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PARITÀ DI GENERE

Raggiungere l'uguaglianza di genere e l'empowerment (maggiore forza, autostima e consapevolezza) di tutte le donne e le ragazze

In Italia, solo il 16,2% delle laureate ha una laurea Stem (discipline scientifiche), contro il 37,3% degli uomini, nonostante un +5% delle iscrizioni femminili. Rimane al di sotto della media europea la padronanza di competenze digitali e finanziarie. Nell’Ue il 17% circa degli specialisti Ict (Information and communications technology) e un laureato Stem su tre è donna.

Approfondimenti

Genere, generazioni e sostenibilità, chiavi di lettura e indicazioni operative

di Maria Caterina De Blasis, dottoranda presso il Dipartimento di scienze della formazione dell’Università degli studi di Roma tre

La recensione del libro “Diversity management, genere e generazioni per una sostenibilità resiliente”, curato da Giuditta Alessandrini e Marcella Mallen, in uscita per la casa editrice Armando.
23 luglio 2020

Gli obiettivi delineati dall’Onu nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile hanno subito (e continueranno a subire), a fronte della crisi pandemica, un sostanziale impatto già ampiamente studiato dall’ASviS.

In un recente documento, infatti, l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile evidenzia che se per alcuni goal ci si può aspettare un impatto moderatamente positivo o sostanzialmente nullo (almeno in “prima battuta”) per altri – in particolar modo per gli obiettivi relativi alla povertà, all’educazione, al lavoro, all’innovazione e al contrasto delle disuguaglianze – ci si troverà di fronte a ricadute largamente negative.

Accanto ai temi sanitari, è stato quindi subito evidente che, al centro del dibattito sul “post Covid”, non possono mancare riflessioni sulle trasformazioni del mercato del lavoro verso nuove fragilità, in particolare anche rispetto alle prospettive occupazionali. Tante le domande scaturite dal confronto in materia, come tante le problematiche sollevate, alcune delle quali non hanno fatto altro che (ri)portare l’attenzione su questioni aperte già da troppi anni sui tavoli di confronto a livello nazionale ed internazionale.

Due tra le più importanti di tali questioni sono trattate in un volume curato da Giuditta Alessandrini e Marcella Mallen dal titolo “Diversity management, genere e generazioni per una sostenibilità resiliente”. Un progetto che ha preso le mosse prima dell’emergenza da coronavirus, ma che, durante i mesi di lockdown, si è arricchito di nuove focalizzazioni.

È stato immediatamente chiaro, per esempio – per poi essere confermato anche da diverse ricerche – che il peso affrontato dalle lavoratrici durante la quarantena è stato maggiore rispetto a quello dei colleghi uomini. Le prime, infatti, hanno visto triplicato il loro “carico mentale” con l’acuirsi di un divario già fortemente presente nelle dinamiche lavorative “nostrane”. Non solo, oltre ai lavori domestici e di cura (da sempre appannaggio quasi esclusivamente femminile), che nei mesi di blocco sono divenuti concomitanti allo smart working e alla chiusura delle scuole, le soluzioni messe in campo per affrontare il rilancio post-pandemia hanno visto la formazione di gruppi e task force in cui il genere femminile era ampiamente sottorappresentato, salvo poi alcune azioni emendative. Il libro curato da Alessandrini e Mallen, nella prima parte dedicata proprio al gender gap, fotografa e descrive tali questioni, presentando dati e ricerche, ma anche best practice e casi aziendali (Avio Aero, Enel, Ernst & young, per citarne alcuni). Le curatrici partono dall’assunto della diversità di genere come “ricchezza”, diventato già dal 2008, a partire dalla campagna di sensibilizzazione dell’Unesco, una linea di policy per la leadership aziendale nelle grandi imprese multinazionali. Sottolineano quindi la necessità di impegni concreti che valorizzino l’esperienza, il talento e le competenze femminili non solo per le positive ricadute in termini economici e occupazionali, ma anche nell’ottica di principi fondamentali quali l’uguaglianza, la giustizia sociale, la promozione delle potenzialità di ogni individuo.

La seconda parte del libro è invece dedicata alle dinamiche intergenerazionali e all’age management, altro tema di grande attualità. Un aspetto che viene preso in considerazione non solo perché caratterizza la società lato sensu, ma anche perché fortemente presente in ogni processo organizzativo e aziendale in cui oggi sono coinvolte almeno cinque diverse coorti generazionali che, se “gestite” e coordinate in maniera attenta e consapevole, possono rappresentare fonti di valore e leve di sviluppo. Anche in questo caso si fa sempre più necessaria una riflessione attenta che aiuti ad abbandonare stereotipi e pregiudizi, a favore di un atteggiamento consapevole che produrrebbe evidenti benefici non solo di carattere economico. Le realtà aziendali descritte in quest’opera collettanea raccontano esperienze concrete che hanno utilizzato pratiche quali il reverse mentoring in un’ottica di rispetto e giustizia intergenerazionale. Un esempio è la Silverzone di Loccioni, una rete di oltre cento over 65 che mettono il loro bagaglio di conoscenze, competenze ed esperienze a servizio dei più giovani, aiutandoli a immaginare il proprio futuro per poi imparare da loro con rinnovato entusiasmo e passione.

Insieme al “genere” e alle “generazioni”, protagonista del libro è anche il tema della sostenibilità. Declinato in modi diversi dai vari autori, è il leitmotiv che accompagna tutti i contributi, a sottolineare la necessità di un agire orientato non solo al soddisfacimento dei bisogni del presente, ma attento anche a non compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri. È da qui, infatti, che passa la tenuta non solo del nostro Paese, ma anche dell’Europa. Basti pensare all’European green deal o al piano di rilancio Next generation Eu.

A fare da sfondo, infine, la resilienza e, in particolar modo, la resilienza trasformativa, quell’attitudine che, secondo Enrico Giovannini, “guiderà la società nel post Covid-19”. Permetterà, infatti, non solo di affrontare e gestire eventuali shock e rendere enti, organizzazioni e Paesi meno vulnerabili, ma consentirà anche di far fronte a percorsi non sempre semplici e lineari, puntando verso la rotta del cambiamento e dello sviluppo sostenibile.

Il volume contiene i contributi di 19 autori e si conclude con un “manifesto” articolato in dieci punti. Questi ultimi rappresentano «indicazioni-chiave di tipo prospettico e valoriale relative alle basilari aree di impegno per coloro (formatori, decisori politici, imprenditori, manager, testimoni privilegiati) che ritengano essenziale ai fini di uno sviluppo umano verso una società aperta e democratica, il contrasto agli stereotipi di genere e di età».

 

Le curatrici e autrici: Giuditta Alessandrini insegna Pedagogia Generale, Sociale e del Lavoro all’Università di Roma Tre e Marcella Mallen è presidente della Fondazione Prioritalia e docente di Diversity management e cambiamento organizzativo all’Università Lumsa di Roma.

 


Nella sezione “approfondimenti” offriamo ai lettori analisi di esperti su argomenti specifici, spunti di riflessione, testimonianze, racconti di nuove iniziative inerenti agli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Gli articoli riflettono le opinioni degli autori e non impegnano l’Alleanza. Per proporre articoli scrivere a redazioneweb@asvis.it. I testi, tra le 4mila e le 10mila battute circa più grafici e tabelle (salvo eccezioni concordate preventivamente), devono essere inediti. 

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