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ACQUA PULITA E SERVIZI IGIENICO-SANITARI

Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell'acqua e delle strutture igienico-sanitarie

Nel mondo il 40% delle persone deve fare i conti con la scarsità d'acqua, una cifra destinata ad aumentare a causa della crisi climatica. In Italia la percentuale di acqua immessa nelle reti idriche che si disperde lungo il tragitto che la porta nelle case si attesta in media al 42%.

Notizie

Emergenza siccità a causa di cambiamenti climatici e incapacità gestionale

Ogni giorno l'Italia spreca risorse idriche sufficienti in un anno a 10,4 milioni di persone mentre la scarsità di acqua è una seria minaccia in 10 Regioni. L'approvazione del ddl relativo, ora al Senato, porterebbe nella giusta direzione. Il Goal 6 nel Rapporto ASviS 2017.

Ogni giorno l'Italia spreca risorse idriche sufficienti in un anno a 10,4 milioni di persone mentre la scarsità di acqua è una seria minaccia in 10 Regioni. L'approvazione del ddl relativo, ora al Senato, porterebbe nella giusta direzione.

Nel Rapporto 2017 sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile, presentato alla Camera il 28 settembre, si esamina la situazione dell’Italia in relazione all’Obiettivo 6 “Acqua pulita e servizi igienico-sanitari” dell’Agenda 2030.

La carenza d’acqua è un'emergenza nazionale e per questo nell'estate del 2017 dieci Regioni hanno dichiarato lo stato di calamità. All'origine del fenomeno gli effetti dei cambiamenti climatici in corso e il persistere di una incapacità gestionale delle risorse idriche in diverse aree, come evidenziato anche dal primo rapporto sullo stato del Capitale Naturale dove si sottolinea che la “disponibilità ‘teorica’ non coincide con quella ‘effettiva’ a causa della natura irregolare dei deflussi e delle carenze del sistema infrastrutturale esistente”. E non va meglio la tendenza dei ghiacciai, che in cinquanta anni si sono ridotti del 30%, passando da una superficie di 527 km2 a 370.

Secondo i dati Istat, il volume di acqua potabile erogata agli utenti nel 2015 è stato di 1,63 km3, ovvero un consumo procapite giornaliero di 245 litri, 23 in meno rispetto al 2012. Allo stesso tempo è andato disperso il 38,2% dell’acqua immessa nelle reti di distribuzione, con una crescita di oltre due punti percentuali sul 2012 (35,6%): una perdita giornaliera reale che soddisferebbe le esigenze idriche per 10,4 milioni di persone.

A livello europeo, molte le procedure d’infrazione attivate in merito alla Direttiva 91/271/Cee sulla depurazione delle acque a carico dell'Italia, come riportato anche sul portale acqua.gov.it, gestito dalla Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche della presidenza del Consiglio.

L’approvazione del disegno di legge in discussione al Senato n. 2343 “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque” avvierebbe l'Italia nella giusta direzione per il raggiungimento del Goal 6.

In particolare, verrebbe introdotto un ordine di priorità alla disponibilità della risorsa idrica che privilegia il consumo umano, a seguire quello agricolo e per l’alimentazione animale, e infine ogni altro tipo di utilizzo.

La “morosità incolpevole” stabilirebbe poi il quantitativo necessario al soddisfacimento dei bisogni essenziali in 50 litri/giorno, da garantire anche in caso di morosità, consentendo il raggiungimento del Target 6.1 sul diritto all’accesso universale all’acqua.

Gli articoli del ddl sulla trasparenza della bolletta e sul governo partecipativo del servizio idrico integrato risponderebbero invece al Target 6.b, mentre l'introduzione del fondo di solidarietà internazionale finanziato da 1 centesimo di euro per ogni mc di acqua erogata, risponderebbe alle finalità del Target 6.a.

Infine, l’assicurazione di una tariffa che risponda al criterio di progressività per un adeguato recupero dei costi del servizio e un'incentivazione al risparmio della risorsa idrica, contribuirebbe al finanziamento solidale e alle necessità di efficienza come richiesto dal Target 6.4.

L’indicatore composito dell’Obiettivo 6 passa da 100 del 2010 62,2 del 2016 a causa della diminuzione della quota di famiglie che non si fidano a bere acqua dal rubinetto, e di una drastica diminuzione dell’efficienza delle reti di distribuzione dell’acqua potabile che passa da 62,6% nel 2012 a 57,6% nel 2016.

L’indicatore composito relativo all’Obiettivo 6 è stato costruito sulla base dei seguenti indicatori:

  • Famiglie che non si fidano di bere l'acqua del rubinetto
  • Qualita delle acque costiere marine
  • Quota percentuale dei carichi inquinanti confluiti in impianti secondari o avanzati rispetto ai carichi complessivi urbani generati
  • Efficienza delle reti di distribuzione dell'acqua potabile

I dati dettagliati sugli indicatori relativi a questo Goal si possono ricavare interrogando il database interattivo dell’Alleanza.

Leggi l’analisi del Goal 6 nel Rapporto ASviS 2017 e le proposte dell’Alleanza su Capitale naturale e qualità dell’ambiente.

 

sabato 7 ottobre 2017

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