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PARITÀ DI GENERE

Raggiungere l'uguaglianza di genere e l'empowerment (maggiore forza, autostima e consapevolezza) di tutte le donne e le ragazze

In Italia, solo il 16,2% delle laureate ha una laurea Stem (discipline scientifiche), contro il 37,3% degli uomini, nonostante un +5% delle iscrizioni femminili. Rimane al di sotto della media europea la padronanza di competenze digitali e finanziarie. Nell’Ue il 17% circa degli specialisti Ict (Information and communications technology) e un laureato Stem su tre è donna.

Notizie

Dall’Osservatorio Indifesa la voce dei giovani: “Gli adulti non ci ascoltano”

Fisica e psicologica, dentro e fuori dal web, tra compagni e in coppia. La Ong Terre des Hommes fotografa il fenomeno della violenza tra gli adolescenti. È urgente il lavoro di squadra per tutelare il loro futuro.  14/12/22

Adolescenti circondati dalla violenza, che dilaga in più forme e contesti, in una società che troppo spesso si dimentica di loro. È quanto rileva l’Osservatorio Indifesa, realizzato  dalla Ong Terre des Hommes in collaborazione con One Day Group, che ha diffuso nuovi dati il 21 novembre. L’Osservatorio nasce nel 2014 e da allora raccoglie, ogni anno, le idee e le opinioni di ragazze e ragazzi tra i 15 e 19 anni di età provenienti da tutta Italia, su violenza di genere, discriminazione, bullismo e violenza online. Attraverso i sondaggi e il coinvolgimento attivo delle adolescenti e degli adolescenti, Terre des Hommes e partner mirano a far emergere i dati utili per orientare le politiche delle istituzioni e della comunità educante su queste problematiche, a tutela del benessere psicofisico degli adolescenti.

I volti e i luoghi della violenza. Nel 2022 ben tre giovani su dieci dichiarano di aver assistito a un episodio di violenza di genere, il 46% a violenza psicologica, il 24% a violenza fisica, il 20% a violenza in rete e il 10% a episodi di violenza sessuale. Ad esacerbare il quadro sono i contesti in cui i giovani dichiarano di esserne stati testimoni. Il primo luogo è la scuola (44%), seguono i social (28%), la famiglia o la coppia (22%) e lo sport (6%). Dall’indagine emerge anche la voce delle vittime: il 25% delle ragazze e dei ragazzi intervistati dichiara di aver subito violenza psicologica o fisica da un coetaneo, circa la metà delle ragazze confessa di aver vissuto atti di bullismo e il 16% di cyberbullismo.

Generazione Z inascoltata. Il 74% crede che le studentesse e gli studenti vittime di violenza non vengano presi sul serio dagli adulti e l’’88% ha dichiarato di essersi sentito sola o solo. “C’è uno scollamento sempre più grande tra mondo dei giovani e mondo adulto, che sembra essersi completamente dimenticato degli adolescenti”, ha affermato Paolo Ferrara, direttore generale Terre des Hommes Italia, “Ed è impressionante vedere come la scuola, il luogo dove i nostri figli e le nostre figlie passano gran parte del loro tempo, non sia considerato un luogo sicuro per i più giovani”.   


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Network Indifesa: la voce dei giovani. Nel 2018 Terre des Hommes, in collaborazione con l’associazione Kreattiva e con il supporto del ministero delle Pari opportunità e di Bic Corporate Foundation, ha dato avvio alla prima rete italiana di webradio (oggi sono 14) fondata sulla partecipazione attiva dei giovani per condividere riflessioni su violenza, discriminazioni e stereotipi di genere. “La radio è uno strumento potentissimo, perché consente alle persone di mettersi a nudo in un contesto protetto”, secondo Ivana Calabrese, “anima” della webradio YouthVox, come si legge nel Rapporto “Indifesa 2022”, “Ci è capitato, a volte, parlando di temi come il bullismo e la violenza di genere, di raccogliere testimonianze di ragazze e ragazzi che mai si erano confidati prima su episodi di abusi da loro subiti”.

Gli abusi sui minori nello sport. Sono un’emergenza globale di cui si parla, finalmente, anche in Italia nell’ambito delle istituzioni, delle federazioni e nei contesti sportivi, si legge nel Rapporto, pubblicato poco prima che le ex atlete Anna Basta e Nina Corradini denunciassero ai media di essere state vittime di violenze e umiliazioni durante la carriera sportiva. “Quattro anni fa, quando ChangeTheGame si è costituita, non era così: parlare di questo tema era un tabù, una vergogna che offuscava la reputazione dello sport, un argomento da temere ed evitare”, racconta nel documento Daniela Simonetti, presidente di ChangeTheGame, la prima associazione italiana per la lotta e il contrasto degli abusi sui minori nello sport.

Simonetti riferisce i dati “sconvolgenti” emersi dall’indagine Cases: general report condotta nel 2021 in sei Paesi europei (tra cui non c’è l’Italia) che ha permesso di mettere a fuoco le dimensioni del fenomeno attraverso le interviste a oltre 10mila giovani tra i 18 e 30 anni. “Il 75% degli intervistati ha riferito di aver vissuto almeno una esperienza legata alla violenza nel contesto sportivo prima dei 18 anni”, afferma Simonetti. Chi sono gli autori degli abusi? I compagni di squadra, i coetanei, l’allenatore. “La maggioranza degli intervistati non ha mai denunciato e solo in pochissimi - dal 4% al 6% - hanno chiesto aiuto all’interno del contesto sportivo”. Simonetti conclude sostenendo che l’indagine “fotografa il mondo sportivo in maniera impietosa ed è logico pensare che l’Italia non faccia eccezione rispetto ai sei Paesi dove la ricerca è stata condotta”. Dopo le testimonianze delle due ex sportive italiane, l’associazione ChangeTheGame ha raccolto nuove denunce da tutta Italia e sui canali social ha lanciato una lettera aperta, sottoscritta da oltre 40 ex atlete, per sensibilizzare sulla creazione di un mondo sportivo “più giusto e sano”.

Violenza online sui minori. Nel commentare i dati 2022 dell’Osservatorio, Terre des Hommes rimarca ancora quanto divulgato nel dossier Indifesa: a livello globale l’80% delle immagini che riguardano casi di abusi sessuali sui minori ritraggono ragazzine tra gli 11 e i 13 anni e oltre la metà di giovani donne e adolescenti ha subito diverse forme di violenza online tra cui minacce di stupro. La situazione è più grave per le ragazze che appartengono a minoranze etniche, alla comunità Lgbtqia+ e per le persone con disabilità (dati Unpfa). L’Osservatorio rileva che in Italia sette adolescenti su dieci non si sentono al sicuro quando navigano in rete e una ragazza su tre vive con l’incubo di essere adescata online. Come illustrato nel grafico, gli adolescenti indicano il cyberbullismo come il rischio maggiore che corrono in rete, anche se solo un ragazzo su 10 “ammette” di aver compiuto atti di bullismo o cyberbullismo.

 

 La violenza sessuale la minaccia più temuta dagli adolescenti. Nel mondo sono 15 milioni le ragazze di età compresa tra i 15 e i 19 anni che hanno subìto rapporti sessuali contro la loro volontà da parte del proprio partner e “questi numeri sono rimasti sostanzialmente invariati negli ultimi dieci anni”, riferisce il dossier Indifesa. In Italia le ragazze rappresentano l’87% dei minori che hanno subito violenza sessuale nel 2021, erano l’88% nel 2020 e l’81% nel 2004, secondo i dati del Comando Interforze della Polizia di Stato.

Per cambiare rotta servono lavoro di squadra e dati affidabili. Grazie a un forte lavoro di rete con associazioni del territorio, Terre des Hommes ha realizzato i primi due “Spazi Indifesa” a Parma e Milano per fornire servizi a donne, ragazze e ragazzi vittime o a rischio di violenza con un approccio multidisciplinare. Per affrontare e risolvere la questione, secondo Terre des Hommes, è imprescindibile il gioco di squadra tra tutti gli attori coinvolti a partire dalla scuola e dalle associazioni sportive che lavorano a stretto contatto con i minori.

Occorre poi rafforzare le norme laddove risultano deboli. In tal senso, a maggio 2022 la Ong ha presentato delle proposte di riforma normativa alle istituzioni italiane, per rendere più effettiva la difesa delle giovani vittime di reati informatici, per i quali è ancora difficile ottenere giustizia. In ultimo, è fondamentale raccogliere i dati sulle dimensioni del fenomeno per supportare le azioni di prevenzione e intervento. “L’analisi sarà tanto più esaustiva quanto più completi saranno i dati che ne sono posti alla base. In tale solco, importantissimo è il rapporto di collaborazione con espressioni della società civile”, secondo Stefano Delfini, direttore del Servizio analisi criminale del Comando Interforze della Polizia di Stato.

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di Antonella Zisa

 

 

Foto di Ryan McGuire da Pixabay

mercoledì 14 dicembre 2022

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