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PARITÀ DI GENERE

Raggiungere l'uguaglianza di genere e l'empowerment (maggiore forza, autostima e consapevolezza) di tutte le donne e le ragazze

In Italia, solo il 16,2% delle laureate ha una laurea Stem (discipline scientifiche), contro il 37,3% degli uomini, nonostante un +5% delle iscrizioni femminili. Rimane al di sotto della media europea la padronanza di competenze digitali e finanziarie. Nell’Ue il 17% circa degli specialisti Ict (Information and communications technology) e un laureato Stem su tre è donna.

Notizie

Nasce il primo Programma nazionale equità del ministero della Salute

Contrasto alla povertà sanitaria, cura della salute mentale, attenzione alla salute di genere, copertura degli screening oncologici: queste le priorità del Piano rivolto a sette regioni del Mezzogiorno. 2/03/22

Elaborato all’interno della proposta di Accordo di Partenariato per la Programmazione della politica di coesione 2021-2027 in negoziazione con i servizi della Commissione europea, in particolare nell’ambito dell’Obiettivo strategico di Policy 4 (Un’Europa più sociale e inclusiva), il primo Programma nazionale equità nella salute (PN) nasce con l’obiettivo di favorire l’accesso ai servizi sanitari e socio-sanitari delle fasce della popolazione in condizioni di vulnerabilità.

La presentazione del documento. “Puntiamo sul PN equità nella salute per contrastare la povertà sanitaria, nelle 7 Regioni del Sud che hanno maggiori difficoltà ad erogare le prestazioni di assistenza, soprattutto alle fasce più vulnerabili” ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza, illustrando il Piano nel corso dell’Audizione alla Camera del 15 febbraio, specificando che “È la prima volta che la Commissione Ue finanzia un Piano operativo nazionale sulla Salute, per il quale avremo 625 milioni dedicati al nostro Mezzogiorno che si vanno ad aggiungere ai fondi per la salute del Pnrr”.

Le priorità del Piano. Il programma, rivolto a Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, è articolato su quattro macro obiettivi:

  • contrastare la povertà sanitaria, attraverso, per esempio, il rafforzamento delle partnership istituzionali e con il terzo settore per l’identificazione e la localizzazione del target di popolazione, il potenziamento della capacità dei servizi socio‐sanitari di rispondere ai bisogni di salute attraverso l’attivazione di centri di prossimità contro la povertà sanitaria, e azioni di educazione sanitaria volte all’empowerment dei gruppi più vulnerabili.
  • prendersi cura della salute mentale, potenziando i Dipartimenti di salute mentale per garantire un supporto efficace ai pazienti con disagio psicologico o disturbo mentale, anche attraverso la collaborazione con i servizi sociali e con il terzo settore e il ricorso a interventi integrati finalizzati al recupero del benessere complessivo della persona e alla sua autonomia.
  • il genere al centro della cura, attraverso il rafforzamento della rete dei consultori familiari e il loro inserimento nella rete dei servizi socio-assistenziali del territorio, il potenziamento dei centri regionali dedicati ai percorsi di affermazione di genere e a quelli clinico-assistenziali rivolti alle persone transgender e di genere non conforme.
  • maggiore copertura degli screening oncologici, efficientando soprattutto il processo di individuazione e inclusione della popolazione target nei programmi di screening oncologico, con attenzione particolare ai gruppi vulnerabili dal punto di vista socio-economico.

La partecipazione dell’ASviS. Alle riunioni di partenariato di programma convocate dal Ministero al fine di discutere le azioni da intraprendere hanno partecipato istituzioni e organizzazioni del terzo settore, tra cui l’ASviS, da sempre particolarmente attenta al tema dell’equità nella salute: in occasione della Maratona di incontri organizzata nel luglio 2019 dall’allora ministra della Salute Giulia Grillo per la definizione del nuovo Patto per la salute, l’ASviS propose infatti l’istituzione di un audit di equità come strumento avanzato di monitoraggio dei gradi di equità nella salute e nella sanità ai diversi livelli territoriali e istituzionali, riprendendo e integrando i temi del Decalogo sulla Salute pubblicato nel 2018. Il ricorso a un audit di equità figurò altresì tra le proposte del Rapporto ASviS 2019 presentato pochi mesi dopo.

di Mariaflavia Cascelli

mercoledì 2 marzo 2022

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