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Nel mondo il 40% delle persone deve fare i conti con la scarsità d'acqua, una cifra destinata ad aumentare a causa della crisi climatica. In Italia la percentuale di acqua immessa nelle reti idriche che si disperde lungo il tragitto che la porta nelle case si attesta in media al 42%.

Notizie

Fairtrade lancia la prima Mappa globale dei rischi sui diritti umani e ambientali

L’iniziativa intende supportare tutti gli attori nella catena del valore nelle loro valutazioni del rischio, promuovendo una maggiore sostenibilità nelle filiere globali. Discriminazioni e ambiente le aree critiche per l’Italia.  8/2/23

Una corretta valutazione del rischio semplifica il lavoro sui diritti umani e sull’ambiente poiché, quando si conoscono i problemi principali, i partner della catena di approvvigionamento possono concentrarsi sulla prevenzione, la mitigazione e il rimedio.

Sulla base di queste considerazioni è nata la Mappa dei rischi presentata da Fairtrade International il 25 gennaio, che identifica e visualizza i rischi più importanti sul fronte dei diritti umani e ambientali. In questo modo, chiunque può individuare le criticità più significative per le comunità e le catene di approvvigionamento di interesse, implementare le responsabilità in merito alla due diligence e, soprattutto, prevenire e mitigare i danni e i rischi. 

Lo strumento è volto a incoraggiare una comunicazione trasparente tra i partecipanti delle filiere e aiutare le aziende a trovare soluzioni efficaci per affrontare i rischi più significativi per le comunità e l'ambiente lungo le loro catene di approvvigionamento. Un supporto ulteriormente utile se si considera che le aziende europee devono sottostare a crescenti obblighi di legge nella compilazione della valutazione dei rischi.


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Le filiere e i Paesi analizzati. Al momento la Mappa dei rischi copre le filiere di caffè, cacao, banane, uva e miele, ma nei prossimi mesi saranno aggiunti molti altri prodotti: le informazioni in essa contenute rientrano infatti nel lavoro di monitoraggio e valutazione del rischio che Fairtrade porta avanti lungo le sue filiere e vengono regolarmente aggiornate.

Il lavoro di ricognizione e analisi comprende tutti i 129 Paesi in cui opera Fairtrade e si basa su 26 indicatori chiave che riguardano questioni relative a diritti umani e ambientali.  La mappa prende in esame anche l’Italia individuando, come rischi principali, discriminazioni, cambiamento climatico, acqua e biodiversità.

I nove rischi principali. Molti dei rischi trovano radici profonde nella povertà, nella disuguaglianza e nello sfruttamento e si rende necessario uno sforzo congiunto di aziende, contadini, lavoratori, governi e società civile per affrontarli in modo efficace nel lungo periodo. Questo è anche il motivo per cui  Fairtrade auspica che la certificazione non sia l’unico strumento utilizzato da un’azienda per prevenire, mitigare e rimediare ai più importanti rischi nella sua filiera.

L’elenco dei nove rischi principali stilato da Fairtrade si basa sulla gravità e la prevalenza degli impatti sulle persone e sull'ambiente, considerando i fattori di rischio legati alle materie prime, geografici e organizzativi: reddito di sussistenza; salario; acqua e biodiversità; diritti dell'infanzia; cambiamenti climatici e deforestazione; non discriminazione; lavoro forzato; diritti di genere; diritti e condizioni del lavoro.

In base ai dati raccolti a livello globale, ad esempio, un occupato su cinque vive in povertà;160 milioni di bambini – il 70% dei quali nel settore agricolo – svolgono lavori che danneggiano la loro salute o interrompono la scuola; l'agricoltura è responsabile del 70% del consumo di acqua dolce nel mondo.

I tre messaggi chiave della Mappa. L’iniziativa offre tre messaggi chiave per il lavoro di due diligence di rivenditori, marchi, produttori e commercianti:

  • considerare tutti i diritti umani: la valutazione del rischio deve coprire tutti i diritti umani, poiché i diversi rischi sono fortemente correlati. Ad esempio, la povertà è spesso un fattore chiave del lavoro minorile. Ciò segue le linee guida delle Nazioni Unite e dell'Ocse;
  • analizzare le cause alla radice: le valutazioni del rischio devono includere un'analisi delle cause principali e una valutazione del modello di business, delle politiche e delle pratiche dell'azienda, perché gli attori della catena di approvvigionamento si affidano l'uno all'altro. Ad esempio, le pratiche tariffarie a valle spesso alimentano la povertà, il lavoro minorile e altre pratiche non sostenibili all'inizio della catena di approvvigionamento;
  • impegnarsi in un dialogo significativo con le parti interessate: una valutazione del rischio credibile si basa fortemente su statistiche e ricerche indipendenti, ma anche su un impegno significativo con le parti interessate e potenzialmente interessate, secondo le linee guida dell'Ocse.

Consulta la Mappa dei rischi

Scopri anche il Quaderno "Imprese e sostenibilità: il cammino verso il dovere di diligenza"

 

di Monica Sozzi

 

Fonte copertina: helenap2014, da 123rf.com

mercoledì 8 febbraio 2023

Aderenti

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