accolti dalla Comunità di sant'Egidio e i volontari Luiss in un momento di festa, giochi di squadra e di condivisione per dare il segno di una reale integrazione e abbattimento di barriere. Il 24 maggio, presso il Circolo sportivo Sant'Agnese di Roma, universitari, liceali, nuovi europei e rifugiati si sono ritrovati insieme a comunicare il valore dell’integrazione e della solidarietà.

Con l’iniziativa “Ridaje”, svoltasi il 25 maggio a Roma, la Luiss ha inoltre affrontato il tema dell’inclusione sociale attraverso l’analisi e la condivisione del pilot del progetto della start up Ridaje di trasformare i senzatetto di Roma in giardinieri che si prendano cura delle aree verdi abbandonate di Roma.

Il 1° giugno Cps - Comunità Promozione e Sviluppo, ha posto l’enfasi su disuguaglianze e parità di genere insieme a istruzione, sviluppo e lavoro. Con l’iniziativa “Sfilata di Abiti Senegalesi – Festa del riso”, la Cps ha lanciato una raccolta fondi per la Scuola di cucito e ricamo “Père Janvier di Mbour”, in Senegal, frequentata da ragazze con scarsa scolarizzazione che ricevono istruzione per sfuggire a matrimoni precoci o alla prostituzione attraverso l’accesso al lavoro. L’evento, che si è svolto a Castellammare di stabia, ha proposto una sfilata non soltanto delle creazioni delle ragazze senegalesi, ma anche di abiti cuciti dalle alunne dell’Istituto Ferrari di Castellammare e di Gragnano, che hanno interpretato le stoffe senegalesi sulla base delle mode europee. E ancora: body painting, musica dal vivo e buffet etnico per una giornata all’insegna dell’inclusione e dell’integrazione.

Ha approfondito il tema dei diritti delle donne l’evento nazionale del Festival sul Goal 5, parità di genere, svoltosi il 25 maggio presso la Sala Affreschi del Palazzo Isimbardi di Milano. L’evento, dal titolo “Diritti delle donne – diritti umani. Come l’Italia adempie agli obblighi internazionali. Dalla Dichiarazione dei diritti umani all’Agenda Onu 2030”, ha messo in luce come la lesione dei diritti delle donne in quanto esseri umani, lavoratrici e madri, influisca negativamente non soltanto sulle loro vite, ma anche sull’equilibrio economico, sociale e politico del Paese. Organizzata da DonneInQuota con Città Metropolitana di Milano, Rete per la Parità, Giuristi Democratici, Coordinamento italiano della Lobby europea delle donne, Inwr e Cricg, l’iniziativa ha riaffermato che dove non ci sono i pari diritti delle donne non può esservi benessere e democrazia.

L’evento si è mosso dal dato del Global Gender Gap Report 2017, che evidenzia il trend negativo dell’Italia in termini di pari opportunità, status e attitudini tra i due sessi. Il trend è legato alla scarsa partecipazione politica femminile, alle disuguaglianze di salario percepito e accesso all’istruzione e al persistere della violenza contro le donne, con punte massime nei femminicidi. A partire da un’esame delle cause di questi fenomeni, le discussioni hanno portato a una serie di proposte concrete per raggiungere la parità di genere, tra cui: il recepimento completo della Direttiva 2006/54/Ce riguardante l'attuazione del principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego, il potenziamento dei Servizi di cura in tutto il territorio nazionale, la costituzione di un Organismo indipendente per il rispetto dei diritti umani, e l’attivazione di ulteriori strumenti per conciliare i compiti familiari con quelli lavorativi.

Sempre in tema di parità di genere, e in particolare sulla conciliazione vita-lavoro come strumento per promuovere l’occupazione femminile e favorire le relazioni famigliari, l’iniziativa “Life in balance, tra lavoro e famiglia. Nuovo paradigma per le politiche di conciliazione”, svoltasi il 7 giugno e organizzata da Cisl Lombardia, ha stimolato il confronto tra organizzazioni sindacali, imprese, istituzioni e rappresentanze del terzo settore sulle misure per favorire innovativi modelli organizzativi e di gestione dei servizi di cura per la famiglia sul territorio lombardo. A partire dai dati Eupolis secondo i quali in Lombardia il rapporto tra la percentuale di popolazione attiva femminile e maschile è ben al di sotto della media europea e davanti solo alla Grecia, attestandosi allo 0,8%, l’evento ha evidenziato la necessità di sostenere la contrattazione aziendale in tema di work-life balance, anche attraverso la creazione di partnership e reti.

Emancipazione femminile e pari opportunità di leadership sono stati i temi al centro dell’evento “Io donna, io posso”, organizzato dall’Istituto HeskaiHer il 3 giugno a Roma. Acquisire la consapevolezza delle proprie radici e di ciò che impedisce alle donne di esprimersi liberamente nella società per sviluppare autostima, forza e potere per attivare pari opportunità di leadership a tutti i livelli del processo decisionale nella vita politica, economica e pubblica: questi alcuni degli spunti emersi nel corso dell’evento, dove musica, immagini e letture hanno accompagnato una conferenza aperta a tutti la mattina e un workshop rivolto esclusivamente alle donne nel pomeriggio.

Il nesso tra diritti dei bambini, delle bambine e parità di genere in relazione a un’educazione inclusiva e di qualità è stato al centro del seminario “WeWorld Index 2018. Bambini/e adolescenti e donne: 5 barriere all'educazione inclusiva e di qualità”, organizzato da WeWorld Onlus con l’Università della Calabria il 28 maggio ad Arcavacata di Rende (Cs). Nel corso dell’evento è stata presentata l’edizione 2018 del rapporto “WeWorld Index”, che pone attenzione sulle cinque barriere che ostacolano un’educazione inclusiva attraverso l’analisi di 171 Paesi tra cui l’Italia.

E ancora: approfondimenti sul ruolo del terzo settore nella lotta alla disparità di genere, sull’immigrazione sostenibile e le questioni di genere, sullo sport e la cultura come strumenti di integrazione e sul contrasto alla povertà sui territori. Grande la mobilitazione di università, associazioni e istituzioni su questi temi, a testimonianza del crescente interesse della società civile verso la povertà e le disuguaglianze.

Aderenti

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